Il giuocatore/Lettera di dedica
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ALL’ILLUSTRISS. SIG. CONTE
PARMENIONE TRISSINO
PATRIZIO VICENTINO1.
Ella, Illustriss. Sig. Conte, passò in Vicenza nobilissima Patria sua, dove da più secoli l’antichissima di Lei Casa sostiene cospicuo grado ed infiniti onori. Colà aspettato da’ Nobilissimi Congiunti suoi e dalla Città tutta, che in Lei prevedeva un vero Erede de’ Trissini valorosi, onore della Patria loro non meno, che di tutta la Repubblica Letteraria, e fu alla comune aspettazione seconda la mirabile di Lei condotta, la saviezza e prudenza sua, e le di Lei virtù corrispondono fedelmente a quelle illustri e magnanime de’ suoi gloriosi Antenati.
Con qual contentezza non mirerà egli dal Cielo un sì degno Nipote, un così illustre posseditore de’ suoi talenti e saggio imitatore delle sue più belle virtù, quel Gio. Giorgio Trissino, che nel secolo XVI5 tanto splendore recò all’Italia, tanto illustrò la Tragica Poesia colla Sofonisba, e l’Epica Poesia con l’Italia liberata da’ Goti, nelle quali Opere insigni fu egli il primo fra gl’Italiani, ed eccitò i più felici talenti ad imitarlo e seguirlo?
Ella ha perfettamente ereditato il suo genio, il suo merito e le sue inclinazioni, e nella cospicua carica di Bibliotecario, che in Vicenza sostiene, fa mirabilmente spiccare il di Lei talento felice, l’amore che serba alle lettere, e il desiderio vivissimo che la gloria si aumenti della Patria sua e della sua gloriosa Famiglia. Dio volesse che siccome studiai d’imitarla ne’ primi tempi, ne’ quali l’umano intelletto forze non ha bastanti per conoscere ed abbracciare le migliori scienze, avessi poi potuto coll’andar degli anni, mercè del chiaro esempio suo, seguirla, che ora non piangerei l’abbandonamento de’ migliori studj per seguir questo della Comica Poesia, da sì dure spine circondato e sì malagevole. Solletica qualche fiata l’applauso popolare, che a qualche Comica rappresentazione si dona, ma non è questa bastevole compensazione alle fatiche incessanti dello spirito, che consumasi al tavolino, alle critiche sanguinose, alle quali soggette sono anche le Opere più fortunate, ed al rammarico tormentoso, allora quando alcune di esse veggonsi, malgrado lo studio e l’applicazione, dal Pubblico disapprovate. Il Padre ama egualmente tutti i di lui Figliuoli, non conosce i difetti loro, e sono tante ferite pel di lui animo le dicerie che contro di quelli vengono pronunziate. Due volte degg’io andare incontro colle Opere mie ad un così incerto destino: l’una, quando le do al Pubblico dalle Scene; l’altra, allorchè le rendo pubbliche colle stampe. La prima volta vanno elleno senza presidio alcuno abbandonate alla discrezione degli Uditori, i quali sono per la maggior parte a lacerarle inclinati; ma la seconda fiata, siccome durevole esser deve, qualunque siasi, la comparsa loro agli occhi dell’Universale, fo studio di provvedere ciascuna di esse di un autorevole Protettore.
Ecco dunque che questa, la quale ha per titolo Il Giuocatore6, viene a V. S. Illustriss. da me utilmente raccomandata. Sarà essa indegna per cerio della di Lei Protezione, ma non diffido almen per questo, che Ella non voglia coll’autorità sua difenderla e sostenerla; e mi anima ciò a sperare l’innata benignità del di Lei animo generoso, e quella antica parzialità ch’Ella ha avuto per me nel tempo della nostra puerizia, la quale so essersi in Lei a mio favore aumentata, non perchè siasi in me accresciuto il merito, ma perchè la di Lei bontà e gentilezza cresce nel di Lei animo ogni dì più, e si aumenta l’inclinazione che Ella ha sortito dalla grandezza de’ suoi natali di aggradire, proteggere e beneficare. All’interesse, a cui grandemente aspiro, d’onorare questa mia Commedia col prestantissimo di Lei Nome, aggiungesi ancora la viva brama ch’io nutro di render pubblica al Mondo l’umilissima servitù mia verso un sì benigno, magnanimo Protettore e Padrone, a cui ho l’onore dì protestarmi con profondissimo ossequio
Di V. S. Illustriss.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |
Note
- ↑ Questa lettera di dedica uscì la prima volta nel t. V dell’ed. Paperini di Firenze, in principio dell’anno 1754.
- ↑ Sembra mancare una parola. Intendasi l’avo paterno del nostro commediografo, Carlo Alessandro Goldoni di Modena (padre di Giulio). Vedi C. Borghi, Memorie sulla vita di C. G; e Mém.es di C. G., curati da E. von Loehner (Ven. 1883) e da G. Mazzoni (Firenze, 1907).
- ↑ Ed. Paper.: migliori.
- ↑ Paper.: offeriscono.
- ↑ Pap. e Pasq. stampano per errore XIV.
- ↑ Nell’ed. Paper. è sempre stampato Giocatore.