Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XLV

Capitolo XLV. Della grandezza del sole, e della luna

../Capitolo XLIV ../Capitolo XLVI IncludiIntestazione 22 marzo 2023 75%

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XLV. Della grandezza del sole, e della luna
Libro II - Capitolo XLIV Libro II - Capitolo XLVI

[p. 357 modifica]

Capitolo XLV.


Della grandezza del Sole, e del corso della Luna.


Or sappiate, che ’l Sole, e tutte le pianete e le stelle che sono di sopra da lui assise, sono maggiori che tutta la terra; chè il Sole è più grande che la terra centosessantasei volte e tre [p. 358 modifica]ventesimi1, secondo che tutti i filosofi provano per molte ragioni diritte e necessarie. E dalla terra infino al Sole è cinquecentottantacinque cotanti, come è ’l grosso della terra. Ma elli dissero bene, che altre pianete che son dal Sole in giuso, cioè Venus, Mercurius, e la Luna, sono più picciole che la terra. E la terra è più grande2 novanta cotanti che la Luna e un poco più, e in alto è ventiquattro cotanti e mezzo e cinque duodecimi, come la terra è grande per sua grossezza, o vogli per lo diametro3.

E dicono che la Luna è tutta ritonda. Onde molti dissero che la metà del suo corpo è risplendente, e l’altra metade è oscura; e secondo ch’ella corre intorno, dimostra ella sua chiarezza e sua oscuritade, una fiata più o meno, secondo che ella gira. Ma al vero dire, ella non ha niente di luce da sè; ma ella e chiara in tal maniera, ch’ella può ricevere illuminamento d’altrui. Come una spada brunita, o cristallo, o altra cosa somigliante: così fa la Luna, che per sè non luce tanto, che noi potessimo vedere sua chiarezza; ma quando il Sole la vede, sì la illumina, come [p. 359 modifica]noi potemo vedere, e falla altresì risplendente, com’ella pare a noi.

Ragione come: La Luna si rinnovella tuttavia in quel segnale medesimo, dove ’l Sole rimane; ella corre ciascun dì tredici gradi. E voi avete bene udito qua indietro, che un segno ha trenta gradi; e così passa la Luna uno segno in due dì e mezzo4, poco vi falla. E quando ella viene in un segno col Sole, ella è alluminata di sopra, là onde ’l Sole la sguarda. E per ciò ch’ella corre di sotto da lui, non la potemo noi vedere: ma al terzo dì, quando ella esce di quello segnale, è alquanto dilungata da lui, ed egli la guarda di costa5, ed allora appare alla nostra veduta con due corna6. E tanto quanto ella si dilunga più dal Sole, tanto più cresce ch’ella viene al settimo segnale dall’altra parte del cerchio, tutto al diritto contra il Sole, cioè presso alli quattordici dì7. Ed allora la vede8 il Sole tutta chiaramente, e però diviene ella tutta risplendente, quando ella è ritonda. E quando ella ha ciò fatto, immantinente comincia ad avvallare dall’altra parte del [p. 360 modifica]cerchio, e tornasi in verso ’l Sole. Ed allora comincia prima a scemare da quella parte onde ’l Sole non la puote mirare; e tanto fa ch’ella viene al suo mastro, e lo trova nell’altro segnale dopo, dove ella lo aveva lasciato9. Chè tanto quanto lo Sole pena ad andare per uno segnale, sì va la Luna per tutti dodici intorno.

Note

  1. Il t ha di più inutilmente: que toute la terre ne soit.
  2. Corretto trentotto in novanta col t il quale ha la variante XXXIX di sei codici.
  3. O vogli per lo diametro, glossa di Bono.
  4. Il t, en II jors et tiers.
  5. Corretto discosta, in di costa, col t de coste.
  6. Il t lors apert li creissans à notre vene, à II cornes.
  7. Corretto venticinque, in quattordici col t.
  8. Aggiunto la, richiesto dal senso, e dal t lors la voit li Solaus.
  9. Le stampe leggono: Ed allora comincia prima a scemare da quella parte onde il Sole non puote mirare, tanto ch’ella viene al suo fatto. Ed entra nell’altro segnale dopo quello che ella ha lasciato. Racconciata la lezione col t Et lors a prime commence à descroistre de l’autre part d’où li Solaus ne la puet remirer, et tant fait elle, que elle revient à son maistre, et la trueve en l’autre signe après, où elle l’avoit laissiè.