Il Roccolo/Allo splendidissimo cavaliere il signor conte Gelio Ghellini

Allo spendidissimo cavaliere il signor conte Gelio Ghellini

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Allo spendidissimo cavaliere il signor conte Gelio Ghellini
Il Roccolo Al lettore

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Allo Splendidissimo Cavaliere

IL SIGNOR CONTE

GELIO GHELLINI.

AURELIANO ACANTI

Accademico Olimpico.


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UESTO ameno Poemetto da me conceputo, ed abbozzato in Casa vostra, Signor Conte mio Signore, parecchi anni sono, fra i divertimenti e le caccie del deliziosissimo vostro Roccolo in Novoledo, esce pur finalmen[p. vi modifica]te dalle mie mani, e sen viene a voi, siccome a quegli, cui giustamente per più ragioni è dovuto. Qual sia il motivo, che supera le renitenze e i riguardi, ch’ebbi fin ora di pubblicarlo, ben manifestamente apparisce. Le nozze della Signora Contessa Elena virtuosissima vostra Figlia coll’ottimo Cavaliere il Signor Conte Simandio Chericati, le quali mettono in giubilo non meno la vostra Casa che tutta la Città nostra, sono per me uno stimolo così forte, cui non potrei senza taccia resistere. In occasione tanto lieta e felice, l’ossequio, le obbligazioni, e l’amore, che a voi professo, qualche solenne contrassegno di osservanza e di gratitudine da me richiedeano; e posciachè di soddisfare a’ miei doveri non crederei, se per esibirvelo (seguendo la divenuta ormai ridicola costumanza) io pure facessi opera, che altri meco si unisse a cantar le glorie delle nobilissime due Prosapie e vostra, e dello Sposo, i personaggi cospicui delle quali, che da più Secoli le illustrarono in [p. vii modifica]pace e in guerra, già noti sono e celeberrimi nelle Storie, io perciò v’offro in vece questo picciol tributo, che più alla povertà del mio ingegno, è vero, conviene, che alla grandezza del vostro merito: ma pure, ch’è tutto mio, sperando che voi di cuore magnanimo e generoso, non alla tenuità del dono, ma più tosto alla rispettosa affezione del donatore mirando, benignamente l’accoglierete. Io così, mercè la gentilezza vostra in gradire l’umile offerta che vi presento, potrò compiacermi d’avere in qualche parte almeno appagato il desiderio grandissimo, che sempre ho avuto di fare al mondo conoscere i sentimenti dell’animo mio verso di voi tutto rispetto ed amore; e sotto i felicissimi auspizj della per tanti titoli pregevolissima Famiglia Ghellina, cui e il dovere, e l’inclinazione, e il sangue mi stringono con vincoli indissolubili, d’aver messo al coperto dalla invidia e dalla malignità questa, qual ella siasi, mia capricciosa Operetta; lusingandomi ragio[p. viii modifica]nevolmente, ch’ella sarà, senon altro, perchè di voi fa menzione e di cose, che appartengono a voi, con parzialità riguardata. Voi ben sapete, Signor Conte, quante volte in tempo de’ Villerecci diporti, i discretissimi amici in Casa vostra udendone la lettura, che per compiacerli, sedendo a crocchio, faceane, quantunque appena foss’ella ancora uno sbozzo informe, a darvi l’ultima mano, ed a pubblicarla mi stimolassero. Or ch’io soddisfo alle loro inchieste, mi giova il credere, che difensori benigni eglino pur ne saranno; tanto più, che non sol nuove immagini vi ritroveranno e cose nuove, onde impinguata holla ed ornata, ma inoltre un nuovo motivo e giustissimo di proteggerla nella onorata menzione, che si fa in essa de’ gentilissimi Sposi, da’ quali aspetta Vicenza una successione d’essi, e di voi ben degna, che i pregi tutti di due sì splendidi e generosi Ceppi unendo assieme in sestessa, nuovo e maggior decoro a lei presti, ond’abbiano altri di me più felici Ingegni quin[p. ix modifica]ci argomento nelle persone d’altri Eroi non dissimili à que’, che furono di esaltar le glorie della Chericata1 Gente, e della Ghellina2, per dare stimolo, e norma altrui di virtuosamente oprare con sotto gli occhi sì rari esempli, e meritar così, che le Muse consacrino anche i loro nomi all’eternità. Nè temo già d’ingannarmi avanzando sì fausti augurj, conciosiachè me ne