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patimento a me, che ove di voi si tratti o delle cose vostre saziarmi non posso di trattenermivi coll’animo e colla lingua. Qui però facendo forza a me stesso per non essere a voi soverchiamente molesto, vi supplico a gradire cortesemente questo picciolo tributo, che vi offro in contrassegno dell’ossequio devoto e del sincero affetto, che a voi professo, di cui vorrei poter esibire prove maggiori: ma posciachè alla pienezza de’ miei desideri le tenui mie forze non corrispondono, esaudisca il Cielo i miei voti; ed a voi non meno che a tutta la splendidissima vostra Casa doni e conceda ogni maggiore felicità.