Il buon cuore - Anno XII, n. 18 - 3 maggio 1913/Religione

Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Vangelo della Domenica dopo l’Ascensione

Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: Padre, è giunto il tempo; glorifica il tuo Figliuolo, onde anche il tuo Figliuolo glorifichi te; siccome hai data a lui podestà sopra tutti gli uomini, arfinchè egli dia la vita eterna a tutti quelli che a lui hai consegnati. Or la vita eterna si è che conoscano te, solo vero Dio, e Gesù Cristo mandato da te. Io ti ho glorificato in terra, ho compito l’opera che mi desti da fare: e adesso glorifica me, o Padre, presso ie stesto, con quella gloria che ebbi presso di te, prima che il mondo fosse etc. S. GIOVANNI, cap. 17.

Pensieri. Della lunga preghiera di Cristo molte sono e diverse assai le parti. Ci pare primamente ch’Egli domandi al Padre la propria glorificazione e premio, perchè questo serva agli uomini e discepoli suoi a meglio conoscerlo, sicuro come egli è, che — conosciutolo — gli uomini sapranno difendersi dalle fallacie ed insidie del mondo. Secondo: Gesù prega, perchè modello e misura della gioia che proveranno gli uomini — che avranno creduto in lui — sia lo stesso suo gaudio completo, il paradiso la corona eterna in altra parola. Terzo: prega il Padre perchè questo ami ed i suoi discepoli e coloro che in seguito di tempo li avessero ascoltati come ed in quella misura d’affetto con cui lui stesso fu dal Padre amato. [p. 141 modifica]Una osservazione di tempo, buon lettore. Nel Vangelo di S. Giovanni — di dove è tolto il brano evangelico d’oggi — al capo decimosettimo, tien subito dietro nel seguente l’inizio delle umiliazioni nell’orto, la cattura di Cristo, l’arresto, l’interrogatorio innanzi a Caif a ed Anna, la sua risposta, lo schiaffo villano dato a lui dal servo del pontefice. Chi non ha il criterio di Cristo può davvero sorridere dell’efficacia della sua preghiera. Proprio quando termina di chiedere al Padre la gloria, incomincia il più triste episodio di sua vita, la Passione sua. Ma ciò sta, e sta bene per il mondo, per cui Cristo non ha pregato; a cui Egli ha negato il dono ed il privilegio della verità. Il mondo intende la gloria nel sopraffare, nel primeggiare, nel possedere, nel fulgore dell’oro, nel fremito del piacere, nella luce onde brilla la scienza, nel’fastigio della potenza. E’ giusto: al materiale’ date a piene mani la materia. Il mondo ha il criterio del quantitativo: date di più, possiederà di più, sarà più grande. Questo non istà con Dio: gli giova assai poco la quantità, preferisce la qualità, e misura la gloria di domani, la vera gloria duratura, efficace, alle umiliazioni, alle volontarie sofferenze, alle abnegazioni d’oggi, del momento. Felici e fortunati del mondo, ai quali non manca l’oro, ai quali festoso, lieto innanzi balla e brilla il piacere seducente, ai quali si inchinano le folle, si piegano le ’menti, siete voi superiori, migliori della miseria del volgo, dell’artiere, che nel chiuso della casa, dell’officina, del campo compie fedelmente il proprio... dovere?! Eppure noi ci incontriamo con discepoli di... Cristo, che non hanno in bocca che una continua nenìa di catene,. ceppi, impacci al libero sviluppo delle loro energie. Oh! — a lor dire — se essi fossero in altra posizione! Se avessero mezzi, oro, aderenze, posti, chi può indovinare quanto essi farebbero di bene!... Sembra loro, che supererebbero nel loro zelo Cristo istesso, chè, se ciò non dicono, davvero che lo pensano e di ciò sono convinti. Zelo falso, signori! Meglio: impostura classica. Dio ha dato ciò che doveva e credeva in una parte più e meno altrove; a noi farci santi, preparare la glorificazione nostra col fare la volontà di Dio in quel modo che Dio vuole, in quelle difficoltà e condizioni che Egli desidera, pensando che il quanto può impressionare il mondo non può meritare gloria, e meno corona presso Dio, presso Gesù. Pare impossibile, ma con Dio è proprio così. S. Luigi Gon

zaga vale quanto e non più del pio giovane cristiano umile e nascosto, e S. Carlo, S. Ambrogio sono presso Dio d’un medesimo premio coronati come S. Giuseppe, l’operaio di Nazaret. B. R.

