La leggenda di Tristano/CCXXVI

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CCXXVI. — Quando Dinas udí queste novelle, fieramente fue disconfortato; e Sagramor ne piange fortemente, come quelli che molto amava T. di grande amore. T. si lamenta e giorno e notte, sí come quelli che grande duolo sente. Li medici lo vengono a vedere, ma non giá che nullo vi sappia dare consiglio in quella piaga, anzi diceno tutti comunemente ch’elli è morto. T. si lamenta che lo male sente; elli sospira sovente e dimagra e peggiora, che, anzi che uno mese fusse compiuto, che chi l’avesse inanzi veduto non l’avrebbe davanti riconosciuto a grande pena. Elli era venuto giá a tanto ch’elli non si puote mutare; elli grida giorno e notte per grande dolore, cosí come s’elli fusse fuore del senno. Li suoi compagni che li vedieno sí grande dolore, piangieno dinanzi a lui e giorno e notte, chè bene vedieno certamente ch’elli era morto, e elli medesimo lo vede bene, e cosií tutti quelli che sono intorno lui.