Il nuovo palazzo per la Biblioteca Nazionale centrale di Firenze: Progetto
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IL NUOVO PALAZZO
PER LA
BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE
DI FIRENZE
PROGETTO
DI
D. CHILOVI e A. PAPINI
Prefetto della Biblioteca Architetto
Torino — FIRENZE — Roma
ERMANNO LOESCHER
—
1892
IL NUOVO PALAZZO
PER LA
BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE
DI FIRENZE
Sul finire del 1885 il Comune di Firenze, in seguito al giudizio espresso nel 1882 da una Commissione parlamentare che dichiarò i locali della maggiore Biblioteca fiorentina troppo ristretti e insufficienti per il servizio pubblico, offriva in dono al R. Governo l’area necessaria per costruire, nel centro della città, un nuovo palazzo per la Biblioteca.1
Ma, per ragioni più che altro edilizie, l’area generosamente offerta in dono dal Comune fu cambiata, e sostituita, nel marzo del 1890, con altra più grande, sempre nel centro della città.
Questa nuova offerta era fatta alla condizione che il Governo dovesse, a suo tempo, cedere al Comune una parte dell’edifizio che la Biblioteca occupa presentemente per potere allargare la Via dei Castellani ed assicurare così il R. Archivio di Stato e le Reali Gallerie da ogni pericolo d’incendio. Il Comune voleva inoltre che lungo uno dei lati del nuovo palazzo della Biblioteca fossero fabbricati dei portici destinati a pubblico passeggio.
L’obbligo di costruire dei portici aumentava considerevolmente le non poche difficoltà che si incontrano nel tracciare, secondo le nostre consuetudini e i nostri bisogni, il disegno di un palazzo che debba servire ad una gran Biblioteca aperta senza distinzione alcuna a tutti, ad una Biblioteca che presta in gran numero i suoi libri a domicilio, e al tempo stesso non solo è una sede importante di studii, ma anche il deposito generale di tutto quello che si stampa in Italia.
Accettata questa condizione dei portici, noi abbiamo studiato un nuovo progetto, a nel settembre 1891 lo abbiamo inviato al Ministero della Istruzione Pubblica.
I criteri generali che guidarono l’opera nostra furono:
Che il servizio pubblico fosse, possibilmente riunito al piano terreno, e presentasse tutte quelle comodità che ragionevolmente si possono pretendere.
Che la distribuzione dei libri, la quale nel British Museum, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, in [[ quella del Congresso a Washington (ora in costruzione) e altrove è fatta nella gran Sala di lettura, si facesse in una sala separata vicina ai cataloghi, alle sale di lettura, a quelle del prestito e ai magazzini di deposito dei libri, e fosse come il centro di tutti i servizi amministrativi.
Che i servizi amministrativi avessero le sale necessarie, e fossero fra di loro razionalmente collegati e, al tempo stesso, separati dal pubblico.
Che fossero prese tutte le disposizioni necessarie per il servizio della lettura serale nel modo che prescrivono i nostri regolamenti, cioè riunendo, durante il giorno, i libri desiderati in un deposito, e illuminando la sera pochissima parte dei locali.
Che i grandi magazzini di deposito dei libri fossero per la loro sicurezza separati dalle altre sale, e che con queste avessero le minori comunicazioni possibili.
Che le rarità bibliografiche, possedute in gran numero dalla Biblioteca, fossero per ora conservate in un Museo bibliografico che col volger del tempo potesse, se ve ne fosse il bisogno, esser trasformato in magazzino di libri.
Di questo nostro progetto diamo soltanto la distribuzione dei locali di tre piani, cioè del terreno, del primo e del secondo piano o piano nobile, perchè è sopratutto la distribuzione dei locali di questi piani che deve corrispondere alle esigenze del pubblico ed ai bisogni della Biblioteca.
Il terzo piano, diviso nella sua altezza in due, è quasi tutto destinato a magazzino di libri; così pure la maggior parte del piano che resta al di sotto dal piano terreno. In questo ultimo trovano anche comodo posto gli apparecchi necessari pel riscaldamento e per la ventilazione di tutti i locali, per la produzione della luce elettrica, per la legatoria, ecc.
Prendendo ora in esame i tre disegni che qui pubblichiamo, si vede subito che la parte anteriore del nuovo palazzo è quasi tutta destinata ad uso pubblico o ad uffici amministrativi, mentre l’altra parte serve di Magazzino di deposito per i libri.