Un esemplare Istituto di Previdenza

LA BANCA DEI CENTESIMI

In una piccola città biscaglina si è costituita fra 250 ragazzi (di età che varia dai quattro ai quindici anni) un’associazione per fondare una banca che sarà chiamata Banca dei Centesimi. I piccoli soci, che pagano settimanalmente una tassa da 5 a 25 centesimi, si sono obbligati a non toccare, per un dato tempo, il denaro versato e ciò per poter riuscire a fondare la banca... su basi discretamente solide. Intanto l’associazione prospera: istituita da pochissimo tempo ha già raccolto più di 1700 quote. I futuri piccoli banchieri sono divisi in soci pro Lettori e soci di numero. Appartengono ai soci protettori tutti coloro (senza distinzione di età o di sesso) i quali espongono idee pratiche per il miglioramento della nascente istituzione e tutti quelli che, in più delle quote mensili, versano annualmente una lira o più per premiare e stimolare al bene i bambini buoni. Soci di numero possono diventare tutti i bimbi e le bimbe che si propongono di mettere in pratica, dopo averlo recitato a memoria, davanti i dirigenti l’associazione, il seguente programma: Mi obbligo a rispettare e difendere mio padre e mia madre e ad aiutare i miei fratelli. Mi obbligo a non far male, volontariamente, ad alcuno, e ad essere buono e leale coi miei amici e con i miei simili. -- Mi obbligo a rispettare i miei maestri ed i miei superiori ed a far tesoro dei loro ammaestramenti e consigli. - Prometto di non molestare in alcun modo gli animali. -- Prometto di non danneggiare le piante, gli alberi, la casa in cui vivo. Curerò la mia salute adempiendo alle regole d’igiene che i miei genitori ed i maestri m’indicano. Mi propongo di essere un cittadino onorato, amante del lavoro e della patria. [p. 142 modifica]— Mi propongo di essere onesto, economo e di non sciupare il denaro. I risparmi che riuscirò a fare contribuiranno a far prosperare la Banca dei Centesimi. Il bambino che presentandosi all’ufficio della- Associazione, dà il suo nome e il suo indirizzo e recita a memoria il suddetto programma, ha diritto: Ad essere socio fondatore del Banco dei Centesimi. A 25 centesimi che l’Associazione versa come prima quota al suo nome. Ad un premio del io % sopra le somme che in seguito vada depositando nel Banco e che sarà accumulato in un libretto di risparmio.

Prefettura Apostolica della Liberia

«Ho testè finito la mia prima visita pastorale nel paese dei Krous, e ne ritorno felice a. Così narra il Rev.mo P. Ogé, Prefetto Apostolico, alla Direttrice Generale del Sodalizio Claveriano da Monrovia: «Il successo ha difatti largamente coronato i nostri sforzi, 15o fanciulli frequentano regolarmente tutti i giorni le nostre scuole di Dld e New Sasstown. Altri 15o vengono di quando in quando, allorchè il lavoro della fattoria lo consente. Lo slancio è ammirevole. Il catechismo della sera si fa tutti i giorni e vi assistono molti adulti. Molti ascoltano la S. Messa tutte le mattine. Le preghiere comuni sono ben conosciute e si recitano in Krou ed in inglese. I cantici Krous, composti dal P. Cesson, formano la delizia dei vecchi e dei giovani. Tom, il giovane, in grazia del quale abbiamo potuto stabilirci a Sasstown, è stato battezzato, e con lui sua moglie, ed ora è il braccio destro del P. Cesson; in breve egli si occupa di tutto con una divozione al disopra di ogni elogio. A New Sasstown il P. Schermesser ha avuto la fortuna di trovare •anche lui un giovane disposto a secondare i suoi sforzi. Anche lui e sua moglie sono battezzati. Amministrai il Sacramento della Cresima a 5 nostri neofiti, e quattro giorni dopo a 20 altri di New Sasstown. Un medesimo numero riceverà il S. Sacramento nel mese di Aprile. Le nostre due case d’abitazione sono troppo piccole per ricoverare tutta la nostra gente, e bisognerà pur rassegnarsi malgrado le nostre scarse risorse a fabbricare una chiesa-scuola in ciascuna delle due città. Queste costruzioni saranno spaziose, ma molto sem plici per evitare forti spese. Diecimila lire dovranno bastare per tutto. Ma da dove mi verrà questa somma? Il mio indimenticabile amico, Mons. Alberto della Costa d’Oro aveva l’abitudine di rispondere ad una simile domanda: «Abbiate cura oggi delle cose odierne e lasciate al buon Dio la cura dell’avvenire.» Per risolvere questo problema urgente, seguirò una volta di più il consiglio del mio rimpianto amico, ma non senza ripetere dolcemente il verso ammirabile di Victor Hugo: «Date, o ricchi, l’elemosina, ch’è sorella della preghiera a. (Dalla Gazzetta Africana).

