Istoria delle guerre gottiche/Libro terzo/Capo XXXI

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CAPO XXXI.

Primi segni di congiura contro Giustiniano. Artabano di ritorno dall’Africa, preso di Proietta imperiale nipote, vien costretto a riunirsi alla ripudiata donna. Suo corruccio per le nozze di lei, che ama, con Giovanni figlio di Pompeo. — Germano, altro imperial nipote ed erede del fratello Boraide, dallo zio molestato.

I. Nel procedere di tali cose ebbevi congiura contro Giustiniano Augusto, e come si passasse a consigli di tradigione e questi, disvelati, andassero a vuoto, ora formerà il mio argomento. Morto il tiranno Gontari, giusta il narrato negli antecedenti libri1, Artabano era cupidissimo di unirsi in matrimonio alla fidanzatagli Proietta, nipote, secondo femmina, d’Augusto. A simile, nutriva la donna grandissimo desiderio di queste nozze, indottavi non da amore, ma dalle tante sue obbligazioni, andandogli debitrice della presa vendetta contro gli ucciditori del consorte Areobindo, e della propria liberta quando giaceasi prigioniera e prossima ad entrare nel talamo, a suo marcio dispetto, del tiranno Gontari. Convenuto adunque insieme di ottimo cuore il matrimonio, l’amante ne fe’ restituzione a Giustiniano, ed a pro suo domandava sotto mentiti pretesti, sebbene creato conte di tutta l’Africa, una chiamata a Bizanzio, istigatovi principalmente dalla cupidigia di siffatte nozze, che appianavangli la via a moltissimi beni ed in [p. 390 modifica]ispecie all’impero. Tali pur troppo siam noi, i quali non appena giunti a qualche impensata prosperità, inetti a moderare gli animi nostri, ci mettiamo di posta avidamente ad ambire cose maggiori, e solo hanno tregua le concepite speranze quando ne abbandonano eziandio i primi favori della buona fortuna2. Giustiniano adunque richiamollo presso di sè creando un nuovo conte dell’Affrica, siccome altrove scrivea 3. Artabano di ritorno in Bizanzio non tanto era l’oggetto della comune ammirazione per le sue geste, quanto in sorprendente guisa cattivavasi gli animi del volgo coll’alta e dignitosa taglia della persona, co’ liberali costumi e colla riserbatezza del parlar suo. L’imperatore gli fu larghissimo di onori, elevandolo sino a quello di maestro de’ militi bizantini e di condottiero de’ confederati; lo ascrisse di più tra’ consoli titolari; ma non potè unirlo in matrimonio a Proietta, vivendogli tuttavia la donna cui sposò ne’ suoi più verdi anni ed avea da lunga pezza ripudiata, forse per alcuna delle colpe che disamorano i mariti. Costei dopo il rifiuto guardò mai sempre la propria casa di nulla querula, e tranquilla d’animo sino a tanto che non spirò ad Artabano aura propizia; ma vedutolo chiaro per le nobili imprese e salito [p. 391 modifica]a grandi onoranze tocca dalla sua ignominia passa alla Corte e presentatasi in atto supplichevole a Teodora riaddomanda il consorte. L’Augusta, sortito da natura il patrocinare le disgraziate donne, ve la ricongiunge di forza, ordinando a costui di tornarla nei matrimoniali diritti, e dassi in moglie a Giovanni, figlio di Pompeo e fratello d’Ipazio, Projetta. Impotente Artabano di moderarsi in così grave dispiacenza con acerbe parole andava sfogando il proprio dolore per l’impedimento postogli alle nozze con donna del cuor suo, e per essere costretto a menar la vita con altra che all’estremo odiava. Da tale violenza fuormisura inasprito non appena ebbe inteso poco stante la morte dell’imperatrice non volle più sapere degli antichi legami.

II. Germano da lato maschile nipote dell’imperatore ebbe a fratello Boraide, il quale morendo non guari prima avealo con tutta la discendenza arricchito donandogli la massima parte del suo patrimonio, quasi dimentico della moglie e d’una sola figliuola, cui lasciava unicamente il poco dagli statuti prescritto. Giustiniano impertanto preferendo aiutare la donzella, offese in singolar modo il nipote.


Note

  1. Guerre Vandaliche, lib. III.
  2. Qui mi giova ricordare il bell’aforismo di Francesco Guicciardini. È permesso a ciascuno di desiderare di pervenire a miglior fortuna; ma deve anche ciascuno pazientemente tollerar quello che la sorte gli ha dato.
  3. Guerre Vandaliche, lib. IV. Giovanni di Pappo venne creato conte di tutta l’Affrica in luogo di costui.