del fiume Termodonte, ove sorge ora la testè ricordata Amiso. In oggi ne’ luoghi all’intorno del Caucaso non resta più nome o memoria di esse, avvegnachè non il solo Strabone abbiane scritto; a me sembra dieno in brocco quanti pretendono unqua esistito un viril genere di femmine, nè la natura umana aver cambiato sue leggi unicamente nel Caucaso; affermando invece che sterminato barbarico esercito partitosi di là insiem colle donne per iscorrazzare l’Asia, piantasse il campo al Termodonte, e lasciatevi queste a guardia, procedesse a manomettere gran parte della regione, dove gli abitatori di lei pigliato a combatterli ne facessero scempio tale che neppur uno de’ tanti ebbe mezzo di tornare agli steccati; le donne allora, costrette dal timore de’ vicini e dalla carestia de’ cibi, vestissero a malincorpo animo ed abito virile, e dato di piglio alle armi ivi riposte da mariti valessersene a maraviglia, eseguendo
coraggiosamente, instigatevi dalla necessità, virili imprese, finchè tutte giacquersi spente. Ora che le cose di tal modo sieno state, e che le Amazoni accompagnassero alla guerra i mariti lo congetturo dagli avvenimenti de’ miei giorni, la natura degli avi disvelandosi tutta nelle inclinazioni ed opere della stirpe loro. Spesso accadde pertanto, che discesi gli Unni ad assalire l’imperio e mortane parte ne’ combattimenti, i Romani, al ritirarsi de’ vivi, osservandone i cadaveri ne riconoscessero alcuni di femmina. Egli è poi certo che mai più videsi nè in Asia, nè in Europa altro femminile esercito, e mai più furon detti privi d’uomini i monti caucasii; tanto volea narrarsi delle Amazoni.