La fisica dei corpuscoli/Capitolo 9/8

Capitolo 9 - Gli spettri ad altra frequenza

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8. — Gli spettri ad altra frequenza degli elementi. — Le esperienze del Barkla avevano già dimostrato che elementi diversi emettono raggi X diversi. La diversa natura dei raggi veniva allora riscontrata solo nella diversità del potere penetrante. Ma dacchè si ha il modo di misurare la lunghezza d’onda di un fascio omogeneo di raggi X si possono studiare i raggi caratteristici dei vari elementi come si fa per i raggi luminosi. E l’insieme di linee caratteristiche di ciascun elemento costituisce ciò che si suol chiamare il suo spettro ad altra frequenza, appunto perchè questa speciale energia raggiante emessa dall’elemento ha una lunghezza d’onda piccolissima e quindi un numero di vibrazioni molto grande.

Il Moseley1 ha potuto esaminare un gran numero di elementi. Egli si serviva di uno spettrometro a raggi X del tipo di quelli descritti. L’anticatodo del tubo emettente è costituito dall’elemento che si vuole studiare. Adoperava per ciò un dispositivo che permetteva di portare successivamente sul cammino dei raggi catodici il corpo da studiarsi. Il cristallo che funzionava da reticolo era di ferrocianuro di [p. 226 modifica]potassio, per il quale era stata preventivamente misurata la costante d che risultava eguale a cm. La camera esploratrice conteneva una lastra fotografica sulla quale si ricevevano le impressioni dei fasci riflessi.

Trattandosi di raggi che facilmente vengono assorbiti dall’aria tutto il processo doveva farsi nel vuoto.

La durata dell’esposizione variava secondo la sostanza, per evitare il riscaldamento e la volatilizzazione. Per alcune sostanze era soltanto di qualche minuto, per altre una mezz’ora e anche più.

Ogni linea caratteristica veniva misurata nei suoi due primi ordini, e gli angoli corrispondenti erano determinati con molta accuratezza fino al decimo ed anche al mezzo decimo grado.

Il fascetto di raggi adoperato era molto bene diaframmato per evitare tutte le radiazioni estranee ed avere una sottile stria di raggi incidenti.

Il Moseley ha potuto esaminare più di quaranta elementi dall’alluminio all’oro, che hanno i pesi atomici estremi fra i corpi studiati.

I risultati ottenuti si possono riassumere così:

a) Ogni elemento emette ordinariamente due righe, distinte con le lettere e . Per alcuni elementi ne esiste anche una terza , e qualche volta si hanno anche altre righe meno importanti. La più intensa è la riga ed è quella che corrisponde ad una lunghezza d’onda maggiore.

b) Gli elementi a peso atomico piccolo dànno righe appartenenti alla serie K di Barkla, quelli più pesanti righe della serie L.

c) Se si distribuiscono gli elementi secondo le lunghezze d’onda decrescenti e secondo la frequenza crescente si trova che questa distribuzione coincide con quella dei pesi atomici [p. 227 modifica]crescenti. Così per la serie K la lunghezza d’onda per la riga dell’alluminio è di cm. questo valore va decrescendo rapidamente fino a divenire cm. per la riga dello zinco. Per la serie L la lunghezza d’onda maggiore è quella della riga dello zirconio che è cm. La più piccola è quella relativa all’oro, la cui lunghezza d’onda è di cm.

d Se so attribuisce a ciascun elemento un numero intero N, che sia il numero d’ordine che ha l’elemento nella serie dei pesi atomici crescenti, questo numero caratterizza l’elemento per ciò che riguarda i raggi X che esso emette. Si costruire una tabella degli elementi distribuiti secondo il numero atomico.

Esistono tre casi nei quali il numero atomico non coincide col numero d’ordine degli elementi: l’argon viene anteposto al potassio benchè il peso atomico del primo sia 39.9 e quello del secondo 39.1; il cobalto con peso atomico 58.97 anteposto al nikel con peso atomico 58.68; e il jodio 126.91 posposto al tellurio 127.5. Queste trasposizioni però sono suggerite anche dalle proprietà chimiche di tali elementi.

g) Finalmente il numero atomico N è legato alla frequenza dei raggi X caratteristici da una relazione molto semplice

221) ,

dove A e b sono costanti e b prende il valore 1 per le righe delle serie K, e il valore 7,4 per la serie L.

L’importanza di questi risultati apparisce chiaramente. Si può notare che secondo l’opinione di parecchi fisici il numero N può essere assunto come il numero atomico di unità elettriche positive contenute negli atomi. [p. 228 modifica]

