Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XLIII
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Eufratos, là ove ò un piccolo bosco di piccoli arbuscelli lunghi ’, che si menano e piegano a tutte parti, sì che per la loro fiebolezza, non li possono tagliare, sì come cosa clic non sta ferma al loro colpo. E perdio non li puote tagliare, sì vi iniqui tisce suso, e mescolasi con essi, ed impacciavisi in quelle verghe, che non ne puote uscire, nò non si può partire, credendole poter tagliare. E quando egli conosce che non si può partire nò andare, grida molto forte, credendosi aver aiuto. E quando gli uomini l’odono gridare, eglino vi coi-rono ^, e sì l’uccidono, e così il pigliano.
Capitolo XLIII.
Asnes, ovvero Asino salvatico ^.
Asnes sono di due maniere, cioò dimestichi e salva tichi \
l) Ut: lons ci déliez. Il rinianiMite è piirafrasi. Il ms. Vis. concorda con Bono.
2i II t: à l’enseigne de sa voiz.
3) Le stampe bizzarramente: arnes, ovvero asino salvatico. Il t: de l’asne. Scrivo asne, e lascio ovvero asino salvatico.
4) Mutato diiìiestiche e salvatiche, in dimestichi e salvaiicki,
col t, e corno fa Bono stesso in fino al capitolo, il214 |
la sua negligenza, e del suo allentamento ’, che gli uomini ne contano molti proverbi, che danno molti esempli altrui di ben fare.
L’altra ch’è salvatica, che si trova in Africa, è sì fiera che l’uomo non li puote dimesticare. E sì è sufficiente uno maschio a molte femine. E quelli è sì geloso ^, che quando vede che alcuno figliuolo gli nasca maschio, incontinente gli corre a dosso, per levargli li coglioni, se la madre non se ne prenda guardia, sì ch’ella lo tegna nascoso in luogo salvo e riposto ^,
E sappiate, che questo asnes salvatico, che r uomo chiama onagro, a ciascuna ora del dì e della notte grida una volta, sì che l’uomo può
quale, fra tanti altri, dà chiaramente a vedere di posse^ der il grande secreto, indarno cercato altre volte, di fare cangiar sesso agli animali, come altrove insegna a farli nascere di qual sesso si voglia.
1) Il t: de sa /ole tè, colle varianti, stoutece di due codici: soiUie, di uno: sotie, di tre: nicetè di uno, citati dal Cliabaille.
2) Le stampe contro il buon senso’ e quello ha sì quella uso, che quando vede che ucssìuìo figliuolo li nasca rnnschio. Corretto col ms. Vis. e col t: cil est si jalons, que quant il aperçoit que aucuns de ses poulains soit maslcs. Corrotto ha Si queW uso in è sì geloso, e nessuno, in alcuno.
3) Il t: le siegue en repost sauvement.215 |
è pare il dì con la notte, e quando no ’.
Capitolo XLIV.
De’ buoi.
Buoi sono di molte maniere.
Una che nasce nelle parti d’ Asia ’, ed è chiamato buopacto, però ch’egli ha ^ crini come cavallo. E le sue corna sono sì grandi, ch’elle si avvolgono intorno alla testa, sì che nullo lo può ferire, se non sullo corno. E quando l’uomo,, o altra bestia lo caccia, egli scioglie lo suo ventre, e gittasi da dietro una feccia, una grande pezza di lungi da lui \ sì putente, che arde come bragia ^ ciò che tocca.
Un’ altra n’ ha India, che non ha se non un corno, e le sue unghie sono intere ^ come di cavallo.
1) Il t: quant la tiuìz est igal.
2) Il t ha di più: et sont apelè bovaton.
3) Le stampe: ed ha chiome e crini, corretto col nis. Vis.: ed è chiamato btiopacto, però ch’egli ha crini.
4) Una grande pezza di lungi da lui, è giunta di Bono. È nel ms Vis.
5) Come bragia, altra giunta di Bono. E nel ms. Vis.
6) Il t: sont sode et enterin.