La Pieve di Dervio/Comune di Corenno-Plinio
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Comune di
CORENNO - PLINIO
A chi parte da Dervio volgendo a nord pel superbo stradale fiancheggiato in parte dalla linea ferroviaria, dal lago e da ubertosi vigneti, arrivato alla Cappelletta della Dossa, innalzata nel 1695, si presenta d’un tratto il ridente paesello di Corenno, cui venne aggiunto il distintivo di Plinio nel 1863. Le case aggruppate, sovrapposte l’una all’altra a gradinata, il vecchio molo, le torri del ghibellino castello coi mesti cipressi e l’erta rupe che a tutto sovrasta, formano una graziosa e pittoresca veduta. Quanto ridente al sud, altrettanto imponente è l’opposto versante per la massa delle merlate mura e delle annose piante del cupo Ombriago. Posato su uno scoglio di schisto micaceo ricco di stauroliti, granate e quarzo, specchiasi nelle azzurre acque del Lario che gli lambiscono il piede.
Corenno è geograficamente situato sul grado 40.3'.20" di latitudine e gradi 3.8'.30" di longitudine da Roma, Monte Mario. Non trovandosi allo sbocco di valle gode di una temperatura abbastanza mite e regolare, come risulta dalle osservazioni termo-udometriche del decennio 1888-97 fatte nella stazione di Corenno-Plinio.
Queste osservazioni rappresentano, molto approssimativamente, la media dell’alto Lario.
OSSERVAZIONI TERMO-UDOMETRICHE (DECENNIO 1888-1897)
Anni | GIORNI | Pioggia caduta in altezza |
Temperatura | |||||||
Sereni | Misti | Coperti | con Tempor. |
con Pioggia |
con Neve |
Minima | Massima | Complessiva annuale | ||
Millimetri | Centigradi | Centigradi | Centigradi | |||||||
1888 | 134 | 156 | 76 | ? | 130 | 5 | 1946.6 | — 3.0 | +32.4 | 5728.9 |
1889 | 97 | 188 | 80 | ? | 125 | 5 | 1758.1 | — 3.3 | +31.8 | 5377.0 |
1890 | 177 | 82 | 98 | 45 | 114 | 7 | 1553.2 | — 3.9 | +30.9 | 5952.7 |
1891 | 200 | 70 | 87 | 21 | 126 | 2 | 1571.1 | — 7.0 | +33.1 | 6050.0 |
1892 | 202 | 75 | 89 | 24 | 116 | 3 | 1385.0 | — 2.5 | +32.8 | 5887.3 |
1893 | 252 | 52 | 61 | 26 | 93 | 5 | 709.2 | — 6.1 | +34.0 | 6492.9 |
1894 | 246 | 49 | 70 | 32 | 113 | 4 | 1019.6 | — 4.5 | +32.0 | 6060.1 |
1895 | 211 | 57 | 97 | 16 | 94 | 11 | 1193.7 | — 4.0 | +33.0 | 6044.4 |
1896 | 230 | 63 | 73 | 34 | 120 | 4 | 2102.6 | — 2.1 | +31.1 | 5729.5 |
1897 | 260 | 35 | 70 | 41 | 109 | 2 | 1393.6 | — 2.5 | +32.0 | 6124.6 |
Media annuale |
200 | 82 | 80 | 24 | 114 | 5 | 1463.5 | — 3.8 | +32.3 | 5944.7 |
L'osservatore Rag. C. ANDREANI
Sino al 1520 Corenno fece parte del Comune di Dervio reggendosi cogli stessi regolamenti, quali risultano dalla copia degli Statuti di Dervio-Corenno del 1384-89. La copia è autenticata dai pubblici notaj imperiali Martino qm. Lorenzo De Andreani nel giorno 27 aprile, Baldissare Campazzi del fu maestro Beltramo il 21 agosto e Giovanni qm. Matteo De Andreani il 24 agosto 1452.1
Anni 1740-1797 — Il comune amministravasi mediante Consiglio generale presieduto dal giudice o podestà di nomina feudale residente in Bellano. Al Sindaco, che funzionava anche da Cancelliere coll’annuo assegno di Lire 24, era raccomandata l’amministrazione del patrimonio comunale, il riparto delle pubbliche gravezze, la tenuta dei registri di catasto e le scritture. L’elezione del Sindaco era di spettanza del Consiglio, che ne rivedeva i conti alla fine del triennio.
