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renzo De Andreani nel giorno 27 aprile, Baldissare Campazzi del fu maestro Beltramo il 21 agosto e Giovanni qm. Matteo De Andreani il 24 agosto 1452.1
Anni 1740-1797 — Il comune amministravasi mediante Consiglio generale presieduto dal giudice o podestà di nomina feudale residente in Bellano. Al Sindaco, che funzionava anche da Cancelliere coll’annuo assegno di Lire 24, era raccomandata l’amministrazione del patrimonio comunale, il riparto delle pubbliche gravezze, la tenuta dei registri di catasto e le scritture. L’elezione del Sindaco era di spettanza del Consiglio, che ne rivedeva i conti alla fine del triennio.
Le cause criminali venivano discusse in Bellano e le civili in Dervio, dove risiedeva un luogotenente del Giudice.
La comunità era tassata in ragione di staja 9 libbre 6 di sale, quantitativo che corrispondeva al valore di rendita di tutto il territorio stimato in Lire 3,219.2 imperiali, esenti però i terreni eclesiastici tanto per la parte colonica che per la domenicale.
L’annua quota gravitante sul comune ascendeva in media a Lire 800 compresevi le Lire 508.14.6 di diaria portate dall’ufficio di riparto del Ducato. Veniva quella somma ripartita per più di due terzi sui terreni, ed il rimanente sulle tasse personali e di focatico. Il personale era pagato dai soli maschi dai 18 ai 70 anni compiuti, in ragione di soldi 30 per capo, ed altrettanto per ogni tassa di focatico o famiglia.
Nel triennio 1747-49 le persone tassabili non superavano il numero di sedici, e di venti quello delle famiglie.
Il catasto era solo rurale, in parte a misura ed in parte a stima; l’imposta gravitava in Lire 2.4 per ogni pertica all’incirca.
Alle generali gravezze dovevansi aggiungere le spese locali che annualmente venivano pagate: al signor conte Sfondrati, feudatario, Lire 35.12 — al Giudice o Podestà
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