Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo XXXVI

Capitolo XXXVI. Qui dice di Romolo, e delli Romani

../Capitolo XXXV ../Capitolo XXXVII IncludiIntestazione 18 ottobre 2015 75%

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXVI. Qui dice di Romolo, e delli Romani
Libro I - Capitolo XXXV Libro I - Capitolo XXXVII
[p. 98 modifica]

Capitolo XXXVI.


Qui dice di Romulo, e delli Romani.


Romulo fu molto fiero, e di grande coraggio. E quando egli fu in etade, egli usava con giovani che seguissero il suo volere: cioè con uomini malfattori, e di mala qualitade. Ed egli era capitanio [p. 99 modifica]di tutti1. E quando egli seppe il suo nascimento, non mollò mai di raunare gente di diverse maniere, e di guerreggiare contra Amulio che avea tolto il regno al suo avolo. E tanto fece per sua prodezza, che egli il vinse, e tolsegli il regno, e rendello a Numitor che era ancora vivo2.

Ma poi non guari tempo lo fece morire, ed egli fu re in suo3 luogo. E lui edificò Roma, la qual fu così chiamata per suo nome. Poi fece morire Remolo, ch’era suo frate, e poi il padre della moglie, che era signore del tempio degli idoli e di tutti li sacrificii del paese, e a lui rimase l’eredità di ogni cosa. E sopra tutti gli altri ebbe la signoria di Roma.

E fu Roma incominciata quattromilia trecento ventiquattro anni dopo la distruzione di Troia4.

E quando Romulo passò di questa vita, rimase la signoria a Numa Pompilius che non fu [p. 100 modifica]suo5 figliuolo. E poi regnò Tullius Ostilius. E poi regnò Ancus Marcius. Poi Tarquinus Priscus re6. E poi lo re Servius. E poi regnò Tarquino orgoglioso, il figlio del quale per sua superbia fece onta e oltraggio7 a una gentile donna di Roma d’alto lignaggio, per giacere con lei carnalmente. E quella donna aveva nome Lucrezia, che era una delle migliori donne del mondo, e delle più8 caste.

E per questa cagione fu egli cacciato del suo regno. E fu stabilito per li Romani, che giammai non v’avesse re, ma fosse la città di Roma e tutto il suo regno governato per senatori e per consoli e per tribuni e per altri ufficiali secondo che le cose fossero9. E quella signoria durò [p. 101 modifica]quattrocento sessantacinque anni. Infìno a tanto che Catellina fere la congiurazione in Roma, contra a coloro che governavano Roma10. Ma quella congiurazione fu discoverta, per lo grande savio Marco Tullio lo meglio parlante uomo del mondo, e mastro di retorica. E allora era egli consolo di Roma quando quella giura si fece11. E egli per lo suo grande senno sì li vinse, e prese, e feceli tutti guastare e distruggere delle persone12, per lo consiglio del buono Catone che li giudicò alla morte. Ma non furono presi tutti, che molti ne camparo13. E Giulio Cesare non li volle giudicare a morte, ma consigliò che fossero messi in forti prigioni di fuori14 di Roma. E però dissero molti che egli fu compagno di quella giura. E al vero dire, egli non amò mai nè senatori, nè gli altri ufficiali di Roma, nè ellino amavano [p. 102 modifica]lui, però che egli era stratto del lignaggio15 di Enea. E appresso di ciò, si era egli di sì grande coraggio e sì forte16, che egli aveva grande parte della signoria di Roma, siccome li suoi antecessori aveano avuto.



Note

  1. Il t il conversoit avec les jones bachelers, et les legiers homes malfaitors, dont il estoit maistres et chevetains. Et quant on li descovri sa naissance etc.
  2. Il ms Vis. e rendellono a loro aulo. Che era ancor vivo, inutile aggiunta di Bono. Poteva rimettere in trono un morto?
  3. Bono qui aggiunge in suo luogo, e più sotto degli idoli.
  4. Il t et ainsi fu Rome commencèe IIIIm.CCCC. ans. et IIIIxx.IIII. aprés le commencement dou siecle; ce fu CCC.XIII. anz aprés la destruction de Troie.
  5. Corretto colla storia e col t qui ne fu pas ses filz. Le stampe leggevano Numa Pompilio suo figliuolo.
  6. Poi Tarquinus primo re della stampa, corretto colla storia e col t Priscus.
  7. Leggeva la stampa Tarquino orgoglioso, che per suo oltraggio e per sua superbia fece oste a una gentile donna di Roma. Raffazzonato col t Tarquinus li Orguilleus, le cui fil, par son orgueil, fist honte et outrage.
  8. Il t più gentile con Lucrezia: une des meillors dou monde, et la plus chaste. Così anche il ms. Vis.
  9. Il t più esplicito par les senators, et par les consules, et patrices, et tribuns, et dicteors, et par autres officians, selonc ce que les choses seroicent granz, et dedanz la vile et dehors.
  10. Il t ha di più par le muement des dignitez. Il ms. Vis. per la invidia della dignitade che delli (che elli) aveano.
  11. Quando quella giura si fece. Inutile aggiunta del Giamboni.
  12. Il t col ms. Vis. et en print, et fist destruire une grant partie.
  13. Manca al t ed al ms. Vis: Ma non furono presi tutti, chè molti ne camparo.
  14. Fuori di Roma, è precauzione politica aggiunta da Bono.
  15. Il t estraiz de la lignie le fil Enèe. Il ms. Far. legge stratto e non stato, come le stampe.
  16. E sì forte, è giunta di Bono. Il t col ms. Vis. ha solo estoit il de si haut corage.