Le cause criminali venivano discusse in Bellano e le civili in Dervio, dove risiedeva un luogotenente del Giudice.
La comunità era tassata in ragione di staja 9 libbre 6 di sale, quantitativo che corrispondeva al valore di rendita di tutto il territorio stimato in Lire 3,219.2 imperiali, esenti però i terreni eclesiastici tanto per la parte colonica che per la domenicale.
L’annua quota gravitante sul comune ascendeva in media a Lire 800 compresevi le Lire 508.14.6 di diaria portate dall’ufficio di riparto del Ducato. Veniva quella somma ripartita per più di due terzi sui terreni, ed il rimanente sulle tasse personali e di focatico. Il personale era pagato dai soli maschi dai 18 ai 70 anni compiuti, in ragione di soldi 30 per capo, ed altrettanto per ogni tassa di focatico o famiglia.
Nel triennio 1747-49 le persone tassabili non superavano il numero di sedici, e di venti quello delle famiglie.
Il catasto era solo rurale, in parte a misura ed in parte a stima; l’imposta gravitava in Lire 2.4 per ogni pertica all’incirca.
Alle generali gravezze dovevansi aggiungere le spese locali che annualmente venivano pagate: al signor conte Sfondrati, feudatario, Lire 35.12 — al Giudice o Podestà per stipendio L. 19.4, più L. 5.5 per visite alle strade e soldi 2.6 (una parpajola) per ciascun bollo dei pesi e misure — al fante o messo comunale L. 13.4 — al Sindaco Cancelliere L. 24 — al Console L. 9 — all’Esattore in media L. 40 — al Chirurgo L. 29.7 — voto della comunità per due messe L. 4 — manutenzione del molo L. 35 — manutenzione del palazzo pretorio, casa del fante e mobiglio del Podestà L. 6 — per la separazione al reverendo Proposto di Dervio L. 3 — manutenzione della chiesa, campanile, olio, cera, salario al custode o campanaro L. 175 — al Podestà per visite straordinarie causate da incendi, furti, morti per cadute L. 8.8 per ciascuna. Non esisteva peso di decima al reverendo Proposto, essendo stata affrancata colla cessione di un prato alla Crocetta in principio del 1700.
Alle spese comunali sopperivasi, oltre il provento della quota sui terreni e tasse, coll’affitto di una parte di lago, dazio sulla fabbricazione del pane venale od introduzione in paese, tassa sull’osteria, bollino vecchio, pesi e misure con un reddito approssimativo di Lire 183.13, diminuite dalle frequenti escrescenze del lago, che obbligavano il comune al rimborso dei danni all’affittuario.
L’esiguità dei terreni coltivati e relativo prodotto, riconosciuto dall’illustrissimo Magistrato camerale, aveva obbligato da lungo tempo gli abitanti a chiedere licenza di ritirare una data quantità di grano dai magazzeni di Como stabilita in moggia 128 all’anno. L’acquisto era molto gravoso alle famiglie che, oltre l’importo del grano, dovevano soddisfare il dazio ed il trasporto calcolati in soldi 30 per moggio.
Il bosco Caravina o Lenteno era compreso nell’estimo del comune di Corenno sino al 1781, nel quale anno coll’approvazione del nuovo censo venne unito al territorio di Dorio dal quale era circondato.2
Per il regolamento amministrativo dal 1816 al presente vedasi Dervio.
