Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXX

Capitolo XXX. Qui dice come natura è negli elementi, e nell’altre cose

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXX. Qui dice come natura è negli elementi, e nell’altre cose
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Capitolo XXX.


Qui dice come natura1 è negli elementi, e nell’altre cose.


Qua a dietro dice il conto2, che la sua principale materia è a trattare in questo libro della natura delle cose del mondo, la quale è stabilita per le quattro complessioni, cioè, caldo, freddo, secco e umido, onde tutte cose sono complessionate. E’ quattro elementi, che sono altresì come sostenimento del mondo, sono conformati di queste quattro complessioni: che ’l fuoco è caldo e secco: l’acqua è fredda e umida: la terra è fredda e secca: l’aere è caldo e umido.

Altresì ne sono3 complessionati i corpi degli uomini e delle bestie e di tutti gli altri animali4, chè in loro sono quattro umori: colera, [p. 294 modifica]che è calda e secca: flegma, che è fredda e umida: sangue che è caldo e umido: malinconia, che è fredda e secca.

E l’anno medesimamente è diviso in quattro tempi, che sono similmente complessionati. Ecco la primavera ch’è calda e umida: l’estate, calda e secca: autunno, freddo e secco: il verno, freddo e umido.

E così potete conoscere, che ’l fuoco e l’estate e la colera sono d’una complessione; e l’aqua e la flegma e il verno sono d’un’altra. Ma l’aere e ’l sangue e la primavera sono mischiati dell’una e dell’altra natura, e perciò sono elli di migliore complessione, che non sono tutti gli altri. E loro contrari sono la terra, la malinconia e l’autunno, e però hanno elli5 malvagia natura.

Ora è leggier cosa ad intendere, come l’ufficio di natura è d’accordare le cose discordanti e d’agguagliare le disuguali in tal maniera, che tutte le diversitadi tornino in unità; così che aggiusti, ed assembli in uno corpo e in una sustanza, o in altra cosa, che le faccia nascere tuttavia nel mondo, o in piante, o in semente, o per [p. 295 modifica]congiungimento di maschio e di femmina6. Onde una partita ingenerano ova che sono ripiene di creature, e un’altra partita ingenerano carne figurata,7 secondo che lo conto diviserà più innanzi, là ove egli sarà luogo e tempo.

Per questa parola appare ora chiaramente, che la natura è a Dio, come il martello è al fabbro, che ora forma una spada, ora un elmo, [p. 296 modifica]ora un chiovo8, ora una cosa, ora un’altra, secondo che il fabbro vuole. E com’egli opera una maniera di formare un elmo, ed un’altra di formare uno aco; così adopera la natura, nelle stelle altrimenti che nelle piante.9 E altre maniere adopera la natura in uomini, e in bestie, e in altri animali.

Note

  1. Il t Comment nature oevre es elemens et es autres choses.
  2. Il t dit li maistres.
  3. Aggiunto ne col t autressi en sont, necessario all’intelligenza migliore della dottrina.
  4. Aggiunto, tutti gli altri animali, col t et des bestes, et de touz autres animaus, perchè l’autore distingue fino dai primi capitoli, come notai, bestie, cioè bruti terrestri, da uomini e da animali. In fine di questo capitolo ripete la medesima distinzione.
  5. Il t tres mauvais nature.
  6. Le stampe leggono a sproposito: Ora è legger cosa ad intendere come l’ufficio di natura è d’accordare, e d’agguagliare le equali in tal maniera, che tutte le diversitadi tornino in una. Egli è così che assembli in uno corpo, e in una sustanza, o in altra cosa, ch’egli faccia nascere tuttavia nel mondo, o in piante, o in semente, o pari congiungimento di maschio e di femmina. Corretto col t: Or est il legiere chose à entendre comment l’ofices de nature est en acorder ces choses descordans, et engaler les desiguales, en tel maniere que totes diversitès retornent en unitè, et les ajoste et assemble en I. cors, et en une sustance, ou en autre chose qui les face touziors naistre au monde, ou par plantes, ou par semences, au par conjugement de maasle et de femele. Il Sorio tracciò alcune di queste correzioni, e copiò il t ad esse di fronte, a loro giustificazione, senza indicare il ms. onde le avesse desunte, persuaso, per quanto pare, che dove nel Volgarizzamento manca il senso, anche senza l’autorità di un ms. se gli debba ridonare il senso del testo originale. Così egli si corresse da sè.
  7. Il t figures atornées, colla variante di cinque codici encharnées.
  8. Il t qui e sotto per quarto esempio ha di più: une ageuille.
  9. Le stampe leggono senza senso: E com’egli opera una manièra di formare una cosa; così adopera Iddio nelle stelle, e nelle pianete. Il t: Et tot aussi comme il est une maniere de forgier 1. hiaume, et une autre de forgier une aguille, tot autressi oevre nature es estoiles autrement que es plantes. Corretto col t. Due codici del Chabaille leggono planetes come ln stampe, anzi che plantes.