Er bracco rinciunciolito
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
ER BRACCO RINCIUNCIOLITO.1
Raccontateme un po’, ssor faccia-tosta:
Da che vve vedo de marcià in zaraca,2
Avete armato3 puro4 la lumaca?5
Dite la verità, cquanto ve costa?
E cch’edè? un scallaletto5 de tommaca?6
O spidiera?5 o ccipolla?5 o ccallarosta?5
Ma abbadate, perchè cquanno se c...,
Sti così pe’ annà ggiù ssò ffatti apposta.
E a cche vve serve llì cquell’aggnusdeo7
Co ’na catena c’aricorda armanco
Er zettimo o l’ottavo ggiubbileo?8
St’orloggio in panza e sta saraca ar fianco
Ve dà ll’aria d’un scribb’e ffariseo
Che vvadi a mmette er bollo ar pane bbianco.
Roma, 7 dicembre 1832.
Note
- ↑ Il birro rincenciolito: che ha migliorato l’assetto esteriore
- ↑ Salacca: pesce salato, dicesi anche in derisione delle spade o meglio squarcine.
- ↑ Armare, per “metter su.„
- ↑ Pure, enziandio.
- ↑ 5,0 5,1 5,2 5,3 5,4 Tutti nomi derisòri che si dànno a un oriuolo di goffa figura. [Propriamente, la spidiera (da spido, spiedeFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte) è il “girarrosto;„ e la callarosta (calda-a-rosto) è la "bruciata., ]
- ↑ Tombacco [similoro].
- ↑ Agnus-dei: piccolo oggetto pensile formato di cera benedetta, e di una mistura in cui si crede entrare per principale parte integrale una terra già bagnata del sangue de’ martiri. Qui sta per “oriuolo„, in senso di cosa antica.
- ↑ Ogni pio cristiano non ignora i giubilei, o anni santi, ricorrere in oggi a periodi di 25 in 25 anni.