La leggenda di Tristano/CCXXVII

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CCXXV1I. — Quando lo re Marco intende e ode che T. sí muore senza dottanza e ch’elli non puote scampare, molto è piú lieto ch’elli non fue, giá è grande tempo. Ora ha elli gioia e letizia, ché bene gli è aviso che se T. muore, non fie uomo in tutta Cornovaglia che incontra di lui s’usasse dirizare. Ora ha elli ciò ch’elli vuole, quando elli ode dire tutto certamente che T. muore; e manda gente tutto giorno a sapere come T. la fae, e ciascheuno gli aporta tali novelle che molto li piaceno, ché l’uomo li dice certamente ch’elli sí muore e ch’elli non puote oggiumai lungamente vivere. Molto ha grande gioia lo re Marco; unqua non fue sí lieto di cosa che gli avenisse, sí come è di ciò che T. morisse. Andret ne trasalta tutto di gioia; questi due ne fanno gioia piena e buona e grande. Ma chi che ne sia lieto e gioioso, la reina n’è [p. 281 modifica] currucciata di tutto suo cuore. Ella ne piange e ne fa molto mala vita e dice bene ch’ella morrá di questo dolore, e se di dolore ella non potrá morire, ch’ella medesimo s’ucciderá inanzi con sue mani, ché apresso messer T. non vuole ella piú vivere e non viverá uno solo giorno. Sí si mantiene diversamente contra lo re Marco; ché la reina vede tutto apertamente come lo re Marco è lieto di questo fatto, cioè dela morte di messer T., e la reina n’è tanto dolente quanto ella piú puote, che quasi si muore di duolo.

E tutto ne sia lieto, lo re Marco dice che volentieri vederebbe T., anzi che morisse; e al diretano, quando l’uomo li conta come angosciosamente T. si mantiene e come elli è in tutto cambiato e come nullo lo riconoscerebbe, tanto è duramente peggiorato, elli n’hae grande pietá in suo cuore e non si puote tenere ch’elli non dicesse quasi piangendo, e disse: «Certo, grande dannaggio è [de] la morte di T., che giamai una sí buona lancia non será ricovrata nel mondo, [come elli] era. E s’elli non [si] fusse sí dislealmente mantenuto contra di me, come elli hae fatto, di tutte cose che io unqua vidi, [l'omo non lo potria troppo pregiare sopra tutti gli altri cavalieri del mondo]».