Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura L'appuntamento Intestazione 29 aprile 2024 75% Da definire

L'anima L'addio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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L’APPUNTAMENTO.

     Sii detto tra pparentis:1 accidenti!
T’abbasta mai de famme2 stà cqui ffòra?
S’ha d’aspettà de ppiù, ppe’ ddina nora?
Bell’ora de vienì a l’appuntamenti!

     Sì! vvent’ora, e la picca:3 propio venti!
Come intòcca,4 mommó5 sso’ vventun’ora.
Venti e ttrecquarti so’ ssonati allora
Che Ssucchiella t’ha ttrovo6 a li Serpenti.7

     Bravo! dàmosce8 un po’ una scallatina.9
Va’ vva’!10 eh ssicuro che vva addietro un mese!
Nu’ lo senti per dio, che nnun cammina?

     Tu sguèrcete11 in der mio. Cueste so’ spese!
E aribbatte12 co’ cquello, oggni matina,
Che rregola l’imbrojji der paese.13

Roma, 11 maggio 1833.

Note

  1. Parentesi.
  2. Farmi.
  3. Espressione d’impazienza di chi non vuole stare al detto altrui.
  4. [Come batte l’orologio.]
  5. Or ora.
  6. Trovato.
  7. Contrada del Rione dei Monti.
  8. Diamoci.
  9. Così suol dirsi, allorchè veggasi altri por mano a un oriuoio di vecchia forma [che, per ischerzo, si chiama scallaletto, scaldaletto]. Veggasi su ciò il sonetto... [Er bracco ecc., 7 dic. 32].
  10. Ve’ ve’! [Va’, troncamento di varda, guarda.]
  11. Accècati [sguèrciati] ecc.: semplicemente, “osserva.„ [O meglio “spècchiati.„]
  12. Ribatte: si confronta.
  13. L’orologio di Monte Citorio, che dà norma alle udienze del Foro, e all’orario de’ pubblici dicasteri.