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28Î)

Si coiiK’ ((iiaiulo il coloinlii» si poue
Pros.’so al compaguo, l’uno all’altro patidc
Giraudo e mormorando. 1" altbzioue.

(Par. XXV).

Gli Stahita viagnlficae clvitatis Veronae, (Lil). Ili, cap. 73) proibiscono questo figure di colombo, o fornu)ìe, come in quel dialetto si dicono. * Statuimus, quod nulla persona terrena vel forensis, audeat capere columbos ad rêtia duarum alaruni, sive alia retia, laqueos, Ibrmulas, zanibellos, vel alla l’raudulentia. aut arte vel alio quocunque modo, vel sagittare columbos columbarum tote territorio veronensi... Formulas autem nunquam ullo modo tenere possit.»

(’AinTOLo XX.

Che il corvo abbandoni i pulcini implumi nel nido, lu creduto dagli Ei)rei, come leggiamo nel salmo CXLVI, che ammira la provvidenza divina larga di cibo pullis corvoium invocantibus se.

La longevità dei corvi e cornacchie, sparsi su tu Ila la terra, è proverbiale.

Delle cornacchie Dante cantava:

E come per lo naturai costume
Le pole insieme, al cominciar del giorno.
Si muovono a scaldar le tredde piume;

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