La Pieve di Dervio/Mandamento di Bellano
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Mandamento di BELLANO
Il Mandamento di Bellano comprende 14 Comuni:
1. Bellano | Altezza sul mare M. | 204 | Abitanti N. | 3334 |
2. Varenna | " | 220 | " | 996 |
3. Perledo | " | 409 | " | 1076 |
4. Esino Inferiore | " | 840 | " | 384 |
5. Esino Superiore | " | 869 | " | 471 |
6. Vendrogno | " | 724 | " | 1163 |
7. Tremenico-Aveno | " | 754 | " | 308 |
8. Introzzo | " | 725 | " | 282 |
9. Vestreno | " | 636 | " | 509 |
10. Sueglio | " | 787 | " | 660 |
11. Dervio | " | 204 | " | 940 |
12. Corenno Plinio | " | 226 | " | 230 |
13. Dorio | " | 249 | " | 424 |
14. Colico | " | 204 | " | 3877 |
Totale degli abitanti (censimento 1881) N. 14824.
Bellano è capoluogo di Mandamento con Pretura.
Questa popolosa borgata avanti il 900 era circondata da solide mura con sette porte, ed all’interno innalzavasi un valido castello, smantellato, unitamente alle mura, da Gian Giacomo De Medici, signore di Musso (anni 1523-1532).
Nel 900 era corte degli Arcivescovi di Milano che vi tenevano palazzo e giustizia.1 È capo di Pieve, e nel 1288 enumerava cinque chiese con altrettanti altari.2 Non trovasi accenno di Parroci o Proposti sino al 1426, nel quale anno venne eletto Ciresa Don Simone di Cortenova, Proposto di Dervio nell’anno antecedente; da quell’epoca si succedettero 16 Parroci Proposti; l’attuale, Don Andrea Pedoja, già coadiutore per diversi anni in Bellano, venne eletto nel 1857.
Maria Teresa, imperatrice d’Austria ed annessi Stati, con editto 6 giugno 1774 sottoponeva la Pieve di Bellano alla giurisdizione della Pretura di Lecco, e Giuseppe II° (1780), succedutole al trono, la riuniva al Distretto della Valsassina, capoluogo Taceno.
L’imperatore Francesco d’Austria subentrato, per adesione delle potenze alleate, al governo del regno italico (1814), promulgava la nuova divisione territoriale (1816) nella quale era compresa la costituzione del distretto di Bellano. Due anni dopo, alle giudicature subentravano le Preture, e quella di Bellano veniva annessa ad Introbio, trasferita poi di nuovo a Bellano nel 1828.
Colla soppressione della Pretura di Introbio il 1° gennaio 1892 vennero posti alla dipendenza di quella di Bellano i seguenti Comuni:
1. Bindo | Altezza sul mare M. | 447 | Abitanti N. | 525 |
2. Casargo | " | 805 | " | 701 |
3. Cortenova | " | 401 | " | 1014 |
4. Crandola | " | 769 | " | 470 |
5. Indovero | " | 865 | " | 658 |
6. Margno | " | 712 | " | 389 |
7. Pagnona | " | 824 | " | 497 |
8. Parlasco | " | 680 | " | 170 |
9. Premana | " | 942 | " | 1225 |
10. Taceno | " | 507 | " | 506 |
Totale degli abitanti (censimento 1881) N. 6155.
Nel territorio del Mandamento si innalzano: il Monte Legnone (m. 2612 il versante a mezzodì) — il Monte Muggio (m. 1735) — il Legnoncino (m. 1715) su cui trovansi i Roccoli Lorla (m. 1463) ora di proprietà del Club Alpino, sezione di Milano, ridotti a ricovero con sufficiente comfort.
