In risaia/XXI
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XXI.
La Nanna disse ai suoi che voleva andare alla mietitura del riso per non esser presente alle nozze. La mamma capì l’umiliazione che avrebbe patita; se ne discusse a lungo in famiglia, e, contro tutte le regole, si stabilì di fare il matrimonio in quella stagione di grandi lavori, per risparmiare un disgusto alla figliola disgraziata.
E la Nanna partì tanto più volontieri, perchè Pacifico, durante quegli apparecchi d’un matrimonio combinato da lui, era sempre per casa, e lei l’aveva preso in uggia dopo la sua proposta; non poteva perdonargli d’averla chiamata una donna matura e punto bella; e non gli parlava più affatto.
Sul finire della mietitura Gaudenzio, dovendo passare presso la risaia dove lavorava la Nanna, s’incaricò di portarle qualche provvigione ed i confetti da nozze che le mandava la Maddalena.
— Quello è un bocconcin di sposa che ha portato a casa vostro fratello! le disse, Bella come un fiore, forte come una colonna, vispa come un’allodola.
Il cuore della Nanna era tutto fiele per quella cognata. Si abbandonò a pensare di certe donne che, dopo il primo parto, avevano perduti tutti i capelli: e di gravidanze che fanno uscire delle macchie gialle sul viso e cadere i denti. E si compiaceva di figurarsi che, fra un anno, quella bellezza avrebbe un figliolo e non sarebbe più bella.
Poi Gaudenzio raccontava i particolari delle nozze. La settimana prima della cerimonia, la sposa, accompagnata dalla mamma, era andata in giro con un piatto di confetti in un tovagliolo, ad offrirli casa per casa ai signori del paese. Così si usa da tutte le spose; ed i signori prendono un confetto, e mettono una moneta nel piatto; per lo più una lira. Ma la Rosetta aveva tanta buona grazia che tutti erano stati generosi con lei, ed aveva raccolti de’ bei quattrini. La mattina delle nozze poi, era vestita come una madonna, e c’erano state due carrozzelle ad accompagnarla da Cerano fino alla casa dello sposo.
— Ma il più bello, continuò a dire Gaudenzio, è stato nell’entrare in casa. La vostra mamma, che è una donna all’antica, aveva distesa in terra la scopa traverso l’uscio.
— Non occorre d’essere all’antica per questo, interruppe la Nanna, che, maliziosa com’era, aveva già presentito, in quell’accusa alla suocera, un’intenzione di difesa per la nuora. Tutte le mamme mettono sull’uscio la scopa. E se la sposa è una buona massaia la prende in mano per sgombrare il passo; e se è una trascurata, passa lasciandola in terra.
— Ma che! queste sono idee della mia nonna! disse Gaudenzio che faceva sempre pompa delle sue opinioni avanzate. Quel folletto di ragazza aveva proprio necessità di sgombrare il passo! Bisognava vederla! Ha fatto un salto, che ne avrebbe scavalcata una dozzina di scope.
— Ha scavalcata la scopa? esclamò la Nanna coll’aria più scandolezzata che potè assumere, come se le avessero detto: “Ha dato fuoco alla casa.”
— Sì! l’ha scavalcata! Che male c’è? Non lo sapeva che dovesse prenderla in mano per mostrarsi casalinga.
— Che! Non lo sapeva. Se usa a Trecate, non si può ignorarlo a Cerano. Non c’è mica il mare di mezzo. È che non ha voglia di essere casalinga, ecco! non ha raccolta la scopa!
E la Nanna gustava tutte le acri voluttà del male, in quel piccolo trionfo di cogliere in fallo la povera giovinetta.
E più tardi, passando accanto ad un gruppo di fanciulle radunate sull’aia intorno a Gaudenzio, che raccontava ancora ed ancora le meraviglie della loro giovine compagna, la Nanna gridò con disprezzo:
— Sì, eh? Bella moglie, che non ha neppure raccolta la scopa!
Ma Gaudenzio, che di peli sulla lingua non ne aveva proprio, le rispose dinanzi a tutti:
— Badate, Nanna, è l’invidia che vi fa parlare, perchè gli anni passano, ed il marito non viene, e la sposa è più bella di voi.
Ah! quel Gaudenzio era terribile! Neppur lui non era più giovine; aveva trent’anni. Ma col suo cappellino sull’orecchio e la sua aria disinvolta, era sempre irresistibile ad un modo; era sempre il lion del paese, per tutta l’estensione a cui giungeva il suo carro, e nessuno avrebbe pensato di trovarlo troppo vecchio per la vita galante che menava. Le fanciulle erano tutte indulgenza per lui; ed a quella sua uscita contro la Nanna, posero il visto con una risata insolente.
Tutto questo non era fatto per stabilire i preliminari della pace fra le due cognate, e la Nanna tornò a casa più che mai inviperita contro la sposa.