Pagina:Il buon cuore - Anno XII, n. 36 - 6 settembre 1913.pdf/5


IL BUON CUORE 285


edizioncina nitida ed elegante, le partiture dei quartetti di Mozart, di Haydn, di Beethoven, e una serie di volumi dal contenuto più svariato, con prevalenza dei libri di interesse musicale, ma senza perciò escludere che vi si sia annidato, chissà come e chissà perchè, uno studio sui valori postali argentini!.... Ecco nel gabinetto vicino due modeste librerie colme ’della musica del maestro. Vi sono gli spartiti verdiani, ma non mancano a Vascello fantasma», a Maestri cantori», a Parsifal», a Lohengrin», quest’ultimo curiosamente annotato. Il maestro l’aveva con sè alle memorabili esecuzioni di Bologna, e in margine vi ha segnato i suoi commenti, sia all’esecuzione, sia all’effetto •che la musica produceva sul pubblico. Tra le opere moderne fanno bella mostra di sè nella biblioteca verdiana a Zazà» di Leoncavallo, le opere di Puccini, a Salambò» di Reyer ed alcune altre. (Continua).


Religione


Vangelo della domenica 2a dopo la Decollazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo diceva il Signor eGesù a’ suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecOre, ma al di dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi dai triboli? Così ogni buon albero porta buoni frutti; e ogni albero cattivo fa frutti cattivi. Non può un buon albero far frutti cattivi; nè un albero cattivo far frutti buoni. Qualunque pianta che non porti buon frutto, sarà tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro. Non tutti quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de’ cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, questi entrerà nel regno de’ cieli. S. MATTEO, Cap. 7.

Pensieri.

Il brano evangelico d’oggi è la conclusione d’un lungo discorso antecedente di Cristo. Egli aveva anzidetto le condizioni necessarie per essere suoi discepoli, condizioni affatto nuove e contrarie a ivanto poteva aspettarsi dall’egoismo ed interesse umaii). Gesù, che questo egoismo ed interesse conosce bene. e vuole assolutamente schiacciato, prevede assai l’acilmente che molti, anzi troppi, avrebbero, non og;ta.colato la nuova corrente d’idee che tanto entusiasrr suscitava, ma — cogliendo il destro — per avvantaggiare interessi propri materiali, avrebbero al3amente zelato la causa di Cristo, adulterando con ipocrisia quel programma che — solo ed unico al mon do — domanda nei propri seguaci la sincerità e la lealtà. E’ per questa ragione ch’Egli avvisa e rende edotti i suoi nuovi seguaci delle nuove arti ed insidie che li attenderanno — facili prede nel loro entusiasmo per il bene e per Gesù — dicendo s’avessero a guardare da chi viene vestito d’agnello pacifico e mansueto, mentre in cuor suo macchina stragi e rovine nel gregge cristiano. Gesù dà anche i contrassegni per conoscere la cattiveria e l’impostura di questi falsi, ed aggiunge infine una frase, che pare crei scandalo nelle anime pie, mentre viene a dichiarare che il regno di Dio non lo si ottiene a chiacchiere, sospiri ed asmatiche preghiere, ma solo colla lotta contro di noi, le nostre passioni, facendo in una parola quello che è la volontà del Padre, che è nei cieli. • •

Gesù ha chiamato costoro non cattivi, ma falsi profeti. Di solito noi per profeta classifichiamo un uomo che predice l’avvenire. Questo nome qui non ha precisamente questo significato. In fatti analoghi scrittori sacri e talvolta anche i profani l’usarono per indicare uno che in momenti eccezionali ebbe da Dio una missione speciale, un speciale mandato, in genere religioso; qui è facile comprendere come significhi uno che pretende aver una missione straordinaria da Dio mentre invece ostacola l’opera dei veri, autentici ministri di Dio. Ed allora come classificarli? Hanno una, veste esterna, che li distingue? che li mostri al popolo? Niente di tutto ciò.. Di solito vantano uno strano zelo, fatto di intransigenza, di intolleranza, di settarietà. Non hanno la santa polemica delle idee, attaccano le persone non a correggerle nelle loro debolezze e mancanze, ma solo perchè ai loro piedi non si danno nè vinte nè dome. Coll’agitare — opportuno ed importuno — il nome di Cristo ed il bandierone della assoluta purezza delle idee in campi discutibilissimi,’ seminano divisioni, stragi e rovine, secondo la frase di Gesù, che fra pecore divise e disperse viene il lupo che li uccide e divora. La loro azione non è soffusa di quella carità benigna e paziente e sacrificata che sorge dalle parole di Gesù: più che l’elevazione del peccatore e la sua salute, desiderano la sconfitta, l’umiliazione dell’avversario. Non sono falsi profeti i nemici della Chrésa. Li avvertiamo nelle loro dottrine, nei loro eccessi, nel loro livore contro tutto che è cristiano: sono falsi profeti quelli che nella Chiesa — dove l’unica e sola autorità risiede nel Papa e nei Vescovi — sono coloro che — voci isolate e discorde — alla. Chiesa cercano di sostituirsi nella pretesa di documentare, spiegare, sottilizzare e dare garanzie delle dottrine e morale di Cristo... Non sarebbero quel falsi Cristi e profeti, che Gesù ha detto sorgerebbero per ingannare, se è possibile, gli stessi eletti? Non sono questi che in vesti da pecora col prete