Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo XLVII

Capitolo XLVII. Di Eliseo profeta, e della sua vita

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XLVII. Di Eliseo profeta, e della sua vita
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Capitolo XLVII.


Di Eliseo profeta, e della sua vita.


Eliseo vale tanto a dire, quanto figliuolo di1 Dio. Egli fu profeta, e fu discepolo di Elia. E fu d’uno castello che avea nome Amelmorat. E fu della schiatta di Ruben. E allora che egli nacque, una piccola vacca d’oro, che era in Bethel, muggiò sì fortemente che la sua boce2 risonò insino in Ierusalem. E allora disse uno profeta: Oggi è nato in Giudea uno profeta che distruggerà gl’idoli. [p. 127 modifica]E certo egli fece alte meraviglie, ch’egli divise il fiume Giordano, e fecelo tornare contra al monte, e passò per mezzo il fiume di là con Elia3. Egli risanò le acque di Gerico, che erano corrotte4, e fece correre acque di sangue per distruggere gl’inimici de’ Giudei5. Una femina giudea6, che mai non aveva portati figliuoli, fece egli per sue orazioni portare uno figliuolo. E colui medesimo risuscitò poi da morte. Egli temperò l’amaritudine delle vivande. Egli satollò cento uomini di dieci pani d’orzo. Egli guarì Naaman della lebbra. Egli fece notare la secure del ferro per lo fiume Giordano, e fece gl’inimici di Soria avocolare7. Al signore di Samaria, disse egli la sua morte innanzi tratto8. Egli cacciò via l’oste [p. 128 modifica]delli suoi inimici, li quali erano quasi9 senza numero. Egli cacciò via in un giorno la fame grande ch’era in quel paese10. Egli risuscitò la carogna d’uno uomo morto11.

Eliseo morì nella città di Sebaste12, e qui ne è il suo sepolcro ancora.

D’Eliseo si disse13, ch’egli avea due spiriti, cioè il suo e quello d’Elia, e perciò fece egli più meraviglie che14 Elia. Ch’Elia, mentre ch’era [p. 129 modifica]vivo15, suscitò un morto; ma Eliseo, ch’era già morto, ne suscitò un altro. Elia fece venire fame, siccitate e caro: ma Eliseo in un giorno deliberò tutto il popolo da grande fame.


Note

  1. Il t fil de mon Dieu. Il ms. Vis. figliuolo del mio Dio. Corretto poi col t Galzana in Bethel, Ierusalem in Giudea.
  2. La sua bocca risonò insino in Ierusalem. Corretto bocca in boce col t sa voiz, e coi mss. Ambr. e Vis. Questo ha mucchiò, per mugghiò. La vacca in alcuni dialetti veneti è detta mucca.
  3. Con Elia, manca al t passa parmi la gravele dou flum. Concorda il ms. Vis.
  4. Il t Il estora (alias, restora) les aigues Iericho, qui estanchiées estaient. Il medesimo verbo estanchier è tradotto da Bono stagnare nel capitolo I. Ma qui corresse il t secondo la Bibbia.
  5. Il t les enemis des Iuis. Corretto col ms. Vis. di Dio in de’ Giudei.
  6. Bono aggiunge giudea, e poi, per sue orazioni. Il ms. Vis. per sua virtude.
  7. Corretto annichilare delle stampe, in avocolare, col t avugler, coi mss. Ambr. e Vis. e colla storia biblica.
  8. La stampa legge senza buon senso, e contro la storia e fece l’inimici di Soria annichilare al Signore di Samaria, e disseli la sua morte innanzi tratto. Corretta la lezione e l’interpunzione col t les enemis de Surie fist il avugler. Au seignor de Samarie dist il sa mort devant. Così leggono anche i mss. Ambr. e Vis.
  9. Bono aggiunge prudenzialmente quasi, agli inimici senza numero. Il ms. Vis. dice l’inimici, senza impacciarsi punto nè poco del numero.
  10. Che era in quel paese, è glossa del volgarizzatore. Manca anche al ms. Vis.
  11. Il t la charoigne d’un home. Bono aggiunge morto. Si dà carogna d’uomo vivo? Il ms. Vis. risuscitò la carne d’un omo. - Carogna; caronia; caro, carnis.
  12. Il t Sebaste, et fait l’on á son sepulchre grandisme reverence iusque au jor d’ui. La stampa legge Sabat.
  13. Bono prudenzialmente aggiunge si disse. Il t Helyseus ot deuz esperiz. Concorda il ms. Vis.
  14. Che Elia, manca al t ed al ms. Vis. Manca pure e caro, nel mezzo del periodo appresso, al t ed al ms. Vis.
  15. Aggiunto mentre era vivo, col ms. Vis. e col t quant il vivoit. È voluto dall’antitesi del testo.