Questo deposito generale dei libri è suddiviso in 8 piani, ciascuno alto, in media, metri 3,50. Questa altezza, maggiore di quella usata altrove, è resa necessaria per il clima del nostro paese. Gli scaffali di questo deposito saranno costruiti in modo che da tutti i palchetti si potranno prendere i libri senza bisogno di scale portabili; ed inoltre ognuno dei palchetti mobili, di ciascun scaffale, misurerà in lunghezza un metro preciso.
I magazzini di deposito dei libri non ricevono la luce dall’alto, ma dai lati, e non v’è quindi bisogno di impiantiti reticolati. In ciò abbiamo seguito l’esempio, dato recentemente dall’architetto Arwed Rossbach nello splendido edifizio da lui costruito per la Biblioteca dell’Università di Lipsia.
Abbiamo anche pensato alla trasmissione meccanica dei libri dai principali magazzini di deposito alla grande Sala di distribuzione secondo il sistema inventato, e cortesemente comunicatoci, dal signor Bernard R. Green, sopraintendente e direttore dei lavori di costruzione della grande Biblioteca del Congresso, che ora si sta costruendo a Washington.
Parliamo ora del come sono distribuiti gli altri locali.
L’ingresso principale è in via Porta Rossa, la quale di fronte alla Biblioteca avrà una larghezza di quattordici metri.
Dall’atrio (1) si accede al vestibolo (2), e per una porta laterale a sinistra, si arriva alla scala di servizio (3), destinata unicamente agli impiegati, e all’abitazione (4) del custode della Biblioteca. Prossima a questa scala, vi è anche quella privata che conduce direttamente al terzo piano, dove oltre ai magazzini dei libri è anche l’abitazione del Prefetto della Biblioteca.
Nel vestibolo, che riceve luce da un cortile (5), volgendo a destra si trova subito la Sala destinata alla lettura dei periodici (6), dei quali soltanto l’ultimo fascicolo pubblicato è là messo a libera disposizione dei lettori.
Dalla stessa parte e di fronte al cortile è il grande scalone (7), illuminato dall’alto, che conduce non al primo ma al secondo piano o piano nobile.
Di faccia all’ingresso principale, e traversando una galleria di comunicazione, si passa dal vestibolo alla grande Sala di distribuzione dei libri (8) tutta coperta con cristalli: una parte di questa sala è destinata al pubblico, l’altra è riservata agli impiegati.
In questa sala si accentrano tutti i servizi pubblici.
Se il lettore non ha sufficienti indicazioni, o se desidera consultare il Catalogo alfabetico (9) che è pubblico, o quello a materie (10), che è riservato, egli volta a sinistra, e passa, davanti alla Sala del prestito dei libri a domicilio (11); e di là pure passano le signore che vogliono recarsi nella Sala di studio (12), espressamente riservata per loro; mentre le altre due stanze (13 e 14) sono destinate agli impiegati, che soprintendono al servizio dei cataloghi.
Il lettore, dopo aver domandato il libro che desidera nella Sala di distribuzione, passa, volgendo a destra, nella grande Sala pubblica di lettura (15).
La grande Sala di lettura è illuminata dall’alto, e da quattro grandi finestroni che sono al secondo piano, sul lato opposto dei portici.
Da tutte le altre sale di lettura essa differisce in questo, che le tavole di studio non si trovano ad uno stesso livello, ma sono disposte su di un piano inclinato. Noi siamo convinti che in tal modo il lettore sia più libero, perchè non ha di fronte un altro lettore che possa, o voglia osservare quello che egli legge o scrive; che sia più sicura la sorveglianza della Sala, esercitata, come diremo, dall’alto, e che sia inoltre più facile che la luce naturale, o quella artificiale, non impedita da ostacolo alcuno, arrivi alle tavole di studio.
La disposizione delle tavole, delle sedie e dei gradini di accesso è Fig. 1. chiaramente dimostrata dalla sezione (fig. 1) e dalla pianta geometrica che l’accompagna (fig. 2). Da questi disegni si vede che due lettori stanno seduti ad una stessa tavola lunga metri 2,40 e larga 80 cm., divisa in due parti, e che ciascun lettore può recarsi al suo posto, o lasciarlo, senza disturbare il vicino od altri. Fig. 2.
