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lui, però che egli era stratto del lignaggio1 di Enea. E appresso di ciò, si era egli di sì grande coraggio e sì forte2, che egli aveva grande parte della signoria di Roma, siccome li suoi antecessori aveano avuto.


Capitolo XXXVII.


Qui dice della congiurazione di Catellina.


Quando la congiurazione fu scoperta, il podere di Catellina fu indebilito. Egli si fuggì in Toscana a una città che aveva nome Fiesole, e fecela ribellare contra Roma. Ma li Romani vi mandaro grandissimo oste, e trovare Catellina a piedi di una montagna, con tutta la sua oste e con tutta la sua gente. E ciò fu in quella parte ov’è la città di Pistoia. E ivi fu Catellina vinto in battaglia, e morti molti di suo’3, e anche una grande parte di Romani. E per quella grande pesta di quella grande uccisione fu appellata la città di Pistoia.

  1. Il t estraiz de la lignie le fil Enèe. Il ms. Far. legge stratto e non stato, come le stampe.
  2. E sì forte, è giunta di Bono. Il t col ms. Vis. ha solo estoit il de si haut corage.
  3. E morti molti di suo’. Il t et mors il, et li sien.