Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XLIV

Capitolo XLIV. Della differenza ch’è intra mezzogiorno e settentrione

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XLIV. Della differenza ch’è intra mezzogiorno e settentrione
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Capitolo XLIV.


Della differenza ch’è intra mezzogiorno e settentrione.


E ciò potemo noi conoscere, che come nel mezzodì son molte terre diserte per la prossimità del Sole che va per quelle parti; così sono altrettanti o più diserti in settentrione[1], cioè sotto la tramontana, ove nulla gente abita per la grande freddura che v’è, cioè per lo allungamento del Sole[2], che si dilunga da quelle terre.

Ciò medesimo è la cagione perchè avviene alcuna fiata che in tramontana non dura il giorno se non molto pocolino, tanto che appena vi si potrebbe cantare una messa: ed allora dura altresì poco la notte verso il profondo mezzodì. E tal fiata dura il dì nel mezzogiorno presso ad un anno, e in tramontana dura la notte altrettanto. È così alcuna fiata il dì sei mesi, e la notte altrettanto; e nella contraria parte diviene il contrario. [p. 356 modifica]

E tutte queste differenze perchè e come elle avvegnono, puoteno apertamente vedere ed intendere quelli che diligentemente considerano il corso[3] del Sole per lo suo cerchio, secondo che il[4] conto divisa apertamente.

E tutto che ’l conto dica che noi abbiamo alcuna fiata maggiore il dì che la notte, ed alcuna fiata maggiore la notte che ’l dì; tuttavia io dico, che, comunque si sia, egli ha tante ore la notte quante il dì, e ’l dì quante la notte, chè ciascuno ha dodici ore, così la notte come il dì. Ver’è che quando il dì è grande, e l’ore son grandi; e quando il dì è piccolo, e l’ore sono piccole, e così della notte[5].

Note

  1. Il t vers mienuit, che ha riscontro collo en midi.
  2. Il t par la desevrance dou Soleil.
  3. Il t l’aleure dou Soleil.
  4. Le stampe leggono il suo conto. Levai quel suo, che manca al t, ed intralcia.
  5. Il t Comment que il soit, il i a autretant d’hores en chascun jors comme en chascune nuit; car il en a XII en chascun, porce que li nombre des hores ne croissent, ne apetissent; mais quant li jors est graindres les hores sont graindres, et celés de la nuit sont plus petites: aussi est quant la nuit est graindres, et les hores sont graindres.