Parte I

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Personaggi Parte II
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PARTE PRIMA.

Madama Geltruda e Lorino.

Madama. Ve l’ho detto, e il torno a dir:

Gelosia non vuò soffrir.
Lorino. Ve l’ho detto, e lo dirò,
Che resistere non so.
Madama. Sarò vostra.
LORINO. Tutto, o niente.
Madama. Un trattare indifferente
Tollerare 1 non si può?
Lorino. Non si può; madama no.
Madama. Eh, che mi fate ridere.
Cotesta gelosia
Chiamasi in Inghilterra una pazzia.
Anch’io gelosa un tempo
Fui degli amanti miei nel mio paese;
Ora tratto all’inglese:
E da che in Londra a recitare andai,
Di simil pregiudizio io mi spogliai.
Lorino. Bene; me ne rallegro.
Ora che un’altra siete,
Dell’antico amor mio noia averete.
Madama. No, caro, son costante
Al mio primiero amante.
Meco vi tenerò;
E se saprete far, vi sposerò.
Lorino. (Buono per me sarebbe.
Averà della roba 2, le vuò bene!
Qualche cosa soffrir dunque conviene). (da sè

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Castagna e detti.

Castagna. Con licenza, signori...

Madama. La creanza
Da chi avete imparata?
Non si vien senza fare l’ambasciata.
Castagna. La prego perdonare,
M’ho voluto sfiatare
Chiamando, richiamando...
Madama. E ben, chi siete?
Avanzate3, parlate, ed esponete.
Castagna. Parlo, espongo, e ragiono.
Il servitore io sono
Del Marchese di Capra. Egli mi manda
A dire a lei, che lui...
Mi potrebbe capire...
La vorrebbe venir a riverire.
Lorino. Ditegli che or non puote. (a Castagna
Madama. Eh, signor no, (a Lorino
Dite al Marchese che il riceverò. (a Castagna
Lorino. (Almen quando ci sono,
Abbiate carità). (piano a Madama
Madama. (Eh, che non voglio usare inciviltà). (a Lorino
Ditegli che è padrone. (a Castagna
Castagna. Sì, signore,
Sarà da lei or ora.
È un signor ricco, e se gli parlo io...
Madama. Via, portatevi ben.
Castagna. L’obbligo mio.
Ma! Signora... madama... c’intendiamo,
Per me farò polito;
Ma una man lava l’altra...
Madama. Eh, v’ho capito.

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Lorino. Che cosa v’intendete

Con questa frase di lavar le mani?
Ella non ha bisogno di mezzani.
Madama. Eh tacete. (a Lorino
Castagna. (Costui
Teme che usurpi a lui quel che gli va). (da sè
Ehi, zitto, che potrem fare a metà.
(a Lorino, che mostra adirarsi
  No, non andate in collera,
  Che il mio dover farò. (a Lorino
  Qua ve lo condurrò.
  Splendido riuscirà, (a Madama
  Zitto per carità.
  No, non andate in collera,
  Che si dividerà. (a Lorino
  Avido troppo siete;
  Tutto per voi volete?
  Vivere e lasciar vivere
  Vuole l’urbanità. (parte
Lorino. E doverò soffrire
Trattamento sì turpe e sì villano?
Madama. Che cosa fu?
Lorino. Mi han dato del mezzano.
Voglio andar via.
Madama. Vi prego di restare.
Lorino. Che figura ho da fare?
Marito? non lo sono, e non conviene.
Amante? non va bene.
Servitor? non vorrei che mi credesse,
O che mi supponesse,
Qualcosa di più bello4.
Madama. Fingere vi potete mio fratello.
Quando così vi onoro,

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Non è certo per voi picciol decoro.

Lorino. Non vorrei...
Madama. State zitto.
Se replicate più su quel ch’io dico,
Vi ripudio fratel, vi scaccio amico.
Lorino. Basta; non parlerò.
A vedere starò quel che succede!
Madama. Viene il Marchese: andate.
Lorino. Così mi discacciate?
Madama. Ritornerete poi 5.
Lorino. Per carità: mi raccomando a voi.
  Soffrirò fin certo segno;
  Ma star saldo non m’impegno,
  Se mi veggo a trappolar.
  Ah madama, gioia mia,
  Non mi date gelosia,
  Non mi fate disperar.
  Quegli occhietti-graziosetti
  M’hanno fatto innamorar. (parte
Madama. Povero giovinetto!
Per dirla, è graziosetto.
Mi piace; e un giorno lo vogl’io sposare;
Ma una donna mia pari ha da trattare.
Ecco il signor Marchese:
Voglio trattarlo alla maniera inglese.

