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il passo! Bisognava vederla! Ha fatto un salto, che ne avrebbe scavalcata una dozzina di scope.

— Ha scavalcata la scopa? esclamò la Nanna coll’aria più scandolezzata che potè assumere, come se le avessero detto: “Ha dato fuoco alla casa.”

— Sì! l’ha scavalcata! Che male c’è? Non lo sapeva che dovesse prenderla in mano per mostrarsi casalinga.

— Che! Non lo sapeva. Se usa a Trecate, non si può ignorarlo a Cerano. Non c’è mica il mare di mezzo. È che non ha voglia di essere casalinga, ecco! non ha raccolta la scopa!

E la Nanna gustava tutte le acri voluttà del male, in quel piccolo trionfo di cogliere in fallo la povera giovinetta.

E più tardi, passando accanto ad un gruppo di fanciulle radunate sull’aia intorno a Gaudenzio, che raccontava ancora ed ancora le meraviglie della loro giovine compagna, la Nanna gridò con disprezzo:

— Sì, eh? Bella moglie, che non ha neppure raccolta la scopa!