Per i fanciulli nel Maggio

Dalla penna di una signorina gentile, distinta, animata da sentimento di pietà e d’amore pei bambini, è sgorgato, coi primi sorrisi primaverili, un caro libriccino ispirato ad un duplice scopo: infondere la divozione della Madonna nelle anime innocenti deí fanciulli e sovvenire l’Istituto delle Sordomute in San Gregorio. L’autrice è Celestina Annoni, la quale ha saputo impicciolirsi per elevare poi i bambini a sublimi pensieri. A ciascun giorno del mese di maggio l’ottima signorina assegna una ’preghiera rapida, ma chiara, fervorosa, efficace, un fioretto ed un esempio in forma di raccontino interessante. Così la bella pubblicazione può dirsi una raccolta di vaghi fiorellini e, nel tempo stesso, una raccolta di paginette d’oro, che duf fuse farebbero un gran bene. Milano, Scuola Salesiana, C.mi 80.

Pagine inedite di Giulio Tarra

Sono frammenti interessantissimi. nei quali vibra la grande anima gentile dell’abate Giulio Tarra. Si è fatto così un importante ed utilissimo libretto e lo si vende a beneficio delle Opere di S. Gregorio. Riportiamo la lettera di dedica a Don Ettore Bellani: «Frugando in questi giorni di ozio estivo fra vecchie carte ch’Ella teneva nella libreria, trovai alcuni scritti dell’Abate Giulio Tarra. Mi diedi con vivo interessamento a leggere quei fogli, dove sempre [p. 143 modifica]meglio, man mano procedeva, mi si rivelava la nobile figura del Sacerdote asceta e filosofo, esteta ed educatore. Questa lettura fece molto bene all’animo mio. Mi domandai: Se si pubblicassero questi scritti, non potrebbero fare bene anche agli altri? L’idea si mutò in proposito. M’accinsi all’opera, con intelletto d’amore, ed ora sono lieto di presentare a Lei il volumetto dal titolo «Osservazioni - Pensieri Riflessioni dell’Ab. Giulio Tarra». Credo con ciò di farle cosa grata, poichè, Lei, essendo entrata nell’Istituto Sordomuti come vicerettore subito dopo la;porte e per la morte stessa di Giulio Tarra, ha potuto imparare ad amare, a stimare il grande uomo nelle tradizioni ancora palpitanti della sua vita, nella eco recentissima delle sue virtù, nella rifioritura del giardino da lui piantato. «Tali scritti come li trovai, così senza nulla mutare, li pubblicai. Quindi non cerchi l’ordine di classificazione alcuna; bensì il sapere e il sapore dell’uomo insigne, che, profondo, assiduo osservatore di tutto, traeva profitto al proprio, all’altrui perfezionamento. ’ «Accolga il modesto lavoro in segno di stima e d’affetto. A voi, a quanti lo leggeranno, accresca la venerazione del grande benefattore dei. sordomuti che fu il compianto Ab. Giulio Tarra. Milano, Settembre 1912. P. A. R.

LIBRO PER FANCIULLI

Molte volte, dovendo scegliere un libro per g’ovinetti e non volendo comperare un libro d’avventure e di viaggi, si resta imbrogliati. Uno è troppo seri®: e a dodici anni, per esempio, i nostri fanc.ulli hanno poca voglia di digerirsi un volume serio, oltre quelli di scuola! Un altro diverte, ma conclude poco.... È uscito cra un libro «11 piccolo commesso viag giatore della Casa d’Arba e C. (Torino, Libreria Edit. Buona Stampa, L. 1,--) della Prof. Giulia Vr.risco È un volume che diverte, commuove, educa. I fanciulli lo leggeranno d’un fiato e oso dire che anche i grandi vi troveranno le pure commozioni dell’adolescenza.