Il buon cuore - Anno XIV, n. 18 - 1º maggio 1915/Religione

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Vangelo della quarta domenica dopo Pasqua

Testo del Vangelo.

Gesù disse ai suoi discepoli: Io vado a Lui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: dove vai tu? Ma perchè vi ho detto queste cose la tristezza ha ripieno il vostro cuore. Ma io vi dico il vero: E’ spediente per voi che io men vada; perchè se io non me ne vo, non verrà a voi il Paracleto; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E venuto che Egli sia sarà convinto il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia, e’ riguardo al giudizio. Riguardo al peccato perchè non credettero in me; riguardo alla giustizia, perchè io vado al Padre, e già non mi vedrete; riguardo al giudizio poi, perchè il principe di questo mondo è già stato giudicato. Molte cose ho ancora da dirvi; ma non ne siete capaci adesso. Ma venuto che sia quello Spirito di verità, vi insegnerà tutta la verità: imperocchè non vi parlerà da sè stesso; ma dirà tutto quello che avrà udito. vi annunzierà quello che ha da essere. Egli mi giorificherà, perchè riceverà del mio e ve lo annuncierà. (S. GIOVANNI Cap. 16).

Pensieri.

E’ l’azione speciale dello Spirito Santo nell’opera della santificazione delle anime che viene ricordata in modo particolare da Cristo nell’odierno Vangelo. Questa azione è riassunta in tre sommi capi: il trionfo della fede. il trionfo della giustizia, il trionfo del giudizio. [p. 140 modifica]Prima di giungere alla diretta dimostrazione di questa grande verità, Cristo rivolge agli Apostoli un mite rimprovero. Ascoltiamolo: è un rimprovero che pur troppo molte volte si attaglia anche a noi. Il problema spirituale, il problema dell’avvenire, dovrebbe primeggiare su tutti gli altri problemi. Viviamo pure la vita -del presente; il farlo è una necessità, è un dovere; ma camminando sulla terra, l’occhio nostro sia sempre rivolto al cielo. Dove vado? quello che faccio è conforme al fine che mi attende? Io vado al Padre che mi ha mandato, dice Cristo agli Apostoli, e nessuno di voi mi domanda: ove vai tu? Noi sappiamo che Cristo è andato al Cielo;. noi sappiamo che Cristo è andato al Cielo per preparare il posto anche per noi; la vita futura è il fine della vita presente; la vita presente ha pregio solo perchè è indirizzo, è merito per la vita futura. Ci pensiamo noi? è questa la nostra preoccupazione? possiamo noi dire con San Paolo: la nostra C0117,01"=ione è in cielo, perchè nei nostri pensieri, ne; nostri sentimenti, nei nostri propositi, entra sempre copensiero, il desiderio del me elemento essenziale cielo?

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Vot siete tristi, aggiunge poi Cristo, perchè vi ho detto che devo abbandonarvi; ma è necessario che io me ne vada; se non me ne vo; non posso mandare a voi il Paracleto; cioè lo spirito consolatore.’ Gli Apostcli riputarono sventura quello che invece era beneficio, e grande beneficio: il dolore sensibile velava ad essi la comprensione di ciò che era bene spirituale. Quante volte questo scambio avviene anche presso di noi! Quante volte noi riputiamo disgrazia, quello che invece, nei disegni di Dio, è per noi una grazia, e grazia specialissima! La ragione in noi deve dominare il sentimento, e la fede deve dominare la ragione: la vita sopranaturale deve stare al di sopra della vita naturale, indirizzarla, spiegarla, aiutarla, consolarla, sublimarla; l’uomo deve essere perfezionato dal cristiano; nel disegno della fede, che è il disegno di Dio, che è il disegno della verità, solo il crisiano è veramente uomo, perchè solo il cristiano raggiunge in modo sicuro e completo il fine dell’uomo.