assicuran dall’una parte la pietà, la religione, la rettitudine, e la munificenza del nobilissimo Sposo, prerogative in lui trappassate da’ suoi Mag[p. x modifica]giori, i quali per lunga serie di secol tra i più illustri, e conti Cittadini nostri si segnalarono; e dall’altra i pregi singolarissimi della ornatissima Sposa, in cui la mente perspiace, il docile temperamento, il cuor benigno, e l’animo generoso accrescono l’altre sue rare doti in guisa, che nella più florida gioventù a lei nulla manca di tutto ciò, che può rendere contento uno Sposo prudente, ed una Famiglia nobile avventurata. Voi ben avete però, Signor Conte Gelio, giusto motivo di compiacervi nel vedere come la saggia attenzione, che voi colla Signora Contessa Giovanna, degnissima consorte vostra, (Dama per le sue rare virtù sommamente fra noi rispettabile) usaste intorno alla Prole, che il Ciel vi diede, unita all’indole che diede ad essa docilissima e suscettibile delle migliori istruzioni, ne formò il vero modello di tutte le più belle prerogative, che render possano amabile insieme e rispettevole chi ne va adorno. In que[p. xi modifica]sta primogenita vostra Figlia però si specchino quelle, che disegnate furono dalla Provvidenza a viver nel Mondo; e nella seconda (che già elesse la miglior parte) ammiri ognuno fino a qual segno possa giugnere un naturale felice aiutato da un’ottima educazione ancora in una fanciulla. Conciossiachè oltre le più industriose e delicate occupazioni, le quali al donnesco ingegno, sembra altrui per avventura, che sole appartengono, cotesta vostra ancora la cognizione di varie lingue, e l’applicazione a’ più gravi studj accopiate avendo, a voi di compiacenza, ed alla patria giusto motivo di gloriarsene somministra. Ora, della consolazione vostra del vostro giubilo, voi ben potete essere persuaso, ch’io pur sono a parte singolarmente nelle faustissime circostanze presenti, di cui molto volentieri a seco voi ragionare proseguirei: ma già mi avveggo di troppo a lungo aver prodotta ormai questa lettera. Voi donate pertanto un benigno com[p. xii modifica]patimento a me, che ove di voi si tratti o delle cose vostre saziarmi non posso di trattenermivi coll’animo e colla lingua. Qui però facendo forza a me stesso per non essere a voi soverchiamente molesto, vi supplico a gradire cortesemente questo picciolo tributo, che vi offro in contrassegno dell’ossequio devoto e del sincero affetto, che a voi professo, di cui vorrei poter esibire prove maggiori: ma posciachè alla pienezza de’ miei desideri le tenui mie forze non corrispondono, esaudisca il Cielo i miei voti; ed a voi non meno che a tutta la splendidissima vostra Casa doni e conceda ogni maggiore felicità.
  1. Nell’antichissima e nobilissima Famiglia de’ Conti Chericati fiorirono in tutti i tempi Personaggi cospicui, tra quali un Nicolao che fu Pretore in Firenze ed in altre Città, poi Senatore di Roma, creato Cavaliere esso e i di lui figli da Federico III. Imper. Un altro Nicolao gran letterato, ed orator eloquentissimo. Leonello che fu Vescovo di Concordia, Legato d’Innoc. VIII., e di Aless. VI. Pontefici a Carlo VIII, Re di Francia, e quindi a Massimiliano Imper., e ad altri Principi. Giovanni che fu valorosissimo Condottiere di Gente d’armi della Serenissima Repubblica di Venezia, e prima dell’Imper. Mattia Corvino, e di Casimiro Re di Polonia, da’ quali fu creato Cavaliere - Ved. Gio: Batista Pagliarini Cron. di Vic. ed altri Scrittori.
  2. La Famiglia de’ Conti Ghellini trasse l’origine da quella degli Scannabecchi, cospicua e potente in Bologna fino da primi secoli dell’Era Cristiana. Di questa furono Onorio II. Papa, S. Agricola Martire, Gherardo Vescovo di Bologna, il Venerabile Don Gelio, Claudio Generale della Serenissima Republica di Venezia, Palo Emilio celebre juresconsulto, Giulio Cavaliere infeudato per merito della Contea della Ghellina, Guglielmo, e Cammillo valorosissimi Capitani, e molti altri Personaggi in armi, e in lettere illustri. Ved. Card. Bessarione, Pad. Sala C. R., Girolamo Miglioranza, ed altr’Istorici di Bologna, e di Vicenza.