Il Viale de' colli/Capitolo IV

Capitolo IV

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Capitolo III

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IV.

Ora lasciamo cotesto luogo delizioso e proseguiamo il viale che con leggero declivio ci conduce verso una piccola vallicella proprio dietro al colle di S. Miniato. Abbiamo subito un’altra visuale, ma di un genere tutto diverso dalle altre che ci si son presentate allo sguardo. Io credo che pochi luoghi, come i contorni di Firenze, possano offrire allo sguardo del forestiero spettacoli più belli, ed al tempo stesso più variati. Mentre la passeggiata delle Cascine, anche co’ suoi prati, co’ suoi viali interminabili, i suoi boschi, ti fa conoscer sempre la vicinanza della città, una girata in val di Mugnone al di là della Badia ti fa scordare affatto la piccola distanza da Firenze e ti trasporta colla fantasia alle Alpi della Svizzera, ai monti del Tirolo o in qualche altro paese alpestre e selvaggio.

Per esempio, la vallata nella quale volgiamo ora il piede non par davvero vicino ad una gran città. Quelle colline coperte di rigogliosissima vegetazione, quei [p. 28 modifica]piccoli gruppi di case sparsi qua e là, quelle ville circondate da ricchi giardini, quelle modeste casette nascoste fra le fronde degli alberi, il rio Corbolo che scendendo dall’alto del poggio di S. Margherita, forma delle pittoresche cascate correndo nel suo letto di massi, tutto insomma ti rammenta qualche motivo del Chianti o della val di Nievole, paesi incantati ed ubertosissimi dove uno può liberamente godersi nella pace tutte le delizie della vita campestre.....

In cotesta vallata, oltre la villa Mastiani che ti si presenta maestosa colla sua elegante architettura, il bell’obelisco di granito che le sta dinanzi, i suoi giardini incantati ed il suo viale che sbocca poi nella strada, si osservano altre ville fra le quali quelle Arrighetti, Levi, Balzani, per la maggior parte di recente costruzione o ridotte affatto dalla loro forma primitiva.

Il villaggio di Gamberaia che sorge sulla sinistra del ruscello è notissimo per una purissima sorgente di acque che ora alimenta la vasca del piazzale Michelangiolo; ma che poco tempo fa non servivano che ad ingrossare il filo d’acqua limpidissima che il ruscello conduce all’Arno in tutte le stagioni dopo averla fatta servire a muovere un piccolo mulino posto vicino a Ricorboli.

A Gamberaia ebbero già possessi le famiglie Serristori e Rucellai. Vicino a Gamberaia, ma più. verso S. Miniato, ne ebbero le famiglie Berardi e Cardinali, quest’ultima appartenente alla celebre e potente consorteria dei Tornaquinci.

Sulla cima del colle di Montici, poco sotto alla chiesa di S. Margherita, sorge un’antica e maestosa [p. 29 modifica]villa composta di diverse costruzioni e adorna dal lato di levante di una torricella che sembrerebbe quasi eretta per difesa. Costruita fin da’ tempi antichi dai Guicciardini, divenne durante l’assedio di Firenze il quartier generale degl’Imperiali e servì d’alloggio ai comandanti di quelle soldatesche, raccolte da tutti i paesi. Tuttora una sala porta i segni della presenza di quei signori nella villa, e molte scalfitture fatte con arme bianca mostrano com’essa servisse di sala d’armi per l’esercitazioni dei capitani assedianti. La villa Guicciardini fin dalla metà del secolo xvi si chiama la Bugia in onta alla storia fiorentina scritta entro coteste mura dallo storico Francesco Guicciardini che la possedeva.

Dai Guicciardini, passò ai Nerli, ed attualmente è di proprietà dei Morrocchi.

La prima volta che si trova nominata in qualche documento la chiesa di S. Margherita a Montici, o Montisci, è nel 1229, epoca nella quale era patronato delle famiglie consorti Amidei e Gherardini che avevano possessi su quei colli. Posta in favorevolissima posizione quasi a cavaliere di Firenze e della valle dell’Ema, la chiesa fu già una specie di fortificazione, e ce lo dice tuttora la vecchia torre o campanile che sebbene restaurata piuttosto barbaramente e ridotta ad altra forma, serba sempre l’impronta dell’antica costruzione solida e maestosa.