Marchese e detta.

Marchese. Servitor di madama.

Madama. Serva, serva umilissima. (inchinandosi
Marchese. Servitor divoto.
Madama. Ossequiosissima. (inchinandosi sempre più
Marchese. Perdoni...
Madama. Mi fa grazia...

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Marchese. Se vengo...

Madama. Obbligatissima.
Marchese. All’onor di servirla...
Madama. Ossequiosissima. (sempre inchinandosi
Vuol seder?
Marchese. Farà grazia.
Madama. In altra stanza
Più calda andrem, se si compiace.
Marchese. Oibò:
Caldo è ancor questo loco.
Dov’è madama, vi è per tutto il foco.
Madama. Scherza colla sua serva,
Scherza il signor Marchese gentilissimo. (s’inchina
Marchese. Servitor umilissimo.
Madama. Si degna
Di ber la cioccolata?
Marchese. Madama è sì garbata,
Che non so ricusare.
Madama. Mi dispiace,
Che non sarà da paro suo di lei.
Marchese. Quel che vien da madama,
È sempre perfettissimo.
Madama. Troppa bontà. (s’inchina
Marchese. Servitor umilissimo. (s’inchina
Madama. Ehi, paggio. Da sedere. (al Paggio
(Il Paggio porta due sedie, il Marchese dà la dritta a Madama
Madama. Troppo, troppo mi onora,
Marchese compitissimo.
Se vuol così... (inchinandosi siede
Marchese. Servitor umilissimo. (s’inchina e siede
Madama. È molto ch’è in Bologna,
Dica, signor Marchese?
Marchese. Sarà all’incirca un mese.
Per vedere il migliore,
Giro l’Italia in questo luogo, in quello;

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E d’Italia ho veduto oggi il più bello.

Madama. Scherza.
Marchese. Dico davvero.
Madama. Molto tempo
Si fermerà da noi?
Marchese. Sino ch’io viva, io resterei6 con voi.
Madama. Ha moglie?
Marchese. No, madama.
Madama. È libero, signore?
Marchese. Ho libera la man, ma non il cuore.
Madama. E chi mai l’ha legato?
Marchese. Il vostro viso
Ameno, gentilissimo.
Madama. Troppo onore, signor. (s’inchina
Marchese. Servo umilissimo.
Madama. Quando vuol favorir, signor Marchese,
Sarà sempre padrone
D’una sua serva.
Marchese. Sarà frequentata
La casa di madama.
Madama. Non signore;
Non ci vien mai nessuno.
Marchese. (Principio a creder meno). (da sè
Madama. Se voluto
Avessi in casa mia conversazione,
Abbenchè senza merto,
Avrei la prima nobiltà.
Marchese. Sì certo.
Madama. S’ella sapesse esibizion che ho avute!
Marchese. Sì, giustamente.
Madama. M’han voluto dare
Diamanti grossi come noci. Io no:
Regali non ne vuò.
Marchese. Brava davvero.

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Madama. Posso farle vedere

Quattro o cinque scritture
Tutte matrimoniali
Con signori di rango principali.
Marchese. Quattro o cinque?
Madama. Sicuro.
Ma io non me ne curo;
Ancor non ho trovato
Chi sappia agli occhi miei rendersi grato.
Marchese. Dunque nel vostro cuore
Sperare io non potrei.
Madama. Niuno lo può sperar meglio di lei.
Marchese. Se tale onor avessi,
Sarei fortunatissimo.
Madama. Sono a’ comandi suoi. (inchinandosi
Marchese. Servo umilissimo.
Madama. (E7 si va innamorando, a quel ch’io vedo). (da sè
Marchese. (Mi piace, a dir il ver, ma non le credo). (da sè
Madama. (Allettarlo mi giova). (da sè
Marchese. (Voglio, se mi vuol ben, darle una prova). (da sè
Se non credessi offendervi,
Madama, vi offrirei
Questo picciolo anello.
Madama. Grazie, signor Marchese; oh com’è bello!
Marchese. Ma se ne ricusaste
De’ grossi come noci, io non ardisco...
Madama. E pur dalle sue mani io lo gradisco.
Marchese. Obbligato, Madama. (s’alzano
Per or non ve lo do;
Presto ritornerò con un migliore.
(Voglio prima scoprir il di lei cuore). (da sè
  Voi meritate, o bella,
  Dono che sia maggior.
  Spero di farmi onor;

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  Voi lo vedrete un dì.

