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442 GUERRE GOTTICHE

pargoletto. Giustiniano di più edificò loro un tempio in onore di Maria Vergine, e diedene la custodia a sacri ministri coll’obbligo ch’e’ insegnasservi tutti i cristiani riti. E’ si pare finalmente che questi popoli in processo di tempo levati di mezzo i re pigliassero a menare libera vita; così furono le cose loro.

CAPO IV.

Bruchi. Zecchi. Sagidi. Sebastopoli e Pizio — Eulisia. I Gotti Tetrassiti domandano un vescovo a Giustiniano Augusto.

I. Valicati i confini degli Abasgi, rimpetto al monte Caucaso, entrerai in quel de’ Bruchi per lo mezzo delle antedette genti e degli Alani. I Zecchi a stanza sulla marina del Ponto Eussino ricevevano ab antico dall’imperatore il monarca, ora vivonsi al tutto indipendenti. S’appresenta più innanzi la regione dei Sagidi, nella cui parte marittima i Romani, essendone altre volte padroni, eretto aveano e munito di truppe sul littorale due castelli, Sebastopoli e Piziunte, l’un dall’altro lontani due giornate, padroneggiando, come dicea, tutta la marittima piaggia dal confine di Trapezunte ai Sagidi; ma col procedere degli anni restarono all’imperatore soltanto i due castelli dove mandò truppe sino a’ dì nostri, quando Cosroe monarca de’ Persiani condotto dai Lazj a Petra risolvè occupare colle proprie armi que’ forti e lasciarvi guernigione. Se non che la soldatesca romana fatta consapevole della meditata impresa mandò in fiamme, prima che altri giugnesse, le abitazioni, e sopra pa-