Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo XXXII

Capitolo XXXII. Delli re di Troia

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXII. Delli re di Troia
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Capitolo XXXII.


Delli re di Troia.


Lo conto dice qua a drieto che lo re Iuppiter ebbe due figliuoli Danaus e Dardanus. Di quel Danaus ha detto il conto tutta la generazione. Ora dice il conto che quell’altro figliuolo Dardanus edificò una città in Grecia che ebbe nome Dardania, per lo nome suo. E ciò fu alli tre milia duecento anni dal1 cominciamento del mondo. [p. 90 modifica]

E di Dardanus nacque Eritonius, che dopo lui ne fu re. E d’Eritonius2 nacque Trous, quelli che fece la città di Troia, e per lo suo nome fu ella appellata Troia. Del re Trous nacque Ilus, ovver Ilo, che fece la maestra fortezza di Troia, e per lo suo nome era appellata Ilion3. E suo fratello Ganimede fu morto per li Greci. Di questo re Ilus nacque Laumedon, quegli che hanne vieto il suo porto a Iason, ed agli altri suoi compagni, i quali andavano per lo tosone dell’oro, per vendicare la morte di Ganimede suo zio. Onde avvenne poi che Iason e Ercules con tutta l’oste de’ Greci entrò in Troia, e disfecero la cittade, e [p. 91 modifica]uccisero il re Laumedon, che allora n’era signore4, e menarono5 Esiona figliuola del re Laumedon.

Di Laumedon nacque Priamo e Anchises padre di Enea6. Quel Priamo che fu re di Troia, si fu padre del buono Ettor, ch’era tenuto a quel tempo il migliore cavaliere del mondo7. E fu ancora padre di Paris e de’ fratelli. Quel Paris fu quello che furò Elena moglie di Menelao. Onde li re di Grecia, e di molte altre parti del mondo, per vendetta di questo misfatto si vennero a Troia ad oste, e assediarla grande tempo, che la disfecero in tutto. E così fu Troia due volte disfatta8. Il re e li suoi figliuoli furono tutti9 morti, secondo che si può trovare nello grande libro di Troia, che ne fa menzione nel cominciamento infino alla fine [p. 92 modifica]molto bene e ordinatamente10. E questa distruzione fu novecento sessantadue anni poi che Troia fu cominciata.



Note

  1. Corretto al in dal col t del comencement dou siecle, e coi mss. Fars. e Vis.
  2. Corretto col t Dario in Danaus: Arcanus in Erittonius: Torreus in Trous: Ilub in Ilos. La stampa leggeva Torreus, ovver Tros: Ilub, ovver Ilo. L’amanuense non era sicuro della sua decifrazione: O ira o conscienza che ’l mordesse (Inf. XIX.) Con questa lezione, conforme al t ed alla storia, concordano anche i mss. citati.
  3. Il t ha di più delle stampe Et ses freres Ganimedes fu ocis par les Grezois, selonc ce que li contes devise cà devant. Dou roi Ilus nasqui Laomedon, qui ne a les porz a’ Iason por la venjance de Ganimeden son oncle, et à ses autres compaignons qui aloient por la thoison d’or.
    Aggiunsi la versione, raccapezzandola dal ms. Fars., e correggendo Ghanimento, in Ganimede: Lautimedio, in Laumedon: Gianson, in Iason: corpo (les porz), in porto: lo tesoro (la thoison), in tosone. Il codice capitolare veronese ha lo stesso brano colle errate varianti, le cors, e don sendor. Hanne vieto, arcaismo: ha vietato. Il ms. Vis. vietò.
  4. Che n’era signore, aggiunto dal volgarizzatore.
  5. La stampa menonne, è contraria al t enmenerent, ed alla grammatica. Il ms. Vis. menono.
  6. Il t premette roi a Laumedon, e li rois a Priamo ed Anchises.
  7. Ch’era tenuto a quel tempo il migliore cavaliere del mondo. E fu ancora padre di Paris e de’ fratelli. Quel Paris, fu quello etc. Manca al t che legge fu peres au bon Hector, et à Paris, qui ravi Heleine etc. Questo buono è frequente in questo senso nei trecentisti.
  8. Il t con peggior lezione qui ravi Heleine, la feme Menelaus, le roi de Grece, por venjange de ce que je vos ai devisè; por qui Troje fu destruite de rechief.
  9. Il t furent destruit et ocis.
  10. Che ne fa menzione nel cominciamento fino alla fine molto bene e ordinatamente. Manca al t. Corretto poi col t ottocento in novecento, e poi 900 in 962, checchè possano valere questi numeri (V. Illustrazioni).