Principali fiumi e torrenti sono: la Pioverna, che scende dal Monte Corneto, e lungo il corso in direzione est-ovest riceve le acque di diversi torrentelli sboccando nel lago a Bellano dopo aver formato superiormente al paese l’imponente Orrido, veramente degno di questo nome; il Varrone a Dervio; il Fiumelatte presso Varenna, bianco di spuma nell’estate, asciutto nel verno, sgorga e si asciuga ad epoche fisse o con lievi differenze. Sono sconosciute le origini di questo torrente che impetuoso esce da un’apertura del monte a non molti metri sopra il livello del lago. Nel 1891 il signor Ing. Galli ed altri animosi, muniti di corda che assicurarono all’entrata, di lumi e di scala, si internarono oltre a 70 metri, obbligati a scendere od a salire e passare da strette aperture che mettevano in cripte di varia grandezza, bizzarramente lavorate dalle acque. Queste, corrodendo col lungo volgere dei secoli la pietra più molle, formarono disordinate e numerose gallerie intersecantesi fra loro, dalle quali non avrebbero potuto sortire senza l’aiuto della provvidente corda.
I torrenti Inganna e Perlino, in Comune di Colico, arrecano gravi e frequenti danni precipitando in grosse masse dal ripido versante del Legnone, ricoprendo di pietre e ghiaia i prati e i coltivi fiancheggianti.
La Pioverna, il Fiumelatte, il Varrone e qualche altro dànno vita a diversi opifici. A Bellano, Dervio, Dorio, Fiumelatte trovansi classiche filande, filatoj ed incannatoj, e di questi anche ad Esino Inferiore, Oro e Colico. A Bellano: il vastissimo Cotonificio Cantoni, con forza d’acqua di 1500 cavalli, da poco tolta alla Pioverna e condotta in manufatte e lunghissime gallerie ad un vasto deposito di distribuzione, strettoi da olio, mulini, macine da zolfo, fabbrica di sivelli o punte di Parigi per uso calzolerie; seghe per legnami, concerie, una buona tipografia e Cassa di Risparmio, filiale a quella di Milano, instituita nel 1872. Coi primi del corrente anno venne fatto l’impianto della luce elettrica per uso pubblico e privato.
Una sorgente minerale in vicinanza di Perledo gode di una discreta fama e vi chiama un buon concorso il vasto Stabilimento Idroterapico di Regoledo; altra fonte salino-marziale trovasi a Bonzeno.
Principali prodotti nei paesi rivieraschi sono: il vino ed i bozzoli da seta; nel solo Comune di Bellano, prima delle sviluppatesi infezioni sulla vite, misuravansi da 10 a 12 mila ettolitri di vino. L’annata del 1889 sarà ricordata per il raccolto quasi nullo, essendosi constatata una produzione totale nel Mandamento inferiore ai cinquecento ettolitri. Si raccoglie inoltre fieno, granoturco e segale. Nella parte montuosa castagne, principale prodotto, fieno, legna di semi diversi, come: larice, pino, rovere, faggio ed ontano; segale, grano saraceno (fraina) e tuberi.
Numeroso l’allevamento del bestiame; abbondante la produzione di latticini — formaggi magri, ricotta e burro — consumati in posto.
Nel corrente anno venne fondata una Latteria sociale fra alcuni proprietari di diverse frazioni del Comune di Bellano che sperasi sarà seguita ben presto da altre nel Mandamento.
I paesi lacuali sono toccati dalla strada nazionale, ora provinciale, allo Stelvio. Da Bellano si diparte quella mulattiera per la Valsassina e fra non molto altra carrozzabile che trovasi in costruzione. Il 1° agosto 1894 venne aperta l’intiera linea ferroviaria Lecco-Sondrio e Lecco-Chiavenna, col tronco d’unione Bellano-Colico.
Le rôccie appartengono all’epoca triasica superiore ed inferiore, e paleozôica, con schisti argillosi, pudinghe, micaschisti, gneiss, arenarie rosse; trovansi marmi neri, occhiadino, bindellino, feldispato, dolomia ad Esino, ricca di fossili; a Varenna e Perledo schisti, dolomia, con pesci, rettili e bivalve.