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Ora vengono gli effetti dell’azione dello Spirito Santo nell’anima umana e nel mondo. Il primo effet• to è che lo Spirito Santo convincerà il mondo di peccato, perchè il mondo non ha creduto in Cristo. Il primo trionfo della discesa dello Spirito è stato il trionfo della fede. Questo trionfo è stato immediato, meraviglioso, costante; è stato ’un trionfo in quelli che dovevano predicare, è stato un trionfo in quelli che dovevano udire. Gli Apostoli erano incerti, dubbiosi; dubbiosi nella - intelligenza, incerti, paurosi nella volontà. Discende sovra di essi lo Spirito San to. Guardate Pietro: chi ravvisa ancora in lui l’api, stolo timoroso, vile, che dinnanzi a una fantesca rinnega tre volte il suo maestro? Pietro esce sulle pubbliche Piazze di Gerusalemme, e predica arditamente la divinità di quel Gesù che i Giudei avevano ingiustamente condannato e crocifisso: gli viene intimato di tacere, ed egli continua a predicare, dando ragione del suo apostolato: ho da ubbidire a Dio o agli uomini? E’ messo in prigione; bacia le sue catene ed è lieto di patire pel suo maestro. E quello che avviene di Pietro avviene di tutti gli altri Apostoli: tutti predicano, tutti manifestano una sapienza che è un miracolo in poveri pescatori, tutti danno prova di un coraggio, che prende maggior rilievo dalle debolezze precedenti. • Con quale effetto? Il miracolo è grande in chi predica, il miracolo non è minore in chi ascolta. Alla predicazione di Pietro, la prima volta si convertono tre mila persone, la seconda volta cinque mila. E questo fatto strano, prodigioso, è il fatto comune nella propagazione del Vangelo. Evidentemente, non è quello il trionfo dell’u(’ mo, è il trionfo dello Spirito divino, Spirito che illumina e trasporta tanto chi predica, quanto chi ascolta, e tutti travolge in un’onda impetuosa, irresistibile, di fede, di carità, di amore, di sacrificio; è il giande spettacolo del cristianesimo nascente, che diventa su tutta la terra e attraversa tutti i secoli lo spettacolo del cristianesimo vincente.

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Il secondò trionfo dello Spirito Santo è quello di convincere il mondo della giustizia. Qui la giustizia è presa nel senso di qualità dell’uomo giusto, (li costitutivo dell’uomo giusto; la giustizia è sinonimo di santità. Due giustizie vi erano prima della giustizia ci istiana, la giustizia degli Ebrei.e la giustizia dei Gentili: la giustizia degli Ebrei consisteva nel rispetto esteriore, materiale, della legge; legge civile, legge religiosa; la giustizia dei Gentili consisteva nell’uso della ragione nell’adempimento coscenzioso esatto della legge naturale. Erano due giustizie entrambe preziose, perché entrambe provenienti da Dio; la pi ima per mezzo della promulgazione della Legge, la seconda per mezzo della coscienza naturale. La prova che entrambe erano buone sta nel fatto che chi fedelmente conservava queste giustizie era salvo; erano salvi i Gentili, sotto il dominio della pura legge naturale, perchè, come dice San Paolo, ipsi cibi sunt lex; dove non giunge incolpevolmente la rivelazione, ivi regna la ragione. E’ bella la giustizia ebraica, è bella la giustizia naturale, ma sono due giustizie incomplete, e s ipratutto sono due giustizie insufficienti, quando sia sopravvenuta la giustizia vera, la giustizia completa, la giustizia che tutti devono acquistare per raggiungere l’ultimo fine. E’ questa la giustizia cristiana, quella giustizia [p. 141 modifica]che fu completa il giorno che Gesù Cristo, dopo la sua passione, espiati i peccati di tutti gli uomini,

in man recandosi il prezzo del perdono da questa polve al trono dei Genitori salì,

e fece discendere sulla terra, collo Spirito Santo, la grazia; la grazia redentrice, riparatrice, elevatrice di tutte le facoltà -dell’uomo, di tutto l’uomo.. Da quel giorno la giustizia cristiana divenne obbligatoria per conseguire la salute: non vi è altro nome, proclama S. Pietro, nel quale gli uomini possano salvarsi, fuori del nome di Cristo. Rimane sempre la giustificazione della buona fede in chi trovasi nella impOssibilità di conoscere la rivelazione della dottrina W Cristo; ma sorge in tutti l’obbligo di cercare la verità, e, una volta trovata, di abbracciarla. L’obbligo di abbracciare la giustizia cristiana è abbellito, è solleéito dal pensiero della bellezza superiore che la giustizia cristiana ha in confronto delle altre giustizie. La giustizia ebraica era più nelle forme esteriori; la giustizia cristiana è più nel cuore; la giustizia dei gentili, rispettabile in alcuni individui, era deplorevole nelle masse; la giustizia cristiana è grande nei grandi, è più grande nei piccoli, perché eleva tutti alla sua bellezza morale, ma con pref•-•renza le persone semplici, le persone umili, i. tribolati, i perseguitati, gli afflitti. La giustizia cristana è una redenzione, una elevazione generale di tutto il genere umano. Molte volte il pregio di una cosa non si comprende se non al momento in cui se ne è priv: la sanità si apprezza quando si cade ammalati, il beneficio grande che è l’acqua si comprende quando non c’è, e si ha sete. Volete comprendere quale grande beneficio sia il Cristianesimo? Cancellatelo dalla terra, colle sue dottrine, colle sue istituzioni, coi suoi monumenti... quale laesolazione, quale deserto! La scomparsa del cristianesimo dalla società non troverebbe che un degno riscontro: la scomparsa dol sole dalla natura.

