Istoria delle guerre gottiche/Libro quarto/Capo III

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CAPO III.

Monte Caucaso e sue gemine Porte-Unni Sabiri. Amasoni. ― Abasgi cristiani. Giustiniano vieta loro la castratura.

I. Oltrepassata l’antedetta regione trovi il Caucaso per modo altissimo che la sua cima superando le nubi va ognora esente da pioggia e neve; l’ultima tuttavia è perpetua dalla metà alle radici, e le infime parti ergonsi come le più elevate creste degli altri monti. Le volte a Settentrione o ad Occaso hanno a limite l’Illirico e la Tracia, quelle di contro ad Oriente o Mezzogiorno riescono alle Porte, che mettono i vicini Unni nel tener de’ Persiani e dell’impero. Delle Porte l’una con antico vocabolo è detta Tzur, la seconda Caspia. Gli Alani possessori della regione che divide il Caucaso dalle Porte Caspie non obbediscono a chicchessia, stringono spesso lega colla Persia, ed armati soccorronla contro ai Romani ed agli altri nemici. Basti del Caucaso.

II. Qui vedi gli Unni appellati Sabiri ed altre lor genti. A simile è fama che le Amazoni uscite di questa regione si mettessero a campo nella Temisciria1, presso [p. 440 modifica]del fiume Termodonte, ove sorge ora la testè ricordata Amiso. In oggi ne’ luoghi all’intorno del Caucaso non resta più nome o memoria di esse, avvegnachè non il solo Strabone abbiane scritto; a me sembra dieno in brocco quanti pretendono unqua esistito un viril genere di femmine, nè la natura umana aver cambiato sue leggi unicamente nel Caucaso; affermando invece che sterminato barbarico esercito partitosi di là insiem colle donne per iscorrazzare l’Asia, piantasse il campo al Termodonte, e lasciatevi queste a guardia, procedesse a manomettere gran parte della regione, dove gli abitatori di lei pigliato a combatterli ne facessero scempio tale che neppur uno de’ tanti ebbe mezzo di tornare agli steccati; le donne allora, costrette dal timore de’ vicini e dalla carestia de’ cibi, vestissero a malincorpo animo ed abito virile, e dato di piglio alle armi ivi riposte da mariti valessersene a maraviglia, eseguendo coraggiosamente, instigatevi dalla necessità, virili imprese, finchè tutte giacquersi spente. Ora che le cose di tal modo sieno state, e che le Amazoni accompagnassero alla guerra i mariti lo congetturo dagli avvenimenti de’ miei giorni, la natura degli avi disvelandosi tutta nelle inclinazioni ed opere della stirpe loro. Spesso accadde pertanto, che discesi gli Unni ad assalire l’imperio e mortane parte ne’ combattimenti, i Romani, al ritirarsi de’ vivi, osservandone i cadaveri ne riconoscessero alcuni di femmina. Egli è poi certo che mai più videsi nè in Asia, nè in Europa altro femminile esercito, e mai più furon detti privi d’uomini i monti caucasii; tanto volea narrarsi delle Amazoni. [p. 441 modifica]

III. Di là dagli Apsilii, all’altra estremità del lunato lido, gli Abasgi occupano la proda sino al Caucaso. Una volta e’ venivan compresi nel dominio de’ Lazj e governati da due principi, l’uno all’Oriente all’Occidente l’altro, di lor nazione. Queste genti de’ miei dì veneravano i boschi e le selve, con barbarica semplicità prestando culto agli alberi quai Numi. Soggiacean poi a molestie gravissime, colpa l’insaziabile avarizia de’ capi, ambedue arrogandosi il diritto, ove s’appresentassero agli sguardi loro fanciulli avvenenti del volto e della persona, di strapparli tosto dalle braccia paterne e venderli, fatti eunuchi, a carissimo prezzo nel romano imperio ai bramosi di possederne. Toglievan di più la vita ai genitori per tema non la bizantina corte, pietosa dei lamenti loro, si desse a vendicarne il torto sofferto ne’ figli, e per liberarsi da sudditi di mal certa fede. I padri così riportavan danno ed eran pure in miseranda guisa spenti per lo aversi prole virile di gentili forme; quindi emergeva che moltissimi eunuchi ai servigi de’ Romani come pure dell’aula imperiale fossero di abasgica schiatta. Ora salito in trono Giustiniano le cose di là pigliarono assai più mite e dicevol piega; imperciocchè ed essi vennero alla cristiana religione, ed egli mandò loro Eufrate, altro degli eunuchi palatini e di abasgico sangue, coll’assoluto precetto di guardarsi bene per l’avvenire dal togliere ad uom tra sudditi la virilità oltraggiando col ferro la natura. Gli Abasgi lietissimi accolsero sì bella nuova, e sostenuti dall’imperiale divieto s’opposero con fermezza somma al proseguimento della nefanda azione, ridotti da prima a temere la paternità d’un avvenente [p. 442 modifica]pargoletto. Giustiniano di più edificò loro un tempio in onore di Maria Vergine, e diedene la custodia a sacri ministri coll’obbligo ch’e’ insegnasservi tutti i cristiani riti. E’ si pare finalmente che questi popoli in processo di tempo levati di mezzo i re pigliassero a menare libera vita; così furono le cose loro.

Note

  1. È la Temisciria una pianura da una parte bagnata dal mare e distante circa sessanta stadj da Amiso; dall’altra parte circondata da una catena di monti ricchi d’alberi e irrigati da fiumi che in questi monti medesimi hanno le loro sorgenti. Strab., lib. XII.