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230 | IX. I raggi X e la costituzione dei corpi |
nucleo, o se vogliamo, soltanto dal numero atomico N del Moseley.
Nell’ipotesi fatta che l’emissione di una particella faccia abbassare di 2 unità il numero atomico, mentre quella di una lo fa innalzare di una, si può assegnare il numero atomico ai vari elementi nella scala ascendente. Così se al radio B compete il numero 82, al radio A si dovrà dare 84, all’emanazione 86, al radio 88 e così di seguito.
Le esperienze dei Bragg e del Moseley sono un campo ancora aperto a ricerche vastissime e di importanza singolare. I risultati hanno portato già un prezioso contributo allo studio della natura dei corpi, e molto di più è quello che se ne può ancora sperare.
Nell’esperienza dei Bragg si può dire che vengano rese visibili le molecole dei cristalli e gli atomi che le formano e che conservano in esse la propria individualità.
Quelle del Moseley c’iniziano invece alla conoscenza dell’atomo stesso.
9. — Effetto fotoelettrico. Un fenomeno provocato dai raggi X è anche il fenomeno fotoelettrico. Hertz si accorse nel 1887 che se uno dei due elettrodi fra i quali scocca una scintilla è colpito dalla luce la scarica avviene più facilmente. Più tardi Righi e Hallwachs che un conduttore carico di elettricità negativa perde facilmente la propria carica se è illuminato, mentre se è scarico va acquistando una elettrizzazione positiva. Più tardi, specialmente per opera di J. J. Thomson e di Lenard si riconobbe che questi fenomeni erano dovuti ad una emissione di elettroni dal metallo provocata dall’azione della luce. Sono specialmente i raggi a piccola lunghezza d’onda che hanno questa efficacia, quindi i raggi dell’ultravioletto e i raggi X. Sembra che l’emissione sia dovuta ad un fenomeno di risonanza per cui gli elettroni che si trovano alla superficie del conduttore, o molto vicini