Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXIX
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo XXIX.
Qui dice come l’imperio di Roma venne a mano agli Alamani.
Ma poi che l’altezza e la signoria dello imperio di Roma crebbe, e avanzò sopra tutte le dignitadi dei cristiani, e che la invidia crebbe, e generò mortale odio tra li nobili d’Italia1, e nullo era che s’intramettesse a mantenere la cosa comune, si furono istabiliti i principi di Lamagna come per diritta necessitade2, che il nascimento e la elezione dello imperio fosse fatta per loro, e che elli ne fossero difensori e guardiani. E così venne l’altezza di eleggere imperadori a sette principi di Lamagna. Onde uno ch’ebbe nome Otto, fu il primo scelto e coronato3 imperadore per li Romani, correndo la incarnazione di Gesù Cristo novecentotrentasei anni. Onde v’ebbe poi tredici imperadori Alemanni4 insino al secondo Federico, che fu coronato per mano di Onorio papa, corrente la incarnazione milleduecentoventi anni.
E sappiate che dinanzi a questo Onorio da Giovanni papa5, si furono quarantadue6 papi, cioè da quel Giovanni di cui lo conto parlò alla fine degl’imperadori italici.7
Questo Federico imperadore regnò trenta8 anni, e nel suo imperio fece briga con la santa Chiesa, tanto che egli fu iscomunicato per sentenza dell’apostolico che allora era, e alla fine fu egli ispogliato della sua dignitade per sentenza di papa Innocenzio quarto, per comune consiglio del generale concilio. E quando passò di questo secolo, siccome a Dio piacque, l’imperio vacò lungamente senza re e senza imperadore. E tutto avesse questo Federigo assai figliuoli madernali e bastardi, che rimanesser dopo lui, non farà lo conto menzione se non d’uno, lo quale ebbe nome Manfredi, lo quale non fu legittimo. Questo Manfredi crebbe tanto, ch’ebbe il reame di Puglia e di Cecilia. Onde molti dissero ch’egli l’ebbe contra Dio, e contra ragione9, sì che fu del tutto contrario a santa Chiesa; e però fece egli molte guerre, e diverse persecuzioni contra a tutti quelli d’Italia che si teneano con santa Chiesa, e contra a questa10 partita di Firenze, tanto che ellino furo cacciati di loro terra, e le loro case furon messe a fuoco ed a fiamma e a distruzione. E con loro fu cacciato mastro Brunetto Latino, ed allora se ne andò egli per quella guerra sì come iscacciato in Francia, e là compilò egli questo libro per amore del suo amico, sì come egli dice11 nel prologo.
Ma di ciò tace lo conto, e ritorna a sua materia.
Note
- ↑ Il t come sopra, nobles Lombars.
- ↑ Il t par necessité plaine de droit, il ms. Vis. quasi come per necessitate.
- ↑ Aggiunto imperadore col t empereor.
- ↑ Aggiunto Alemanni col t Alemanz.
- ↑ Il t Dou tens de Iehan, de cui li contes parole.
- ↑ Tre codici del Chabaille leggono cinquantadue.
- ↑ Il t a la fin des Lombars.
- ↑ Corretto quarantatre in trenta col t.
- ↑ Il t non mie de loial mariage, tint là roiaume de Puille et de Secile contre Dieu, et contre raison.
- ↑ Corretto a grande partita, in a questa partita, col ms. Vis. e Berg. Il t contre la guelfe partie de Florence.
- ↑ Il t el prologue devant.