Degni di attenta osservazione sono i tre monumenti sepolcrali posti sul piazzale della chiesa, o sagrato come chiamavasi un tempo, già cimitero sino al 1820; quello appoggiato al castello trovavasi nella chiesa dove venne innalzato nel 1371 per ordine del «signor Stefano figlio del fu Baldissare De Andreani del borgo di Corenno, diocesi di Milano», come indica l’iscrizione sul monumento stesso. Il munifico signor Conte Alessandro Sormani-Andreani lo fece esportare in occasione che volonterosamente faceva radere al suolo una sua casa in vicinanza al campanile per allargare il piazzale della chiesa nel 1870. Della famiglia del sullodato signor Conte è pure l’antichissimo sepolcro appoggiato al muro della chiesa, a destra dell’osservatore, di epoca ignota, e dove ultimo venne sepolto l’illustrissimo signor Gian Mario Andreani, Conte e patrizio milanese, decesso il 21 settembre 1774. L’altro a sinistra, di proprietà della famiglia fu Carlo Antonio Andreani, è opera pregevole della fine del XIV° secolo.
La chiesa, già rettoria o beneficiale, compresa nella cerchia del castello3, venne ordinata parrocchiale nel 1566, ed alla fine dello scorso secolo — nel 1795 — ampliata di tutta la parte a levante dipartendosi dalla balaustrata.
L’ornamentazione della porta in serizzo, ante e bussola, vennero fatte fare nel 1698 da Carl’Antonio Andreani, ed il pavimento in comunione col signor Tomaso Calvi.4
Ammirevoli: l’altare maggiore in marmi colorati con elegante tempietto o padiglione, pure in marmo; quello della cappellania della B. V. instituita dal Notajo Giovanni Antonio De Andreani il 25 ottobre 1551 con ancòna a colonne in marmo nero di Varenna, opera eseguita dal maestro Ali Andrea residente in Bellano, per il prezzo di L. 700. L’ancòna, nonchè il suolo, balaustrata in marmo e pittura della cappella vennero fatte per ordine del già nominato Carl’Antonio Andreani nel 17035; il pregevole quadro dell’Annunciazione è dono della nobilissima signora Contessa Seregni-Andreani donna Carolina.
Dal 1520 al presente si susseguirono quindici Parroci; il primo di questi, don Giovanni Battista Andreano, eletto col titolo di Curato, assunse nel 1560 quello di Parroco; visse sino al 1582.
Oltre il castello, accennato nelle Effemeridi all’anno 1363-70, di proprietà del signor Conte Lorenzo Sormani-Andreani, trovansi avanzi di torri ed arcate nelle vie del paese, anticamente dette Calloggie, che venivano chiuse da massiccie ante. All’angolo della casa Andreani, sulla via per Dervio, trovavansi ancora nel 1860 infissi nel muro i cardini su cui giravano le solide imposte della porta, e la mensola di sostegno dell’arco che le soprastava.
A monte del castello esisteva il Fossato, occupato in parte dallo stradale nazionale, ed il rimanente riempito nel 1830-31. Nel 1895 mutò il vecchio nome in quello di Viale XX Settembre in occasione del 25° anniversario del possesso di Roma.
Dell’antico Convento degli Umiliati a Monasterio, soppresso nel 1570, non sopravanzano che pochi locali ridotti ad uso colonico ed in rovina. Sono dessi compresi nei fondi a livello del Collegio Gallio, posti nei territori di Dervio e Corenno con una complessiva superficie di Pertiche milanesi 552.19 coll’estimo di Scudi 711.1.4 risultante dal censo del 1781. Ora moltissimi appezzamenti di quei terreni vennero dai livellari affrancati.
Il cardinale Federico Borromeo nel 1612 ordinava di ristaurare i locali della casa parrochiale, soffittare ed innalzare il portico esistente avanti la stessa verso la piazza per formare altro locale superiore.6 Sotto quel portico, ancora nel 1726, convenivano gli abitanti, si radunavano i sindacati (riunioni consigliari), dove il Giudice faceva ragione quando le intemperie non permettevano di tenerle all’aperto. Non è conosciuta l’epoca della chiusura di quel portichetto, causa di continui dissensi fra parroco e popolo.7 La bassa ed indecente casupola parrocchiale, sfasciantesi per vetustà, venne rifatta nel 1855 a spese della Prebenda Parrocchiale.