In Varenna vien lavorato il marmo nero, specialmente per uso lapidario e per pavimenti, occupando un discreto numero di operaj. Nel 1694 con questo marmo venne coperto l’interno della cappella della Sacra Sindone nel palazzo reale a Torino.3
Rimarchevoli e degni di visita: le gallerie di Varenna, Bellano e Dervio aperte nella costruzione della strada allo Stelvio già accennata; a Perledo la Chiesa, tipo delle antiche basiliche, il Battistero e la Torre di Vezio, ordinate dalla regina Teodolinda, che visse sulla fine del VI° secolo; a Varenna alcuni antichi affreschi e la Parrocchiale, già canonica e capo-pieve, che nel 1288 enumerava sette Chiese con nove altari4 (Vedi annotaz. H); a Bellano la Chiesa del 1348 di stile lombardo, che alcuni vogliono fatta innalzare da Azzone e dal fratello Giovanni Visconti, Arcivescovo di Milano, altri a spese comunali5 dopo la distruzione di quella antica, causata dallo straripamento della Pioverna. Alla nuova lavorarono Giovanni da Campione, Antonio fu Jacopo di Vall’Intelvi e maestro Comollo da Osteno.6 Antiche pitture adornano la vôlta della navata mediana, in parte deteriorate, buoni lavori in legno le ancone dei due altari nelle cappelle laterali; in quella a sinistra un quadro del XVI° secolo, ritenuta opera del Luini o, meglio, della sua scuola; l’occhio o rosone, in terra cotta nella facciata della Chiesa, e la statua rappresentante l’Arcivescovo Visconti. Nel nuovo cimitero vennero innalzate bellissime cappelle mortuarie e statue; fra questa primeggia la Pietà, lavoro del distintissimo scultore A. Tantardini. Ammirevoli: ad Esino la Chiesa, in origine ad una sola arcata con stucchi, accennata da Gotofredo da Bussero (1228), ampliata nel 1848 e prolungata nel 1890; hanno lavori d’intaglio il battistero del 1500, il pulpito, il presbiterio e l’organo del 1600; a Vendrogno la superba cappella mortuaria, innalzata nel 1883-85 dall’Ing. Pietro Giglio con marmi diversamente colorati tolti alle cave della Valsassina; a Dervio la Prepositurale e la Chiesetta di S. Quirico; a Corenno i sepolcri; a Piona (Colico) il Convento dei Benedettini colla Chiesa già dedicata a S.ª Giustina martire, innalzata per ordine di S. Agrippino, Vescovo di Como, decesso nel 586.7 Nel 1252 venne ricostrutto il Convento (Vedi annotazione I) da pochi anni dichiarato monumento nazionale. Piona era compresa un tempo nella Pieve di Gravedona, ed ultimo investito della commenda fu Mons. Bertieri, Vescovo di Como sino al 1797, nel qual anno essendo passato Vescovo di Pavia, venne la commenda soppressa.
Torri antichi o castelli ad Esino, Perledo, Varenna, Dervio, Corenno e Colico, dove sorgono anche gli avanzi del Forte di Fuentes, dal nome del governatore di Milano che lo fece erigere nel 1603 — dominazione spagnuola — e distrutto dai Francesi nel 1796.
A Bellano sulla fine dell’altro secolo si rinvennero armi, lucerne, monete di rame ed alcuni sepolcri romani8; in territorio di Perledo, nella costruzione del tronco ferroviario, anno 1892, in un sepolcreto gallo-romano, lancie, spade, elmo, ciondoli in bronzo, che si ammirano nel Palazzo Giovio in Como; ad Esino lancie e spade, a Dorio monete. Nei lavori al nuovo canale dell’Adda a Colico, nel 1847, si scoprirono vasi di terra, di vetro, oggetti di bronzo, lancie, scuri, coltelli, fibule ed armille in un sepolcreto romano.9
Mercati mensili e fiere a Bellano; fiere a Varenna, Dervio e Colico, un tempo molto in fiore.
