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CXLVIII CL

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CXLIX. — In questa parte dice lo conto, che dappoi che T. ebe domandato congedo ad Isotta, sí come detto èe, ed incontanente sí andò Isotta in sun una grande torre, per vedere la nave di T. Ma quand’ella vide la nave andare per l’alto mare, ed ella sí piangea molto duramente e dicea: «Certo io mi posso bene piú dolere che nessuna damigella che sia [p. 196 modifica] al mondo, quando io abo avuto in mia balia lo piú bello cavaliere e lo piú cortese e lo piú prode che sia al mondo, ed ora l’aggio perduto per la maggiore disaventura che fosse mai o che sará o che sia al mondo. E io non so quando io giamai lo possa rivedere. Ma tutta fiata sí mi voglio confortare, isperando io, sí come Ghedin mio frate è co lui; imperciò ch’io non credo ched egli facesse fallimento inverso di mee. Laond’io ispero per questa cascione ched egli ancora ritornerá a mee». E in cotale maniera si confortava Isotta dele bianche mani dela partenza di T. Ma tanto dimorò Isotta in sula torre, dinfin a tanto ched ella unque potte vedere la nave. E dappoi ched ella no la potea vedere piue, ed ella sí dismontoe dela torre e andossine nela camera, lá dov’ella iera usata di stare co lui; e quando ella vide lo letto, lá dov’ella iera usa di dormire con T., incominciollo ad abracciare e dicea: «Ai, dolce mio amore, T., con quanto dolore voi m’avete lasciata, quando voi sí tosto da me siete dipartito! Ma io vorrei per la mia volontade sapere tutta la fine di questa aventura, imperciò ch’io averrei per questa aventura maggiore allegrezza, s’io fosse al sicuro che T. tornasse a mee. E se T. non ritornasse a me anche, amerei piú tosto di morire che di vivere in tante pene». Molto menava grande dolore Isotta di questa aventura.

Molto parloe lo re e tutti li suoi baroni dela partenza di T., per amore dela sua prodezza. Ma tanto lasciamo ora lo conto di parlare delo re dela Pittitta Brettagna e d’Isotta dele bianci mani e di tutta sua compagnia, imperciò che bene lo saperemo trovare, quando luogo e tempo sarae, e torniamo a T., di cui vi voglio divisare la storia verace.