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LIBRO TERZO | 389 |
CAPO XXXI.
Primi segni di congiura contro Giustiniano. Artabano di ritorno dall’Africa, preso di Proietta imperiale nipote, vien costretto a riunirsi alla ripudiata donna. Suo corruccio per le nozze di lei, che ama, con Giovanni figlio di Pompeo. — Germano, altro imperial nipote ed erede del fratello Boraide, dallo zio molestato.
I. Nel procedere di tali cose ebbevi congiura contro Giustiniano Augusto, e come si passasse a consigli di tradigione e questi, disvelati, andassero a vuoto, ora formerà il mio argomento. Morto il tiranno Gontari, giusta il narrato negli antecedenti libri1, Artabano era cupidissimo di unirsi in matrimonio alla fidanzatagli Proietta, nipote, secondo femmina, d’Augusto. A simile, nutriva la donna grandissimo desiderio di queste nozze, indottavi non da amore, ma dalle tante sue obbligazioni, andandogli debitrice della presa vendetta contro gli ucciditori del consorte Areobindo, e della propria liberta quando giaceasi prigioniera e prossima ad entrare nel talamo, a suo marcio dispetto, del tiranno Gontari. Convenuto adunque insieme di ottimo cuore il matrimonio, l’amante ne fe’ restituzione a Giustiniano, ed a pro suo domandava sotto mentiti pretesti, sebbene creato conte di tutta l’Africa, una chiamata a Bizanzio, istigatovi principalmente dalla cupidigia di siffatte nozze, che appianavangli la via a moltissimi beni ed in i-
- ↑ Guerre Vandaliche, lib. III.