Il terzo trionfo dello Spirito Santo è il giudizio. Il giudizio è la sanzione. Cristo asceso al cielo, siede alla destra di Dio Padre, e di là deve venire a giudicare i vivi ed i morti. Il giudizio, colla. sanzione del premio a chi ha fatto bene, del castigo a chi ha fato male, è un necessario complemento della Provvidenza di Dio. E’ richiesto ad un tempo dalla sua sapienza e dalla sua giustizia. Dio non può abdicare a questo giudizio: se non lo faCesse, darebbe segno di una riprovevole indifferenza’ riguardo al trionfo dell’ordine morale: i buoni, abbandonati, potrebbero giustamente protestare; i cattivi, trionfanti e senza castigo, potrebbero deridere i buoni, e insieme ai buoni Iddio. Il solo fare questa supposizione è una bestemmia. Questo giudizio è anche un giusto compenso alla

persona di Cristo. Nella Chiesa Parrocchiale di Cesano Boscone, ho veduto un giorno due grandiosi affreschi fatti recentemente, di fianco all’altare Maggiore: nell’uno è rappresentato Cristo dirli:ami a Pilato, e porta la scritta: Cristo giudicato dagli uomini; nell’altro è rappresentato il giudizi:, universale, e porta la scritta: gli uomini giudicati da Crivto. Sono due sintesi del problema umano e divino, in un contrapposto impressionante-: il giudizio di Cristo è il trionfo sul giudizio degli uomini. Gli uomini cattivi sono chiamati in altro luogo del Vangelo i figli del maligno, i figli del demonio. Sono figli del demonio perchè ne seguono le suggestioni, perchè ne aiutano l’opera: i cattivi sono l’incarnazione del demonio. Il trionfo di Cristo nel giudizio sui cattivi è quindi il trionfo di Cristo sul demonio: il principe di questo inondo è già stato giudicato. dice Cristo nell’odierno Vangelo, anticipando collo spirito profetico quasi fosse realtà del presente quello che sarà realtà nel futuro.

Una frase sintetica chiude l’odierno evanelo: in una frase sola si ricordano tutti i trionfi che lo Spirito Santo otterrà colla sua venuta: Spirito di perità, vi insegnerà tutte le verità. Le verità le% fede, le verità dellà legge, le verità della grazia,!e vs:.rità di tutte le nianifestazioni della vita cristiana nel inondo, manifestazioni dello spirito che formano la più completa e. splendida glorificazione di Cristo: egli ani glorificherà. Leggete l’Inno della Pentecoste di Manzoni. E’ un commento al Vangelo d’oggi. Sotto forma p.?etica di inarrivabile perfezione troverete i trionfi dello Spirito Santo nel punto immediato della sua discesa, e poi nella storia di tutto il mondo: è una delle pii splendide pagine della letteratura religiosa. L. V.

Le biblioteche e gli incendi

Gli incendi delle biblioteche sono meno rari di quello che forse si potrebbe credere, anche quando non si tenga conto di quelli fatti scoppiare con deliberato proposito, come quello della biblioteca di Alessandria d’Egitto, che si dice fosse-ricca di 500.000 papiri, distrutta dai Saraceni conquistatori nel 540 dopo Cristo. L’inglese Vilford, nel volume The destruction of librarics b’fire, registrava dal 47 a. C. fino al 1879, anno in cui il volume fu pubblicato, 55 incendi • e il dott. J. Lecke, bibliotecario a Gottinga, ne enumerava altri 24 dall’anno 1879 fino al 1900.