  L’anel vi porterò,
  Ritornerò, sì sì,
  Caro mio bene:
  Non vi conviene
  Questo, no no.
  Non dubitate, ritornerò. (parte
Madama. Tornerà, porterà; ma non saprei...
Più contenta sarei
D’averlo nelle mani.
Si potrebbe pentir da qui a domani.
Lorino. Finalmente è partito.
Madama. E lungamente
Non potete già dir che ci sia stato.
Lorino. Vorrei che prima se ne fosse andato.
Madama. Volea darmi un anello.
Lorino. Eh, l’ho veduto.
Madama. E per vostra cagion non l’ho voluto.
Lorino. Per me?
Madama. Certo per voi; perchè non dite,
E non facciate poi meco una lite.
Lorino. Però ve l’ha provato.
Madama. Eh, che c’è male?
Ha detto ed ha voluto far la prova,
Che un ditin come il mio non si trova.
(viene il Paggio colla cioccolata
Lorino. Per me la cioccolata? (a Madama
Madama. Oh non signore.
Lorino. S’altri non c’è, possiamo
Beveria in compagnia.
Madama. Eh, si può risparmiar. Portate via. (al Paggio che va via
Lorino. Poco o nulla m’importa
Di ber la cioccolata,
Ma veggio che con me siete un’ingrata.

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Madama. No, che vi voglio bene.

Ma se lo stato vostro
Fa sì che a me non ne possiate dare,
Aiutatemi almen a risparmiare.
Lorino. Sempre per me non anderà così.
Verrà, verrà quel dì,
Che ricca forse potrò farvi ancora.
Madama. Io v’amo adesso, e vi amerò più allora;
E sarà tutta vostra,
Se il Ciel così destina,
La grazia di madama Cantarina.
  Questo volto, questa mano,
  Che ciascun sospira invano,
  Sol per voi si serberà.
  Ma facciamo patti chiari:
  Come stiamo di denari?
  Siete senza? Via di qua.
  Ne averò...
  Far potrò...
  Spenderò...
  Donerò...
  Il presente mi consola;
  Il futuro, signor no.
  Se ne avrete, mio sarete;
  Ma fra tanto, che si8 fa?
  Con pazienza, con prudenza,
  Tollerar vi converrà. (parte
Lorino. Povero galantuomo,
Che mi tocca soffrir? Soffrir conviene
Per la ragione che le voglio bene;
E poi, per dir il vero,
Lontano da mio padre,
S’ella non mi aiutasse,

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Non so de’ fatti miei come l’andasse.

Chi è costui che ora viene?
In questa casa sempre gente nuova;
Ed aperta la porta ognun9 ritrova.

Il Marchese travestito alla militare con beffi, affettando il Tedesco Italianato.

Marchese. Pon giorno, calantome.

Lorino. Riverisco.
Marchese. Stare10 madama in casa?
Lorino. Non signore.
(Se gli dico di no, se n’anderà). (da sè
Marchese. (Costui non mi vuol dir la verità!) (da sè
Mi dir dove madama star andata.
Lorino. Io non lo so, padrone.
Marchese. Tartaifle! doperar per mio11 bastone.
Lorino. (Ora sto ben). Se non lo so davvero.
Marchese. Mi dir: vostra madama
Star padrona di voi?
Lorino. No, mio signore;
Io non son servitore.
Marchese. Star marito?
Lorino. Nè meno.
Marchese. Star amante di lei? Mi dir star quello?
Lorino. Stare, signore mio, star suo fratello.
Marchese. Fratello? qui venir.
Lorino. Cosa volete dir?
Marchese. Se voi parlate
Sorella parte mia,
Folèr ie regalar per cortesia.
Lorino. Grazie, bene obbligato.
Non sono accostumato,
Col grado ch’io sostegno di germano,
Alla sorella mia fare il mezzano.

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Marchese. Che mezzano? Che dir?

Io non intender niente.
Star pricconata questa;
E folèr mi pacar con tagliar testa.
Lorino. Aiuto, c’è nessuno?

Madama e detti.

Madama. Cos’è questo rumore?

