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LIBRO TERZO 391

a grandi onoranze tocca dalla sua ignominia passa alla Corte e presentatasi in atto supplichevole a Teodora riaddomanda il consorte. L’Augusta, sortito da natura il patrocinare le disgraziate donne, ve la ricongiunge di forza, ordinando a costui di tornarla nei matrimoniali diritti, e dassi in moglie a Giovanni, figlio di Pompeo e fratello d’Ipazio, Projetta. Impotente Artabano di moderarsi in così grave dispiacenza con acerbe parole andava sfogando il proprio dolore per l’impedimento postogli alle nozze con donna del cuor suo, e per essere costretto a menar la vita con altra che all’estremo odiava. Da tale violenza fuormisura inasprito non appena ebbe inteso poco stante la morte dell’imperatrice non volle più sapere degli antichi legami.

II. Germano da lato maschile nipote dell’imperatore ebbe a fratello Boraide, il quale morendo non guari prima avealo con tutta la discendenza arricchito donandogli la massima parte del suo patrimonio, quasi dimentico della moglie e d’una sola figliuola, cui lasciava unicamente il poco dagli statuti prescritto. Giustiniano impertanto preferendo aiutare la donzella, offese in singolar modo il nipote.