Lungo la parete, dove sono i grandi finestroni della Sala, trova posto una biblioteca di consultazione di oltre 2,000 volumi, accessibili a tutti. Fra gli scaffali di questa e le tavole di studio resta libero il passaggio per i lettori e per gli impiegati.
La Sala ha due ingressi per il pubblico; quello più vicino al gran scalone è necessario per il servizio della lettura serale. Vicino ai due ingressi vi è poi un’altra porta che mette questa Sala in comunicazione col deposito (18).
Ritornando ora alla Sala di distribuzione (8), si vede che gli impiegati hanno, come è necessario, facile accesso ai due Cataloghi (9 e 10), alla Sala del prestito dei libri a domicilio (11), a quella del prestito dei libri che vanno fuori di città (16), ed alla Stanza dei portavoci e telefoni (17), mediante i quali l’ufficio di distribuzione è in diretta comunicazione con tutti i Magazzini di deposito dei libri, con la Direzione e con tutti gli uffizi della Biblioteca. Gli impiegati sono pure vicini ai tre depositi provvisori e al grande ascensore (20).
Questi tre ultimi depositi di libri hanno speciali destinazioni: quello dei libri che via via si preparano per la lettura serale, come pure dei libri che tornano, dopo essere stati letti, dalla sala di lettura (18); quello dei libri dei quali il lettore dichiara di voler continuare lo studio nei giorni seguenti (16): quello, presso il grande ascensore (20), per ripartire i libri secondo i vari magazzini, ai quali devono esser rimandati, per esser riposti di nuovo negli scaffali.
Per continuare a descrivere i locali che sono accessibili agli studiosi parleremo subito non del primo ma del secondo piano o piano nobile, al quale si accede dallo scalone già ricordato.
Arrivati in un grande vestibolo (1), si trovano a sinistra la Sala di Direzione (2), due piccole stanze per il Prefetto della Biblioteca (3) e la Sala di lavoro del Prefetto con altri impiegati (4). Una galleria di comunicazione (11) conduce dal vestibolo (1) al Catalogo dei manoscritti (5), e da questo si può passare nella stanza del Sottoconservatore dei manoscritti (6), e di là nella Sala (7) dove stanno esposti i libri offerti in vendita e che la Direzione della Biblioteca e gli studiosi devono o possono esaminare prima che siano acquistati. Presso il Catalogo dai manoscritti vi sono due Sale di studio, l’una per i manoscritti (8) e l’altra per le opere rarissime (9). Il grande magazzino di deposito più prossimo a quest’ultima Sala (9) è destinato ai manoscritti. Fra queste due Sale di studio trovasi quella del Conservatore dei manoscritti (10).Dalla galleria di comunicazione (11) i visitatori della Biblioteca possono recarsi, accompagnati da un impiegato, nella Galleria dei manoscritti più rari (12) che dà sulla terrazza scoperta, destinata alle riproduzioni fotografiche (13), poi alla Tribuna (14), dalla quale la grande Sala di lettura, senza disturbare i lettori, può esser veduta dai visitatori, e sorvegliata dagli impiegati.
Da questa Tribuna il visitatore può passare nel prossimo deposito (15), destinato all’Archivio della letteratura italiana, creato nel giugno 1887 coll’acquisto del carteggio di G. P. Vieusseux e che, con altri acquisti e doni, oggi comprende più di 300,000 lettere dei nostri tempi. In questo Archivio si conserveranno i carteggi, le carte, i documenti, i frammenti manoscritti di opere ideate e non compiute, i chirotipi, ecc.. che possono aver un interesse per la letteratura, per le scienze e per le arti, come ora si conservano negli Archivi di Stato le carte e i documenti, che si riferiscono alla storia politica, amministrativa ed economica di un paese.
Sopra tutta la lunghezza dei portici trovasi il Museo bibliografico (16), destinato a contenere le librerie o raccolte speciali (Guicciardini, Nencini, Savonarola, i libri citati dalla Crusca, ecc.), le collezioni più preziose di stampati (Incunaboli, Aldi, ecc.) e il Museo bibliografico propriamente detto, quello delle legature artistiche, la musica antica, ecc.
