Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXXII

Capitolo XXXII. Delle quattro complessioni dell’uomo, e d’altre cose

../Capitolo XXXI ../Capitolo XXXIII IncludiIntestazione 4 febbraio 2023 75%

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXII. Delle quattro complessioni dell’uomo, e d’altre cose
Libro II - Capitolo XXXI Libro II - Capitolo XXXIII

[p. 300 modifica]

Capitolo XXXII.


Delle quattro complessioni dell’uomo, e d’altre cose.


Altresì avviene delle quattro complessioni, quando si tramischiano in alcuna creatura, che ciascuna seguisce1 la natura del suo elemento: e perciò conviene egli che al tramischiare degli umori l’uno soperchi l’altro, e che sua natura vi sia più forte e di2 maggior podere.

Perciò avviene che un’erba è più fredda e più calda che l’altra; e che l’una natura è di complessione sanguinea, l’altra malinconica, o flegmatica, o colerica, secondo che gli umori soperchiano più. E però sono li frutti e l’erbe e le biade e le sementi l’una più melanconica che l’altra, o più colerica; e così dell’altre due3 complessioni. Altresì dico io di uomini e degli uccelli e delle bestie e di pesci e di tutti altri animali. Ond’egli avvenne, che una cosa è buona [p. 301 modifica]di mangiare ed un’altra no, e che l’una è dolce e l’altra amara, l’una verde o rossa, l’altra bianca o nera, secondo il calore4 degli elementi e degli umori che signoreggiano nella cosa5; l’una è velenosa e l’altra vale a medicina. Chè tutto che in ciascuna cosa sieno li quattro umori tutti mischiati, e li quattro elementi, e le quattro qualitadi; si conviene che la forza dell’uno sia più forte, secondo che più v’abbonda, e per quella natura che più v’abbonda è chiamato6.

Ragione come: Se flegma abbonda più in un uomo, egli è chiamato flegmatico, per la forza ch’ella ha in sua natura. Che però la flegma è fredda e umida7, e si è di natura d’acqua e di verno, conviene che quel cotale uomo sia lento e molle8, pesante e dormiglioso, e che non si ricordi bene delle cose passate. Questa è la complessione che più appartiene a’ vecchi, che ad [p. 302 modifica]altre genti9; e ha il suo sedio al polmone, ed è purgata per la bocca10. Ed11 ella cresce di verno, perciò ch’ella è di sua natura, e perciò sono in quel tempo disagiati e fragili12 i vecchi flegmatici. Ma li colerici sono prosperosi, e li13 giovani altresì. E le malattie che sono per cagione di flegma sono rie di verno troppo duramente14, sì come sono febri cotidiane. Ma quelle che sono per colera sono meno rie, sì come sono le terzane. Perciò è bene che li flegmatici usino di verno cose calde e secche.

Lo sangue è caldo e umido, ed ha il suo sedio nel fegato, e cresce nella primavera. Per ciò sono allora molto malvagie le malizie da parte del sangue, cioè febbre sinoche15, e in quel tempo [p. 303 modifica]sono più prosperosi i vecchi che i giovani. Perciò sono da usare da essi cose16 fredde e secche. E l’uomo a cui questa complessione abbonda, si è appellato sanguineo. Ciò è la migliore complessione che sia, ch’ella fa l’uomo cantante, grassetto e lieto, ardito e benigno.

Colera è calda e secca, ed ha il suo sedio nel fiele, ed è purgata per gli orecchi. Questa complessione è di natura di fuoco, e di state è di calda gioventudine. E però fa l’uomo iroso17 e ingegnoso, acuto, fiero e leggieri, e movente18, cresce in estate19. E per ciò sono allora li colerici meno prosperosi che’ flegmatici, e meno li giovani, che li vecchi. Però debbono eglino usare cose fredde ed umide. Quando le malizie vengono per colera, sono molto pericolose di state, più che quelle che sono per la flegma.

Malinconia è un umore che molti chiamano colera nera, ed e fredda e sicca, e ha il suo sedio nello spino; ed è di natura di terra e d’autunno. E però fa gli uomini malinconici e pieni d’ira, e di malvagi pensieri, e paurosi, e che non possono bene dormire alcuna fiata. Ed è [p. 304 modifica]purgata per gli occhi, e cresce nell’autunno. Però sono in quel tempo più prosperosi li sanguinei che’ malinconici; e più20 e meglio li garzoni che li vecchi. Ed allora sono più gravi21 le malizie che vengono da malinconia, che quelle che sono per sangue. Però è bene ad usare cose calde ed umide, colui ch’è di tale complessione.

Note

  1. Questo seguisce, richiama il seguiscimi del capitolo IX di questo libro. Più volte è anche nel Tesoretto.
  2. Aggiunto più forte, col t plus forte, et de groignor pooir.
  3. Due manca al t ou d’outre complexion.
  4. Corretto colore in calore, col t chalor, e col senso.
  5. Il t qui sormontent.
  6. Il t più prolisso: et par cele nature qui plus i abonde, et touz apelez de cele nature.
  7. Fatto verbo il primo e, ed aggiunto questo e, col t e col senso: fleume est froide, et moiste, et est de nature ecc.
  8. Molle manca al t. Si noti il pesanz, in senso morale tradotto pesante, appunto in questo testo di lingua. Manca in questo senso alla Crusca.
  9. Che ad altre genti, glossa di Bono. Aggiunto ad colla Crusca alla voce sedio. Giunta del Sorio.
  10. Corretto songia, in bocca, col t par la boche. Correzione del Sorio. Concorda col ms. Bergamasco da esso citato.
  11. Mutato che in ed col t, riuscendo così più chiaro il periodo. Due codici del Chabaille leggono que, anzi che et, come è nelle stampe.
  12. Fragili, glossa di Bono.
  13. Aggiunto li col t et li juene, per non far ringiovanire i collerici nell’inverno. Poteva leggersi e’; ma più sotto riscontriamo questa medesima forma con li.
  14. Duramente, glossa di Bono, il t trop mauvaises.
  15. Usa spesso malizia per malattia. Il t tres mauvaises maladies de sane, et de sinoche.
  16. Aggiunto: da essi col t doivent il user
  17. Corretto rosso, in iroso, col t yreus.
  18. Il Salvini nel codice Riccardiano annota: in splene. Nota del Nannucci.
  19. Corretto in istante, in in istate, col t en estè.
  20. Più, manca al t et mielx.
  21. Corretto purgate, in più gravi, col t plus griés. Il Sorio più ingrate, ma senza autorità di ms.