A fianco del Cimitero, costrutto nel 1819, ampliato nel 1880, trovasi la gentilizia cappella mortuaria dei Conti Sormani-Andreani, con buona pittura di Giovanni Battista Sertorio eseguita nel 1837.
L’istruzione è impartita da una Maestra in scuola mista; allo stipendio concorre lo splendidissimo signor Conte Lorenzo Sormani-Andreani con annue Lire 400, da esso obbligate in perpetuo con istrumento 17 ottobre 1893.
Il diritto di pesca nel lago di Corenno venne acquistato dal signor Conte Alessandro Sormani-Andreani nel 1814, come da istrumenti 20 aprile e 22 luglio, dal confine con Dervio, dove dicesi allo Spino, alla valletta di Olciasca.
OPERE PIE
Legato Conte Gian Mario Andreani di Corenno-Plinio di annue lire 153.60, stabilite con testamento 16 agosto 1830, da distribuire ai poveri del comune specialmente infermi.
Legato Don Santo Calvi di Corenno-Plinio. — Con testamento 14 dicembre 1831 stabiliva un’annua rendita di Lire 100 in perpetuo a favore dei poveri e per una novennale missione.
Legato per borse di studio, instituito dall’illustrissimo Conte Gian Mario Andreani col testamento suaccennato di annue Lire 1,500, da dividere fra tre giovani domiciliati e residenti nella Pieve di Dervio, di famiglia decaduta. La nomina e la distribuzione vien fatta direttamente dal Patrono signor Conte Lorenzo Sormani-Andreani.
Legato Pozzi Agostino fu Tomaso di Corenno-Plinio. — Con codicillo 25 gennajo 1836 stabiliva un’annua rendita di Lire 40 in perpetuo, per distribuzione di sale a tutte le famiglie residenti in comune, nell’anniversario di sua morte avvenuta il 14 febbrajo detto anno.
Dal XII° secolo nella Famiglia Andreani, detti un tempo anche Castellani, feudatari del paese, si susseguirono diversi Notaj ed uomini distinti nelle scienze e ordini ecclesiastici; altri coprirono onorifiche ed altissime cariche. Un cavaliere Don Paolo Andreani nel 1784, primo in Italia, lanciavasi in una Mongolfiera (pallone aerostatico) nella sua villa di Moncucco. Anche l’antica e nobile Famiglia De Campazzi, da molti anni estinta, annoverò Notaj e studiosi.
Il comune nel 1750 aveva una popolazione di 102 abitanti che salirono a 214 nel 1850, e da questa data al 31 dicembre 1897 a 230. Dei 230 abitanti, suddivisi in 47 famiglie, circa un terzo trovansi all’estero.
Corenno è composto del paese propriamente detto e delle tre frazioni antichissime di Chiari, Monasterio e Piazzo; questa, già detta Manzione di Piazzo, era in fine del 1300 proprietà di un Laurenzoli Andrea e del Monastero di S. Clemente.
Il territorio comunale misura una superficie di Pertiche metriche 632 con una rendita di Lire 4,249.55 fra terreni e fabbricati.
Il patrimonio comunale ammonta a Lire 35,480.59; la sovrimposta media del comune nel decennio 1888-97 fu di Lire 392.43.
Note
- ↑ Copia di mia proprietà.
- ↑ Dalla copia della Relazione del Sindaco-Cancelliere Carlo Calvi del 1751, di mia proprietà.
- ↑ Notizia del signor Conte Lorenzo Sormani-Andreani.
- ↑ Documento di mia proprietà.
- ↑ Documento di mia proprietà.
- ↑ Dai Decreti del Cardinale Borromeo nella visita alla Parrocchia — Archivio Propositurale di Dervio.
- ↑ Documenti di mia proprietà.