In fondo a questo Museo v'è una Tribuna in onore di Galileo (17), nella quale saranno raccolti i 300 volumi autografi di lui o de’ suoi discepoli posseduti dalla Biblioteca, i libri che furono di Galileo, oppure un altro esemplare di quelle opere che si sa che esistevano nella sua libreria privata, le edizioni delle sue opere e i libri o gli scritti che prendono in esame le sue dottrine.
All’altra estremità trovasi la Tribuna in onore di Dante (18). In essa saranno riuniti più di 100 codici e più di 400 edizioni diverse della Divina Commedia, che la Biblioteca già possiede, e una ricchissima collezione degli scritti che illustrano le opere del sommo poeta. In questa Tribuna saranno pure conservate le poche ceneri che di Dante possiede la città di Firenze, donate alla Biblioteca dall’illustre statuario Enrico Pazzi.
Da questa Tribuna il visitatore passa alla Sala delle miniature (19), colla quale si completa, e termina il Museo bibliografico.
Vogliamo notare come nel caso in cui la Biblioteca ricevesse in dono altre librerie speciali da tenersi in pubblica mostra, le Sale occorrenti potrebbero facilmente crearsi negli ambienti destinati in questo piano a magazzini di libri e prossimi alla Tribuna galileiana.
Per la ornamentazione esterna dell’edifizio, noi proponiamo di mettere sulla fronte della Biblioteca quattro statue, quelle dell’Alighieri, del Machiavelli, del Galilei e del Buonarroti. Firenze ha la singolare e invidiata fortuna di poter collocare, come geni tutelari della sua maggiore Biblioteca, questi grandi, che da soli rappresentano tutto lo scibile umano, e per opera dei quali partì da Firenze il fascio di luce che ancora illumina tutto il mondo civile.
Per l’ornamentazione interna l’atrio potrebbe essere decorato da due figure simboliche: l’Ispirazione e la Meditazione.
Nel vestibolo del piano terreno, e precisamente di fianco all’ingresso della Sala di distribuzione, è preparato il posto per due grandi iscrizioni. La prima in onore di Antonio Magliabechi, fondatore della Biblioteca, e in onore degli altri generosi che in passato la resero ricca e celebre. L’altra iscrizione direbbe che, riconquistata l’indipendenza e la libertà, il Re Vittorio Emanuele riuniva la Biblioteca Palatina alla Magliabechiana, e così levava questa Biblioteca a insperata grandezza, dandolo il nome di Biblioteca Nazionale. Da ultimo dovrebbe essere accennato come, più tardi, la Biblioteca fu dichiarata Nazionale Centrale.
Nel vestibolo e nella galleria di comunicazione del piano nobile resta poi molto ed onorevole posto per ricordare gli altri benefattori recenti e futuri della Biblioteca. Così pure, volendo, si potrebbero ornare con affreschi le volte e le lunette delle sale del Museo bibliografico.
A’ piedi dello scalone, che dal terreno conduce direttamente al piano nobile, dovrebbero essere collocati da una parte il marzocco col giglio fiorentino, e dall’altra un leone simile collo scudo di Savoia, emblema il primo dell’antica, il secondo della moderna libertà.
Sul grande ripiano di questo scalone, che, come si è detto, sarà illuminato dall’alto, abbiamo lasciata libera la parete che lo separa dal portico per potervi dipingere un grande affresco: La Scuola di Firenze, affresco che, a rassomiglianza della Scuola d’Atene di Raffaello, dovrebbe presentare riunite tutte le persone che, dalle origini fino ai giorni nostri, hanno dato fama e splendore a Firenze nelle lettere, nelle scienze, nelle arti, nelle armi, nelle industrie e nei commerci.
Non abbiamo ancora parlato del primo piano, perchè esclusivamente destinato agli uffici interni della biblioteca o a deposito di libri. Il pubblico non ha accesso a questo piano.
A taluno potrà sembrare che forse troppo spazio fu destinato a questi uffici amministrativi. Ma riflettendo un poco ai molti e vari servizi affidati ad una Biblioteca Nazionale Centrale, che per diritto di stampa riceve tutto quello che si pubblica in Italia, ed ha l’obbligo di conservare tutto ordinato per le future generazioni, senza libertà di scelta, dal grosso volume all’avviso teatrale, è facile persuadersi quanto debba esser grande questo lavoro di ordinamento, e quanto debba, col volger del tempo, crescere ancora ed aumentare.