Tabella degli elementi distribuiti secondo il loro numero atomico.
numero
atomico
elemento simbolo peso atomico  
numero
atomico
elemento simbolo peso atomico
1 Idrogeno H 1.008 47 Argento Ag 107.88
2 Elio He 4.00 48 Cadmio Cd 112.40
3 Litio Li 7.00 49 Indio In 114.8
4 Berillio Be 9.1 50 Stagno Sn 119.0
5 Boro B 11.0 51 Antimonio Sb 120.2
6 Carbonio C 12.0 52 Tellurio Te 127.5
7 Azoto N 14.01 53 Jodio J 126.92
8 Ossigeno O 16.0 54 Xeno X 130.7
9 Fluoro Fl 19.0 55 Cesio Cs 132.81
10 Neo Ne 20.00 56 Bario Ba 137.37
11 Sodio Na 23.00 57 Lantanio La 139.0
12 Magnesio Mg 24.32 58 Cerio Ce 140.25
13 Alluminio Al 27.1 59 Praseodimio Pr 140.6
14 Silicio Si 28.3 60 Neodimio Ne 144.3
15 Fosforo P 31.0 61      
16 Zolfo S 32.07 62 Samario Sm 150.4
17 Cloro Cl 35.46 63 Europio Eu 152.0
18 Argo Ar 39.88 64 Gadolinio Gd 157.3
19 Potassio K 39.10 65 Terbio TB 159.2
20 Calcio Ca 40.09 66 Disprosio Dy 162.5
21 Scandio Sc 44.1 67 Holmio Ho 164
22 Titanio Ti 48.1 68 Erbio Er 167.4
23 Vanadio V 51.2 69 Tullio Tu 168.5
24 Cromo Cr 52.0 70 Debaranio Db 170
25 Manganese Mn 54.93 71 Itterbio Yb 172.0
26 Ferro Fe 55.85 72 Lutezio Lu 174.0
27 Cobalto Co 58.97 73 Tantalio Ta 181.0
28 Nickel Ni 58.68 74 Tungsteno W 184.0
29 Rame Cu 63.57 75      
30 Zinco Zn 65.37 76 Osmio Os 190.9
31 Gallio Ga 69.9 77 Iridio Ir 193.1
32 Germanio Ge 72.5 78 Platino Pt 195.0
33 Arsenico As 74.96 79 Oro Au 197.2
34 Selenio Se 79.2 80 Mercurio Hg 200.0
35 Bromo Br 79.92 81 Tallio Tl 204.2
36 Cripto Kr 82.92 82 Piombo Pb 207.1
37 Rubidio Rb 85.45 83 Bismuto Bi 208.0
38 Stronzio Sr 87.62 84 Polonio Po 212
39 Ittrio Y 89.00 85      
40 Zirconio Zr 90.6 86 Niton Nt 222
41 Niobio Nb 93.5 87      
42 Molibdeno Mo 96.0 88 Radio Ra 226.4
43       89 Attinio Ac 230
44 Rutenio Ru 101.7 90 Torio Th 232.42
45 Rodio Rh 102.9 91 Brevium Bv 234
46 Palladio Pd 106.7 92 Uranio U 238.5
[p. 229 modifica]Sappiamo che l’atomo dell’elio contiene due di tali unità positive, perchè una particella delle sostanze radiattive ha una carica elettrica che in valore assoluto è doppia della carica di un elettrone. Sicchè ogni volta che si passa da un atomo ad un altro con espulsione di una particella , il numero atomico verrebbe diminuito di 2 unità. L’espulsione di una particella farebbe dunque accrescere di una unità il numero atomico.

Il Rutherford2 tenendo conto dei risultati del Moseley e delle conseguenze accennate trovò che il numero atomico del piombo che è eguale ad 82 dove coincidere con quello del radio B. Se così era doveva anche verificarsi l’identicità degli spettri ad alta frequenza. Per lo spettro del radio B bastava esaminare i raggi da esso emessi spontaneamente, perchè poteva ritenersi coincidere con quelli che avrebbe emesso se sottoposto ad una proiezione di raggi catodici. E si verificò appunto ciò che si prevedeva. la riga più intensa dello spettro caratteristico del radio B coincide con quella ottenuta dal piombo nello spettro della serie L.

Applicando per entrambi la formola 221) di Moseley, si ricava tanto nell’un caso che nell’altro lo stesso numero atomico 82.

Bisogna però notare che il peso atomico del piombo non coincide con quello del radio B. Dalle trasformazioni del radio si deduce che il radio B ha un peso atomico di 214, mentre quello del piombo è di 207. Non ostante ciò quei due elementi hanno proprietà chimiche identiche, a quanto si sa. Se ne deduce che tanto gli spettri ad alta frequenza degli elementi, come le loro proprietà chimiche, non dipendono tanto dalla massa del loro atomo ma dal numero delle cariche elementari di elettricità positiva che contengono il loro [p. 230 modifica]nucleo, o se vogliamo, soltanto dal numero atomico N del Moseley.

Nell’ipotesi fatta che l’emissione di una particella faccia abbassare di 2 unità il numero atomico, mentre quella di una lo fa innalzare di una, si può assegnare il numero atomico ai vari elementi nella scala ascendente. Così se al radio B compete il numero 82, al radio A si dovrà dare 84, all’emanazione 86, al radio 88 e così di seguito.

Le esperienze dei Bragg e del Moseley sono un campo ancora aperto a ricerche vastissime e di importanza singolare. I risultati hanno portato già un prezioso contributo allo studio della natura dei corpi, e molto di più è quello che se ne può ancora sperare.

Nell’esperienza dei Bragg si può dire che vengano rese visibili le molecole dei cristalli e gli atomi che le formano e che conservano in esse la propria individualità.

Quelle del Moseley c’iniziano invece alla conoscenza dell’atomo stesso.

Note

  1. H. G. I. Moseley, The High-Frequency spectra of the Elements, Ph. M. vol. 26, p. 1024 (1913) e Ph. M. vol. 27, p. 703 (1914).
  2. Rutherford, Ph. M. vol. 27, p. 854-868 (1914).