Il buon cuore - Anno XII, n. 36 - 6 settembre 1913/Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Vangelo della domenica 2a dopo la Decollazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo diceva il Signor eGesù a’ suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecOre, ma al di dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi dai triboli? Così ogni buon albero porta buoni frutti; e ogni albero cattivo fa frutti cattivi. Non può un buon albero far frutti cattivi; nè un albero cattivo far frutti buoni. Qualunque pianta che non porti buon frutto, sarà tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro. Non tutti quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de’ cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, questi entrerà nel regno de’ cieli. S. MATTEO, Cap. 7.

Pensieri.

Il brano evangelico d’oggi è la conclusione d’un lungo discorso antecedente di Cristo. Egli aveva anzidetto le condizioni necessarie per essere suoi discepoli, condizioni affatto nuove e contrarie a ivanto poteva aspettarsi dall’egoismo ed interesse umaii). Gesù, che questo egoismo ed interesse conosce bene. e vuole assolutamente schiacciato, prevede assai l’acilmente che molti, anzi troppi, avrebbero, non og;ta.colato la nuova corrente d’idee che tanto entusiasrr suscitava, ma — cogliendo il destro — per avvantaggiare interessi propri materiali, avrebbero al3amente zelato la causa di Cristo, adulterando con ipocrisia quel programma che — solo ed unico al mon do — domanda nei propri seguaci la sincerità e la lealtà. E’ per questa ragione ch’Egli avvisa e rende edotti i suoi nuovi seguaci delle nuove arti ed insidie che li attenderanno — facili prede nel loro entusiasmo per il bene e per Gesù — dicendo s’avessero a guardare da chi viene vestito d’agnello pacifico e mansueto, mentre in cuor suo macchina stragi e rovine nel gregge cristiano. Gesù dà anche i contrassegni per conoscere la cattiveria e l’impostura di questi falsi, ed aggiunge infine una frase, che pare crei scandalo nelle anime pie, mentre viene a dichiarare che il regno di Dio non lo si ottiene a chiacchiere, sospiri ed asmatiche preghiere, ma solo colla lotta contro di noi, le nostre passioni, facendo in una parola quello che è la volontà del Padre, che è nei cieli. • •

Gesù ha chiamato costoro non cattivi, ma falsi profeti. Di solito noi per profeta classifichiamo un uomo che predice l’avvenire. Questo nome qui non ha precisamente questo significato. In fatti analoghi scrittori sacri e talvolta anche i profani l’usarono per indicare uno che in momenti eccezionali ebbe da Dio una missione speciale, un speciale mandato, in genere religioso; qui è facile comprendere come significhi uno che pretende aver una missione straordinaria da Dio mentre invece ostacola l’opera dei veri, autentici ministri di Dio. Ed allora come classificarli? Hanno una, veste esterna, che li distingue? che li mostri al popolo? Niente di tutto ciò.. Di solito vantano uno strano zelo, fatto di intransigenza, di intolleranza, di settarietà. Non hanno la santa polemica delle idee, attaccano le persone non a correggerle nelle loro debolezze e mancanze, ma solo perchè ai loro piedi non si danno nè vinte nè dome. Coll’agitare — opportuno ed importuno — il nome di Cristo ed il bandierone della assoluta purezza delle idee in campi discutibilissimi,’ seminano divisioni, stragi e rovine, secondo la frase di Gesù, che fra pecore divise e disperse viene il lupo che li uccide e divora. La loro azione non è soffusa di quella carità benigna e paziente e sacrificata che sorge dalle parole di Gesù: più che l’elevazione del peccatore e la sua salute, desiderano la sconfitta, l’umiliazione dell’avversario. Non sono falsi profeti i nemici della Chrésa. Li avvertiamo nelle loro dottrine, nei loro eccessi, nel loro livore contro tutto che è cristiano: sono falsi profeti quelli che nella Chiesa — dove l’unica e sola autorità risiede nel Papa e nei Vescovi — sono coloro che — voci isolate e discorde — alla. Chiesa cercano di sostituirsi nella pretesa di documentare, spiegare, sottilizzare e dare garanzie delle dottrine e morale di Cristo... Non sarebbero quel falsi Cristi e profeti, che Gesù ha detto sorgerebbero per ingannare, se è possibile, gli stessi eletti? Non sono questi che in vesti da pecora col prete [p. 286 modifica]sto di fare del cristianesimo puro, di rendere onore a Gesù scindono ciò che è e deve essere inscindibile, rallentano i legami d’una disciplina che li deve fare una cosa sola con Cristo con Dio? Non dite uguaglianza di idee! di direttiva! di azione 1... Questonon desiderano l’eguaglianza delle idee, l’unità delle direttive, e d’azione... sono gli innamorati del nichilismo delle idee, delle direttive, dell’azione. Unica loro idea è di non averne alcuna, unica, direttiva il loro criterio in tute() e dappertutto, una azione l’adorazione vile e schiava dei loro capricci, la disprsione delle più belle, sane energie individuali e collettive. Non mi dite che digiunano, pregano, sono elemosinieri frequentano i sacramenti... Non lo dite! E’ la veste da pecora, è la tessera d’ingresso fa le pecore di Cristo nella Chiesa, nel popolo, è l’esteriore apparenza.... Domandate loro l’umiltà, il loro nome nascosto, la sospensione del loro lavoro, domandate l’ubbidienza, il sacrificio personale... Avrete frutti ben amari. Ma, buon Dio, sono forse essi mai che sostengono la Chiesa di Gesù, di Dio? Perchè si credono tanti necessarii? Perchè pare che a loro, alla semplice loro azione siano affidati le sorti di quella Chiesa che ha l’indefinibile promessa di Gesù? Non è un volere col pugno del pigmeo sostenere l’opera di Gesù, opera che conta due mila anni di vita, che vide ben altri nemici, più fiere lotte, e che vide il suo trionfo quando li vide perduti?

