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140 IL BUON CUORE


Prima di giungere alla diretta dimostrazione di questa grande verità, Cristo rivolge agli Apostoli un mite rimprovero. Ascoltiamolo: è un rimprovero che pur troppo molte volte si attaglia anche a noi. Il problema spirituale, il problema dell’avvenire, dovrebbe primeggiare su tutti gli altri problemi. Viviamo pure la vita -del presente; il farlo è una necessità, è un dovere; ma camminando sulla terra, l’occhio nostro sia sempre rivolto al cielo. Dove vado? quello che faccio è conforme al fine che mi attende? Io vado al Padre che mi ha mandato, dice Cristo agli Apostoli, e nessuno di voi mi domanda: ove vai tu? Noi sappiamo che Cristo è andato al Cielo;. noi sappiamo che Cristo è andato al Cielo per preparare il posto anche per noi; la vita futura è il fine della vita presente; la vita presente ha pregio solo perchè è indirizzo, è merito per la vita futura. Ci pensiamo noi? è questa la nostra preoccupazione? possiamo noi dire con San Paolo: la nostra C0117,01"=ione è in cielo, perchè nei nostri pensieri, ne; nostri sentimenti, nei nostri propositi, entra sempre copensiero, il desiderio del me elemento essenziale cielo?

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Vot siete tristi, aggiunge poi Cristo, perchè vi ho detto che devo abbandonarvi; ma è necessario che io me ne vada; se non me ne vo; non posso mandare a voi il Paracleto; cioè lo spirito consolatore.’ Gli Apostcli riputarono sventura quello che invece era beneficio, e grande beneficio: il dolore sensibile velava ad essi la comprensione di ciò che era bene spirituale. Quante volte questo scambio avviene anche presso di noi! Quante volte noi riputiamo disgrazia, quello che invece, nei disegni di Dio, è per noi una grazia, e grazia specialissima! La ragione in noi deve dominare il sentimento, e la fede deve dominare la ragione: la vita sopranaturale deve stare al di sopra della vita naturale, indirizzarla, spiegarla, aiutarla, consolarla, sublimarla; l’uomo deve essere perfezionato dal cristiano; nel disegno della fede, che è il disegno di Dio, che è il disegno della verità, solo il crisiano è veramente uomo, perchè solo il cristiano raggiunge in modo sicuro e completo il fine dell’uomo.

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Ora vengono gli effetti dell’azione dello Spirito Santo nell’anima umana e nel mondo. Il primo effet• to è che lo Spirito Santo convincerà il mondo di peccato, perchè il mondo non ha creduto in Cristo. Il primo trionfo della discesa dello Spirito è stato il trionfo della fede. Questo trionfo è stato immediato, meraviglioso, costante; è stato ’un trionfo in quelli che dovevano predicare, è stato un trionfo in quelli che dovevano udire. Gli Apostoli erano incerti, dubbiosi; dubbiosi nella - intelligenza, incerti, paurosi nella volontà. Discende sovra di essi lo Spirito San to. Guardate Pietro: chi ravvisa ancora in lui l’api, stolo timoroso, vile, che dinnanzi a una fantesca rinnega tre volte il suo maestro? Pietro esce sulle pubbliche Piazze di Gerusalemme, e predica arditamente la divinità di quel Gesù che i Giudei avevano ingiustamente condannato e crocifisso: gli viene intimato di tacere, ed egli continua a predicare, dando ragione del suo apostolato: ho da ubbidire a Dio o agli uomini? E’ messo in prigione; bacia le sue catene ed è lieto di patire pel suo maestro. E quello che avviene di Pietro avviene di tutti gli altri Apostoli: tutti predicano, tutti manifestano una sapienza che è un miracolo in poveri pescatori, tutti danno prova di un coraggio, che prende maggior rilievo dalle debolezze precedenti. • Con quale effetto? Il miracolo è grande in chi predica, il miracolo non è minore in chi ascolta. Alla predicazione di Pietro, la prima volta si convertono tre mila persone, la seconda volta cinque mila. E questo fatto strano, prodigioso, è il fatto comune nella propagazione del Vangelo. Evidentemente, non è quello il trionfo dell’u(’ mo, è il trionfo dello Spirito divino, Spirito che illumina e trasporta tanto chi predica, quanto chi ascolta, e tutti travolge in un’onda impetuosa, irresistibile, di fede, di carità, di amore, di sacrificio; è il giande spettacolo del cristianesimo nascente, che diventa su tutta la terra e attraversa tutti i secoli lo spettacolo del cristianesimo vincente.

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Il secondò trionfo dello Spirito Santo è quello di convincere il mondo della giustizia. Qui la giustizia è presa nel senso di qualità dell’uomo giusto, (li costitutivo dell’uomo giusto; la giustizia è sinonimo di santità. Due giustizie vi erano prima della giustizia ci istiana, la giustizia degli Ebrei.e la giustizia dei Gentili: la giustizia degli Ebrei consisteva nel rispetto esteriore, materiale, della legge; legge civile, legge religiosa; la giustizia dei Gentili consisteva nell’uso della ragione nell’adempimento coscenzioso esatto della legge naturale. Erano due giustizie entrambe preziose, perché entrambe provenienti da Dio; la pi ima per mezzo della promulgazione della Legge, la seconda per mezzo della coscienza naturale. La prova che entrambe erano buone sta nel fatto che chi fedelmente conservava queste giustizie era salvo; erano salvi i Gentili, sotto il dominio della pura legge naturale, perchè, come dice San Paolo, ipsi cibi sunt lex; dove non giunge incolpevolmente la rivelazione, ivi regna la ragione. E’ bella la giustizia ebraica, è bella la giustizia naturale, ma sono due giustizie incomplete, e s ipratutto sono due giustizie insufficienti, quando sia sopravvenuta la giustizia vera, la giustizia completa, la giustizia che tutti devono acquistare per raggiungere l’ultimo fine. E’ questa la giustizia cristiana, quella giustizia