Lorino. Guardate quel signore:
Mi ha mezzo spiritato.
Marchese. Star, madama, per voi, star disarmato.
Madama. E chi è lei, mio signore?
Marchese. Star Barone tedesco,
Star ricca baronia,
Star generale de cavalleria.
Madama. Eccellenza, mi scusi;
Serva sua riverente.
Marchese. Graziosa! Che folèr? (voltandosi a Lorino che lo guarda
Lorino. Non voler niente. (con timore
Marchese. (Ora faccio di lei l’esperimento). (da sè
Madama. (Molto c’è da sperare). (da sè
Lorino. (Oh che spavento!) (da sè
Marchese.   Ie, Madame, star fenuto
  Perchè fiso aver feduto.
  Che me fatto innamorar.
Madama.   Obbligata a lei, signore,
  Della grazia, dell’onore,
  Che si degna a me di far.
Lorino.   Ah, vorrei che andasse via.
  Fra timore e gelosia
  Son vicino a delirar.
Marchese. Casa vostra molta gente.
Madama. Oh signor, non v’è nessuno.
Lorino. Mia sorella non riceve.
Marchese. Che folèr?

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Lorino. Non voler niente.

Marchese. Da madama io fenirei.
Madama. Sarà solo, solo lei.
Lorino. Non vi state ad impegnar.
Marchese. Che tu dir? (a Lorino, irato
Lorino. Io non parlar (con timore
Marchese. Io folèr donar anello. (a Madama, mostrandole un anello
Madama. Com'è bello! (osservandolo
Lorino. Non lo state ad accettar.
(a Madama, di lontano, con cenni dietro al Marchese
Marchese. Che tu dir? (a Lorino, irato
Lorino. Io non parlar. (con timore
Marchese. (L’ho provata, signor sì,
Che con tutti fa così). (da sè
Madama. (Se il Marchese tornerà,
Quello ancor si piglierà). (da sè
Lorino. (Io parlare non potrò,
Perchè anelli non ne ho!) (da sè

(a tre Sto a vedere
Con piacere
Quel che al fin succederà.
Madama. Quell' anello ha destinato... (al Marchese

Marchese. Per madama star portato,
Ma saputo che Marchese
A madama dar più bello.
Madama. No signor, non voglio quello;
Questo sol m’aggradirà.
Lorino. Mia sorella
Non è quella
Che accostumi far così. (alto al Marchese
Marchese. Tu star zitto. (a Lorino, con collera
Lorino. Signor sì. (tremando
Marchese.   Vorrei dar... ma dar non posso.
  Portar altro bello grosso;
  No star degno questo qua.

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Madama. Ah, mi piace in verità.

Lorino. No star bello.
Marchese. Zitto star. (come sopra
Lorino. Sì signore, non parlar.
Marchese. Di madama bella mano
Io folere almen baciar.
Madama. La mia man vuol onorar? (gli dà la mano
Lorino. Non lo posso sopportar. (sdegnato
Marchese. Ah tartaifle! pist hainor12 (contro Lorino, irato
Lorino. Sì signor. (tremando
Marchese. Ah Mianffoz13 di tutto cor. (a Madama, amoroso
Madama. Obbligata dell’onor.
Marchese. Bell’occhietto innamorar.
Madama. Ma la prego di tornar.
Lorino. Non lo posso sopportar. (come sopra
Marchese. Pist hainor. (a Lorino, irato
Lorino. Sì signor.
Marchese. Ah Mainffoz14. (a Madama
Madama. Di buon cor. (al Marchese

Marchese.
Madama.
a due Io mi sento
dal contento
Nel mio petto giubbilar.
Lorino. Non lo posso sopportar.


Fine della Prima Parte.


Note

  1. Nel testo: Tolerare.
  2. Testo: robba.
  3. Testo: avvanzate.
  4. Nel testo: O qual cosa di più bello.
  5. Testo: ritornarete.
  6. Testo: restarei.
  7. Forse ei, oppure eh.
  8. Testo: ci.
  9. Nel testo: ogniun.
  10. Testo: State.
  11. Probabilmente è in luogo di: per Dio.
  12. Probabilmente vuol dire: bist ein Nan.
  13. Così il testo, forse per: mein schatz. Nell’intermezzo del Gori, intitolato Gl’oci in puntiglio (Venezia, 1735, Vaniglia, finta tedesca, dice: o main Sozl.
  14. Vedasi nota precedente.