Gesti conclude col dire che c ntra nel cielo chi avi à fatto la volontà del Padre. Il Padre tuo ci ha dato diversissime mansioni, una per ciascheduno. Come salvarci? Oh! non chiaccherando, non facendo rumore, non esagerando, ma nel silenzio del nostro posto lavorando a compiere quella parte di responsabilità, trafficando quei cinque, quei due, quell’un talento, che il Padre ci ha af fidato da trafficare. R. B. (4)-4i

ASSOCIAZIONE " PER LA SCUOLA „ tra le famiglie e gli insegnanti La Scuola all’aperto alla Bicocca pei fanciulli gracili, accoglie 6o alunni che si trovavano prima in due aule separate nella Scuola Comunale di via Comasina. Essi sono stati scelti tra i fanciulli delle terze classi delle quattro scuole maschili e femminili di via Comasina e Jacopo Dal Verme, e le condizioni organiche sfavorevoli che rendono necessaria la loro accettazione, furono accertate dal medico capo dott. Bordoni Uffreduzzi, e dal medico comunale scolastico dott. Bettinetti, insieme ai medici delegati dall’Associazione Per la Scuola, dott. F. Gatti,

dott. A. Bertarelli, dott. G. Minola, dott. prof. C. Ronzoni. La scuola alla Bicocca; esclusivamente riservata ai fanciulli deboli delle nostre scuole comunali, è la prima che si apre a Milano e vuol essere un pegno e una promessa che altre scuole con identico scopo umanitario si apriranno fuori delle mura della nostra città, se non verrà meno l’aiuto delle Autorità comunali e scolastiche, degli Enti morali e dei cittadini. L’Associazione Per la Scuola, presieduta dal senatore Pullè, attorno alla quale si sono raccolti cittadini volonterosi d’ogni parte politica (*), ha iniziato sino dal 1907 una vigorosa propaganda per questa moderna istituzione a favore dei fanciulli nelle accennate condizioni, il cui numero va accentuandosi ogni anno in quasi tutte le città d’Italia: il che risulta dalle cifre delle statistiche ufficiali. Come questa propaganda sia stata giustamente compresa, lo prova l’apertura di identiche scuole in parecchie città del Regno, per le quali alla iniziativa privata si sono associati l’opera e l’aiuto dei rispettivi Municipii. Per talune anzi, come a Roma, è lo stesso Comune che ha iniziato le prime scuole all’aperto. Le Relazioni che si sono pubblicate per cura delle scuole all’aperto sorte in Italia in questi ultimi anni, confermano i brillanti risultati conseguiti in quelle che sino dal 1902 funzionano all’estero. E’ certo, dunque, che anche la Scuola alla Bicocca non verrà meno al suo assunto. Il senatore Mangili, presidente della Società Quartieri industriali Nord-Milano, ha conceduto l’uso gratuito della storica villa della Bicocca, a tre chilometri da Milano, del giardino e del parco attigui. Il Municipio, poichè la nuova scuola è comunale agli effetti della legge, ha assegnato due maestre e una assistente comunali, ponendo la scuola sotto la cura affettuosa del prof. De Alberti, direttore della Scuola in via Comasina. Le maestre sono le signorine Vecchio, e Ciloldi, e Lucatelli, assistente. Fornirà inoltre il mobiglio, l’arredamento scolastico, il Museo didattico e il personale di servizio. Va ricordato a titolo d’onore il sussidio concesso dal Ministro dell’istruzione, on. Credaro, e dalla benemerita Cassa di Risparmio per l’autorevole appoggio di S. E. on. avv. Marcora. Ambidue hanno subito cordialmente appoggiato la istituzione della Scuola all’aperto. L’Associazione dà alle due maestre un soprassoldo annuo di L. 5oo, e di L. 300 alla assistente, per l’orario prolungato oltre il consueto. L’insegnamento viene fatto secondo il metodo sperimentale interrotto da riposi, passeggiate, giuochi ginnastici, in modo da