Io veggio ben la mia desavventura

Cecco Nuccoli

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu sonetti Io veggio ben la mia desavventura Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Questo saper ti fo, signor mio caro Voi, che portate de mia vita luce
Questo testo fa parte della raccolta XXII. Ser Cecco Nuccoli
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VIII

È innamorato, ma non osa confessarlo.

Io veggio ben la mia desavventura,
ché per temenza perdo el mio desire;
e veggio ben che uom, ch’è senz’ardire,
4suo pregio non acquista per paura.
Uom, c’ha coraggio, puote aver ventura;
e bene è matto chi perde per dire,
come ch’él crede di poter fornire
8umiliando sempre la natura.
La gran temenza mi toglie ardimento
de dire a voi quello, ch’io porto in core,
11tal ho paura di far fallimento.
Ch’io non vi dico s’io vi porto amore:
ch’io sono in fuoco ed in grande tormento,
14e son giá quase morto del dolore.