Non è qui il luogo di passare in rassegna tutti questi incendi: basterà ricordare, fra i più rilevanti di questi disastri, quello della biblioteca dell’Ateneo di Manchester, 24 settembre 1873, che distrusse 19o.óco volumi; quello avvenuto l’t i gennaio 1879, [p. 142 modifica]della «Free Library» di Birmingham, che era assicurata per 500.000 franchi; quello della biblioteca del palazzo reale di Bruxelles, 8 dicembre 1883, in cui andarono distrutti 125.000 volumi, quello della biblioteca della Camera di Commercio di Parigi (14 maggio 1899), la migliore biblioteca del suo genere, che conteneva 50.000 volumi. L’ultimo grande incendio, prima di quello di Torino, fu quello della biblioteca dello Stato Maggiore a Pietroburgo, in cui furono distrutti 30.000 volumi. Per provvedere nel miglior modo possibile alla sicurezza di una biblioteca bisognerebbe adottare tutte quelle misure che vengono consigliate dall’esperienza e dalla tecnica moderna, e in primo luogo bisognerebbe che i libri fossero conservati in un edificio isolato e appositamente costruito. Ma anche questo non basta: vi è la illuminazione elettrica, preferibile indubbiamente per una quantità di ragioni a tutti gli altri sistemi di illuminazione, che può es- sere fonte di pericoli coi corti Circuiti che si possono formare, quando gli impianti si guastino. Vi è il cosidetto sistema del magazzino generalmente adottato in tUtte le. biblioteche, e consistente nel raccogliere quantità enormi di volumi in grandi e altissime sale, invece di ripartirle in locali di minore ampiezza separati da grossi muri con porte di ferro. Anche l’impianto del riscaldamento può essere causa di pericolo. Le biblioteche moderne sono provvedute quasi tutte di numerosi serbatoi d’acqua, per combattere prontamente l’incendio; ma non bisogna dimenticare a propoSito di questo mezzo di difesa, che talvolta l’acqua produce una rovina anche maggiore di quella del fuoco. Perciò quello che sopratutto importa è di fare il possibile per evitare che l’incendio scoppii, organizzando un buon servizio di sorveglianza; nella Biblioteca Reale di Dresda questo servizio viene compiuto dai pompieri cittadini, di sera, di notte e durante i.grandi temporali. L’esempio di Dresda è stato imitato da Gottinga, e sarebbe desiderabile trovasse larga diffusione. Finalmente, dopo aver fatto tutto ciò che è possibile per prevenire il pericolo d’incendio, bisogna pensare a ripararne i danni quando esso disgraziatamente distrugga totalmente o parzialmente una bibliOteca. Vi sono,. è vero, quando si• tratta di incunaboli o di altri cimelii, dei danni irreparabili, ma ve ne sono anche di riparabili, e perciò bisogna provvedere ad assicurare le biblioteche contro gli incendi, tutte o in parte presso le apposite società.

L’Enciclopedia dei Ragazzi è il libro più completo, più divertente, più utile, che si possa regalare.

ALLA MADONNA

Salve, o ridente Maggio, il mese a Te sacrato; universale il giubilo era per il passato. Quest’anno, ahimè! un’orribile Guerra ne opprime il cor. I tuoi Altari, o Vergine, avranno ancor le rose, le gemme che ne imperlano le foglie rugiadose sono strazianti lacrime, sono mille i dolor. S’alza la prece fervida, che al mondo intero è data dall’Augusto Pontefice Per la Pace desiata; sovra l’Europa misera, Madonna, abbi pietà! Pietà di tanti orfani; il sangue scorre a rivi; ei sia novel Battesimo di pentimenti vivi; sui falli innumerevoli scenda la Carità. Fra le superne Grazie, che adornano il regale tuo serto, questa splendida sarà il materno vale, che i tuoi fedeli supplici invocano da Te. Intanto l’ore scorrono pei giorni mariani, Fede e Speranza intrecciansi d’ardori sovrumani Quando nel Cielo effondesi un Cantico... perchè? Si squarciano le nuvole, E’ un’armonia divina; è la legion dei Chèruhi; l’Osanna alla Regina, cui Dio provvidentissimo Grazie negar non può! Aprile 1915.

CELESTE CALCHI NOVATI.

Gli orrori della guerra

In un numero precedente abbiamo pubblicato la poesia del sacerdote Torri, Preghiera contro la guerra. Scritta più di sessant’anni fa, fece molta impressione a chi la lesse, quasi una profezia, alcune volte alla lettera, degli orrori avveratisi, e che conti [p. 143 modifica]nuano ad avverarsi nell’attuale orrenda guerra, continentale e navale. Quasi commento. della poesia stessa, e a dimdstrare quanto ragionevolmente, il Sommo Pontefice inviasse da recitare a tutti i cattolici, senza distinzione di partiti, una preghiera in favore della pace, pubblichiamo la seguente statistica, che troviamo in una corrispondenza da Berna, del giornale l’Italia.

L’orrenda danza macabra

Due milioui di cadaveri - Quattro milioni di feriti

BERNA 18 sera:

Vn ufficiale superiore svizzero che ha seguito con attenzione le fasi della guerra europea occupandosi specialmente dei dati statistici, comunica al Vatcrland di Lucerna le cifre seguenti, le quali dimostrano con terribile eloquenza quale immane flagello sia per il genero umano la guerra presente. Le cifre poggiano su dati ufficiali e su notizie coscienziosamente controllate e. riguardano il periodo dal 2 agosto 1914 al 15 marzo 1915. Morti

Germania... Austria-Ungheria.