non istancare mai il fanciullo debole, e allettarlo (*) Tra questi vanno ricordati il senatore prof. De Giovanni, il comm. prof. Virgilio Colombo, l’on. Baslini, l’avv. Dubini, l’avv. Barassi, il prof. Vittorio Ferrari, il dott. Ambrogio Bertarelli, il prof. cav. Mor, il dott. comm. F. Gatti, il cav. uff. dott. F. Denti, il comm. prof. R. Galeazzi, il comm. prof. G. L. Buzzatti, il cav. uff. prof. Della Vedova. [p. 287 modifica]in ogni maniera agli studi necessari per superare, ove sia possibile, l’esame annuale. Ma se questo obiettivo, data la condizione d’inferiorità organica e intellettuale degli alunni, non potrà essere sempre raggiunto, essi potranno essere trattenuti nella scuola l’anno successivo, finchè non siano vinte le cause che li rendono meno resistenti alle malattie che li insidiano, e che potrebbero essere fatali per il loro avvenire. E sotto questo punto di vista che va principalmente considerata la scuola all’aperto, perchè non trattasi di una provvidenza di effimeri benefici, ma, nel maggior numero di casi, di una vera ricostituzione fisica dell’alunno in quell’età specialmente in cui si forma la sua costituzione scheletrica e viscerale. Le cure igieniche e la salute del fanciullo debbono quindi prevalere asolutamente sulle esigenze degli studii; e la eventuale perdita di un anno viene compensata largamente dal beneficio di un -organismo armonico nelle sue energie fisiche e intellettuali, messo nelle condizioni più indicate per sostenere in seguito con maggiore fortuna le fatiche dello studio o del lavoro. La prima scuola all’aperto, in Italia, come tutti sanno, è sorta a Padova, ed è dovuta all’iniziativa ed alla costanza del dottor Randí, medico capo municipale. Ma fu realmente riconosciuto che la propaganda fatta dopo dall’Associazidne Per la Scuola con conferenze, pubblicazioni (i), e per mezzo dei giornali, ha sollecitato l’apertura di eguali scuole in altre città, e in talune se ne è poi aumentato il numero. Quest’opera dell’Associazione, congiunta ad altre sue iniziative a favore dell’igiene scolastica e della integrazione delrediticazione fisica,:venne giudicata dalla Giuria dell’Esposizione internazionale di igene sociale di Roma (1912), meritevole della massima onorificenza, il Gran prix. Però Milano viene ultima a presentare ia sua Scuola all’aperto: bisogna portarsi ad alcuni chilometri oltre il confine della città per trovare una zona sufficentemente alberata. La Bicocca aduna i migliori requisiti, e quindi fu giudicata la sede più adatta per la nuova scuola. Senonchè rimaneva un altro ostacolo da superare: la distanza di tre chilometri che intercede dall’estremo punto dei trams (1) Fra le numerose pubblicazioni di propaganda, fatte da Consiglieri dell’Associazione, meritano di venir notate La sordità, l’ostruzione nasofaringea nei bambini e le scuole all’aperto, del prof. dott. T. Della Vedova, Gennaio-febbraio 1907. • I fanciulli gracili nelle scuole, conferenza tenuta dal Segretario prof. De Giovanni, nell’aula Magna del R. Liceo Beccaria, il 7 maggio 1909. Le scuole all’aperto, del dott. prof. A.Mori (estratto dal fascicolo di maggio 1910 del Touring Club). Relazione del comm. dott. prof. F. Gatti su Le scuole all’aperto. 1909. La scuola all’aperto ed i criterii informativi di assistenza educativa, del prof. C. A. Mori. 1912. L’alimentazione pei fanciulli gracili della Scuola all’aperto in Milano, del dott. Giuseppe Minola. 1911. Giovanni Bertacchi: Sorgiva di vita, o fanciullezza! — Conferenza tenuta al Teatro Manzoni; maggio 1912. Prof. Dott. Gaetano Ronzoni: Le Scuole all’aperto in Italia (nell’Almanacco Italiano Bemporad, 1913).