A cotesta torre si riferisce un fatto che dopo la metà del xiv secolo commosse non poco la città di Firenze. Fra le due nobili famiglie dei Gherardini e dei Da Panzano consorti dei Ricasoli erano insorte delle rivalità che presto degenerarono in contese ed in una [p. 30 modifica]di queste contese, avvenuta nel 1364, Pierino e Carlo di Baldovinetto Gherardini uccisero Antonio Da Panzano. S’immagini ognuno se dopo cotesto fatto le rivalità fra le due famiglie si accrescessero; fatto sta che temendo si dovesse nuovamente divider la città in due partiti, la Signoria credè bene d’intervenirvi facendo tacer le due parti. Se non che, qualche mese dopo i Da Panzano, che non potevano scordar la morte di Antonio, pensarono ad una vendetta, e Luca, un de’ capi di quella famiglia, sapendo che Carlo Gherardini trovavasi in una sua villa a Montici, vi mandò i suoi sgherri per assassinarlo. Il Gherardini che se ne accorse, fuggì nel campanile di S. Margherita e di costì sostenne una valorosa difesa fino a che stanco, privo di vitto dovette cedere, e gli sgherri vilmente lo trucidarono.

Poco o nulla resta dell’antica architettura della chiesa alla quale i restauri hanno fatto prendere un aspetto affatto diverso. Ultimamente essa era di patronato delle famiglie Gherardini e Niccolini.

Oltre agli accennati ricordi, i colli di Montici, eran celebri anche per le acque termali che sgorgavano da certi massi dal lato di mezzogiorno che dà sulla val d’Ema. Quel che son oggi i bagni di Lucca, quelli di Montecatini, di Casciana, di Rapolano, erano negli antichi tempi i bagni di Montisci, ai quali si recava nella buona stagione una parte della popolazione per provare i salutari effetti di quelle acque benefiche. Ora degli antichi bagni non resta più nulla.

Proseguendo il viale che scende costeggiando il rio Corbolo, si passa accanto a Ricorboli, piccolo villaggio sulla strada che conduce al ponte a Ema [p. 31 modifica]passando dalla Badiuzza, chiesa antichissima fondata avanti il 1000 col titolo di S. Maria in Fabroro.

A Ricorboli fu, fino dal xii secolo, uno spedale di pellegrini, al quale fu nel successivo secolo aggiunta una piccola chiesetta, che i Bardi ingrandirono e presero sotto il loro patronato nel 1470. La chiesa attuale che non ha nulla di pregevole, fu rifatta nel 1750.

Poco distante da Ricorboli, sopra un poggetto sul quale passa la strada del ponte a Ema, sorge una grandiosa villa moderna di proprietà del senatore Emanuele Fenzi. Cotesta villa detta Rusciano, nonostante la sua apparenza moderna, data da parecchi secoli, e fu costruita per conto della illustre famiglia Pitti, da Filippo di ser Brunellesco de’ Lapi. Caduta in basso la casa Pitti, Rusciano fu comprato dalla Repubblica fiorentina nel 1472 per farne un regalo al conte Federico d’Urbino capitano delle milizie fiorentine per avere espugnata la città di Volterra.

Proseguendo ancora un tratto del viale che seguita il corso del rio Corbolo, si giunge ad un piazzale posto dinanzi al ponte di ferro di S. Niccolò. Costì si scorge altra magnifica veduta. Da un lato si vede Firenze nuova, dall’altro la città con tutti i suoi principali edifizi che torreggiano maestosi sul cielo rossastro rischiarato dall’ultimo raggio del sole che muore dietro la linea dei colli di Signa e di Malmantile. Tutti i principali monumenti della città, Palazzo Vecchio, il Pretorio, il Duomo, S. Croce, il campanile di Badia, quello di S. Maria Novella son raccolti in un superbo gruppo e mollemente si specchiano in quella specie di limpidissimo lago che forma l’Arno trattenuto dalla [p. 32 modifica]Pescaia di S. Niccolò. Fermo, sotto i grandi alberi lungo l’argine del fiume, potete mirare a lungo cotesto sublime spettacolo di un tramonto che si riproduce nel tranquillo specchio delle acque solcate di tanto in tanto da graziose barchette, nelle quali qualcuno cerca una distrazione od un refrigerio appena spariti i raggi un po’ molesti del sole. Con tutti questi sublimi colpi di occhio che vi si son presentati allo sguardo non potete fare a meno di esclamare:

— Sei pur bella o Firenze!

Dal piazzale del ponte di ferro si staccano altre strade, ma la nostra passeggiata lungo il viale de’ Colli è finita.