Feriti

348.001 300.000

Prigionieri

Totali

683.000 500.000

123.000 130.000

Imperi centrali

648.000

1183.000

253.000

1154.000 1517.000 2671.000

450,000 31.000 (175.000 86 000 44.000

751.000 67.000 1010.001 144.000 83 000

310 000 26 000 666.000 69.000 73.000

1517.000 124.000 2345.000 299.000 200.000

1286.000

2055 000

1144.000

4485.000

1934 000

3238.000

1397.000

7156.000

Francia. Inghilterra Russia. Serbia.. Belgio Alleati. Totale generale

Dal 15 marzo al 12 aprile in cifra tonda. Germania... Austria-Uagheria Imperi centrali Russia. Francia.. Inghilterra Serbia... Belgio

25.000 18.000 - - - 43 000

65.000 54.000

10.000 16 000

100.000 88.000

119.000

26 000

188.000

110 000 210.000 35.000 55.000 15.000 30.000 per epidemia 5.000 15.000

40.000 8.000 3.000

360.000 88.000 48.000

3.000

23.000

54.000 - 80.000 -1477.000

519.000

Alleati..

165 000

310.000

Totale belligeranti

208.000

429 000

Totale generale 2042.000 3667.000 A ciò vanno aggiunti’. Inghilterra (Indie e Dardanelli). Francia (Marocco e Dardanelli). Russia (contro Turchia e insorti) Turchia (contro Russia e Alleati)

707.000 7198.000

13.000 16.000 60.000 64.000

Perdita totale per tutti gli Stati Detratti i prigionieri

7353.000 1477.000

Rimangono morti e feriti

5876.000

Ed ora, certamente, sei milioni ed oltre. Sono cifre che non abbisognano d’illustrazione. Esse gettano tale luce ’spaventosa che bisognerebbe esser pazzi criminali per augurare l’entrata in guerra dell’Italia, quando non vi fossero ragioni ben gravi che la manifestino necessaria.

I sussidi alle scuole italiane in America.

Uno degli inizi più significativi delle sorti decadenti dell’italianita nelle Americhe è dato certamente dalla vita stentata della scuola italiana in quei paesi, pur così fortemente popolati da italiani. Più volte si è insistito sulla necessità di provvedimenti in favore di quelle scuole, e principalmente, sulla necessità di adeguato aumento di sussidi finanziari. Qui accenniamo solo ad un criterio relativo alla distribuzione di tali maggiori sussidi: vogliamo cioè richiamare l’attenzione sulla convenienza, anzichè di distribuirli con uniformità dappertutto, di concentrare una parte di quelle regioni dell’America, ove la scuola italiana può dare frutti maggiori e cooperare efficacemente alla conservazione.nazionale di determinate colonie. Noi non intendiamo con ciò dire che si debbano trascurare quelle scuole italiane, generalmente situate.nei grandi centri americani, le quali richiedono aiuti cospicui e danno frutti modesti perchè sopraffatte dalla concorrenza delle scuole indigene locali, nè pensiamo che i denari spesi per esse siano mal collocati; vorremmo anzi che anche queste potessero essere aiutate più efficacemente ed essere messe in grado di competere alla pari con le scuole del luogo, come lo sono quelle di altre colonie straniere. Ma considerando che per una soluzione generale e completa del problema delle scuole italiane in America occorrono fondi ingenti, che per ora non furono stanziati dal nostro Governo, ci sembra che, pur continuando a sussidiare tutte quante le scuole, come pel passato, convenga dedicare particolari cure ad alcune colonie agricole del Nord, e specialmente del Sud America, le quali, per le speciali condizioni di ambiente in cui si trovano, permettono ancora di spiegarvi, se si incominci subito, un lavoro efficace per assicurarne a lungo la.conservazione nazionale, e ciò a differenza della maggior parte delle altre colonie.

  • * *

Delle colonie che si trovano in simili condizioni, fra le più numerose e meglio conservate, sono certamente quelle degli Stati di Rio Grande do. Sul e di Santa Catharina nel Brasile meridionale. Queste colonie rappresentano ciò che rimane di più integro della nostra espansione etnica in America, ed è nostro dovere e supremo interesse impedire che esse pure vadano trasformandosi,e perdendosi. Esse sono composte in massima parte di italiani, e situate in località lontane dai centri brasiliani; che la scarsità dei contatti con l’elemento indigeno fu la causa essenziale della loro conservazione, non alcuna speciale assistenza da parte del nostro paese. (Continua)