di via Farini e di via Ponte Seveso alla nuova tramvia elettrica — già pronta — che deve congiungere Milano con Monza, toccando Balsamo, Cinisello, Sesto S. Giovanni. Rimangono ora alcune ultime pratiche da adempire, e l’Associazione invoca dal Ministero dei lavori pubblici e dal Municipio di Milano la più sollecita rimozione degli ultimi inciampi. Intanto si prevede il trasporto, con omnibus della Società Anonima, dei fanciulli alla Bicocca sino al prossimo esercizio della nuova Tramvia. Alla Bicocca i fanciulli ricevono due pasti a spese dell’Associazione, e il trattamento viene mutato ciascun giorno della settimana e regolato secondo le prescrizioni dei medici dott. G. Minola e dott. prof. G. Ronzoni, preposti alla scuola dalla stessa Associazione e che disinteressatamènte prestano il loro ufficio. Il Patronato scolastico costituito da una eletta di signore e signorine, provvede a completare a rinnovare gli abiti e con le maestre a circondare di cure affettuose e materne i figli dei nostri lavoratori. Del Patronato è presidente la signora Maria Pirelli e vice-presidenti le signore Hermann e Della Vedova e segretarie le signorine Valerio e Facchi. E’ adunque un’opera di carità che l’Associazione si è proposta di svolgere colla sua iniziativa, ma sopratutto un’opera di previdenza sociale. Rinvigorendo i fanciulli deboli nel periodo più decisivo della loro vita, si valorizzano degli individui, che sono altrimenti destinati ad’essere di sconforto e di umiliazione a se stessi, di peso alla famiglia, di nessun profitto alla società, di aggravio al bilancio della pubblica assistenza. E i ritardatari i reietti dalla scuola sono bepe spesso gli spostati peggio i ribelli del domani. Il problema del loro avvenire è un altro degli aspetti del problema sociale, che gli uomini di cuore debbono intendere, debbono studiare con tutti quei mezzi che la scienza e l’esperienza suggeriscono come i più efficaci. Su questo punto l’Associazione richiama tutta la attenzione di coloro che partecipano alla cosa pubblica, o coprono uffici elettivi, o nel giornalismo sono propugnatori delle più nobili cause. L’Associazione quindi, attuando la Cura dei denti nelle scuole elementari per ridurre le cause della morbilità infantile, promovendo le Scuole all’aperto, e per le scuole secondarie i Campi di giuoco, e insieme alla (( Società mandamentale del Tiro a Segno» e la Sursum Corda» i Reparti scolastici per le esercitazioni militari, e prossimamente col «Touring Club il Tourismo scolastico, anche con intenti di istruzione storica ed artistica, ad integrazione dell’educazione fisica, e concorre alla soluzione di quei problemi sociali che la scuola e la vita modernamente intese oggi reclamano. E’ un programma di azione e di elevazione sociale, che deve trovare a Milano il terreno più adatto per una larga attuazione, e che mira per vie nuove ad avvicinare gli umili’ alle Classi che ne intendono con isquisito sentimento di bontà i bisogni e le aspirazioni. Achille Lanzi.