Come abbiamo già fatto osservare, a questo piano si arriva salendo la scala, che è prossima all’atrio. Arrivati in cima, si trova subito una Sala di aspetto (11) l’ufficio dell’Economato (2) e l’Archivio della Biblioteca (3). Vicino all’Economato trovasi la Sala dell’inventario dei libri (4), ossia catalogo topografico.
L’ufficio di Registrazione dei libri acquistati (5) è prossimo all’ufficio di Schedatura di questi libri (6), siano essi italiani antichi, sieno stranieri.
Da questo ufficio si può passare al ballatoio (7), che gira intorno alla Sala del Catalogo alfabetico, che sta al pian terreno. Su questo ballatoio si trovano riuniti, per potersi al bisogno consultare, i cataloghi e le schede fuori d’uso, gli studi fatti e i ricordi bibliografici presi dagli impiegati della Biblioteca dei libri mancanti o da acquistarsi, i cataloghi dei librai, ecc. Una piccola scala permette agli impiegati di scendere ai due cataloghi e agli impiegati di servizio ai due cataloghi di salire al bisogno su questo ballatoio.
Una galleria (8) mette poi fra di loro in comunicazione l’ufficio dei Doni, del Cambio internazionale e delle Statistiche (9), come pure l’ufficio di corrispondenza colle Regie Procure per il diritto di stampa, l’ufficio di Registrazione dei libri moderni italiani (10) e la Direzione del Bollettino delle pubblicazioni italiane (11) che la Biblioteca dà alle stampe due volte al mese. La medesima galleria conduce anche all’ufficio di Collocazione dei libri e al Deposito dei libri da mandarsi a rilegare (13).
Da questo ultimo ufficio si passa a quello delle Opere in continuazione (14) o delle Pubblicazioni ufficiali (ministeri, prefetture, municipi, società, ecc.). Queste opere sono, come si vede, vicine a quest’ufficio, e se il posto non fosse col tempo sufficiente, possono estendersi all’attiguo Magazzino di deposito dei libri.
Di fronte a questo ufficio vi è l’altro delle Riviste scientifiche e letterarie italiane e straniere (15), di tutti i Giornali politici, che si stampano in Italia, delle Pubblicazioni di circostanza, dei Fogli volanti, degli Avvisi, delle Memorie legali, ecc.
L’area isolata della Biblioteca misura in lunghezza metri 80, in larghezza metri 52, ed occupa quindi 4,160 metri quadrati.
Stando ai calcoli fatti, ci sarebbero più di 63,000 metri lineari di palchetti. In questo calcolo però non furono compresi gli scaffali, che dovranno essere in quella parte del secondo piano, che per ora viene destinata a Museo bibliografico.
Ammesso che in un metro quadrato di superficie verticale di uno scaffale possano trovar comodamente posto 100 volumi moderni, la biblioteca potrebbe contenere 1,804,200 volumi, e tenuto conto del locale occupato dal Museo bibliografico e dai libri di consultazione che si trovano nelle diverse sale di lettura, questo numero si può al bisogno facilmente far salire a due milioni.
Dal seguente prospetto si vede quanta era le suppellettile letteraria della Biblioteca alla fine del 1885 (anno in cui cessò di essere Biblioteca Nazionale, per divenire Nazionale Centrale), di quanto si accrebbe negli ultimi sei anni, e quanta era alla fine del 1891.
Suppellettile letteraria | 1885 | 1886-1891 | 1891 |
---|---|---|---|
Volumi a stampa | 364.195 | 50.445 | 414.640 |
Volumi manoscritti | 15.650 | 1.579 | 17.229 |
Opuscoli a stampa | 243.203 | 136.981 | 380.184 |
Musica | 6.403 | 2.382 | 8.785 |
Archivio della letteratura: lettere autografe, documenti, chirotipi, ecc. | 42.000 | 155.142 | 107.142 |
Pergamene | 200 | 754 | 954 |
Incisioni e disegni | 2.000 | 4.100 | 6.100 |
Firenze, a dì 4 Agosto 1892.
D. CHILOVI, Prefetto della Biblioteca. Alessandro PAPINI, Architetto. |
Note
- ↑ Nell’aprile del 1891, per incarico del Ministero della Istruzione Pubblica, il Prefetto della Biblioteca D. Chilovi e l’Architetto cav. Leopoldo Mansueti presentarono al Ministero stesso il progetto di questo palazzo che doveva sorgere là dove in passato era il Ghetto.