Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo XIX

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XIX
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Quanta dolcezza in questi versi, ed in questa

poetica supposizione! Quanto egli vola come aquila sovra le ridicole superstizioni del suo tempo, dalle quali talvolta mostrò i)ure di sapersi francare il suo buon maestro ’

Capitolo XIX.

La superstizione dell" impiccato, è coiìiala da Palladio Lib. I. titolo XXIV: «Et iiequc locum deserunt, si per omnes fenestras aliquid de strangulati hominis loro, aut vinculo, aut fune, suspendas.»

Il pittore divino della natura, ci lasciò questi quadri:

Quali colombe del disio chiamate,
Con l’ali aperte e ferme, al dolce nido
Volan, per V:ìev dal voler portate

(Inr. \.)

«

Come quando, cogliendo biada o loglio,
Li colombi adunati alla pastura,
(vllieti, senza mostrar 1" usato orgoglio,

Se cosa appare, ond’elli abbian paura,
Subitamente lasciano star l’esca,
Poi-chè assaliti son da maggior cura.

(Piirg. II.) [p. 289 modifica]

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Si coiiK’ ((iiaiulo il coloinlii» si poue
Pros.’so al compaguo, l’uno all’altro patidc
Giraudo e mormorando. 1" altbzioue.

(Par. XXV).

Gli Stahita viagnlficae clvitatis Veronae, (Lil). Ili, cap. 73) proibiscono questo figure di colombo, o fornu)ìe, come in quel dialetto si dicono. * Statuimus, quod nulla persona terrena vel forensis, audeat capere columbos ad rêtia duarum alaruni, sive alia retia, laqueos, Ibrmulas, zanibellos, vel alla l’raudulentia. aut arte vel alio quocunque modo, vel sagittare columbos columbarum tote territorio veronensi... Formulas autem nunquam ullo modo tenere possit.»

(’AinTOLo XX.

Che il corvo abbandoni i pulcini implumi nel nido, lu creduto dagli Ei)rei, come leggiamo nel salmo CXLVI, che ammira la provvidenza divina larga di cibo pullis corvoium invocantibus se.

La longevità dei corvi e cornacchie, sparsi su tu Ila la terra, è proverbiale.

Delle cornacchie Dante cantava:

E come per lo naturai costume
Le pole insieme, al cominciar del giorno.
Si muovono a scaldar le tredde piume;

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