Nel Mandamento abbondano i legati di beneficenza; a Varenna, Bellano e Colico Asili Infantili, sôrti con oblazioni private, doni e lotterie, nonchè fiorenti Società Operaje.
Fra gli uomini che si distinsero nelle scienze, nelle lettere, arti, industrie e beneficenza, sono meritevoli di speciale menzione:
Bartolomeo da Bellano, nato nel 1420, morto circa il 1492, distinto scultore e fonditore, che lavorò nella Basilica di S. Antonio di Padova e nel duomo di Perugia.10
Nicolò Boldoni, che nel 1510, primo nella Provincia, fabbricava un filatojo per la seta in Como.11
Altro Nicolò Boldoni, medico, professore distinto, avo di Sigismondo, poeta, scrittore, oratore e medico, rapito in giovine età dalla terribile peste del 1630, cui, in settembre 1898, venne innalzato a Bellano un monumento.
Tomaso Grossi, poeta gentile, nato il 23 gennajo 1790 e morto nel 1853, cui i Bellanesi inaugurarono un monumento, opera di Tantardini, sul piazzale del lago, nel 1866.
Tutti i sunnominati nacquero in Bellano.
Jacomo, scultore, che nell’anno 1473 lavorò nel Duomo di Ferrara.10
Martino e Francesco di Giorgio, maestri di costruzione, lavorarono in Siena al Palazzo Piccolomini.10
Giorgio Serponti e Galeazzo Tenca, medici di distinta fama.12
Questi ebbero i loro natali in Varenna.
Perledo fu culla di Giacinto, Gio. Batta e Bastiano Faggi, letterati, e di Fumeo Gio. Battista, buon pittore; vissero nel XVII° secolo. Nel presente si distinse un Paolo Fumeo, professore e valente scrittore, decesso nel 1846 a soli 46 anni.13
L’Ing. Pietro Giglio, di Vendrogno, decesso il 27 settembre 1883, con suo testamento disponeva la cospicua somma di lire 200,000 per l’attivazione di una scuola d’arti, mestieri e caseificio pei giovanetti d’ambo i sessi dei Mandamenti di Bellano ed Introbio, e lire 10,000 per un posto nell’Istituto delle Sordo-mute di Como, a favore di una sgraziata di Vendrogno o di un Comune della Valsassina.
Degni pure di ricordo: un Rosselin, che primo tentò bonificare il Piano di Colico, aprendo canali di scarico per le acque, suicidatosi nelle vicinanze di Como; Sacchi Luigi, che ne continuò le bonifiche; ma l’uno e l’altro dovettero abbandonarle per la mancanza di sussidio promesso dal governo austriaco.
I lavori di bonificazione, che vennero e vengono fatti dai comprensori, l’affrancazione dei terreni nel Piano di Spagna, la proibizione del libero pascolo, migliorarono di assai quella paludosa zona, formando boscaglie, prati e campagne, diminuendo i miasmi e le febbri, feral dono di quelle terre.
Note
- ↑ Arrigoni — La Valsassina.
- ↑ Giulini — Memorie.
- ↑ D. Santo Monti — La Cattedrale di Como.
- ↑ Giulini — Memorie della Città e Campagna di Milano.
- ↑ C. Cantù — Storia della Città e Diocesi di Como.
- ↑ Merzario — I Comacini.
- ↑ Tatti — Annali Sacri della Città di Como.
- ↑ Arrigoni — La Valsassina.
- ↑ C. Cantù - Como e Diocesi.
- ↑ 10,0 10,1 10,2 Merzario — I Comacini.
- ↑ Monti D. — Storia di Como.
- ↑ Arrigoni — La Valsassina.
- ↑ Arrigoni - Cenni biografici.