Il Novellino/Parte quarta/Novella XXXIX

Novella XXXIX - Susanna se innamora de Joanne
il quale è preso da Mori: lei va in Tunisi, e vende
sé medesima per redimere l'amante, e tutti dui moreno

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Novella XXXIX - Susanna se innamora de Joanne
il quale è preso da Mori: lei va in Tunisi, e vende
sé medesima per redimere l'amante, e tutti dui moreno
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NOVELLA XXXIX.




ARGOMENTO.


Susanna se innamora de Joanni, e per piccolo tempo godeno: Joanni è preso da’ Mori: la donna travestita in omo va in Tunisi, per redimere l’amante vende sé medesima, e rescotelo, e se ne fuggono insieme: da la fortuna sono retornati in Barbaria e pigliati, Joanni è appiccato, e Susanna per donna conosciuta lei medesima se uccide.


A LA ILLUSTRISSIMA INFANTA DONNA BEATRICE D'ARAGONA.1


ESORDIO.


Se da peregrine e prudentissime madonne è delle altrui avversità e orribili casi avuta compassione, [p. 408 modifica]non resterò a Te, illustrissima Infanta, che singolare esemplo de ogni virtù sei al resto de vergini donzelle, fare parte d’un piatosissimo avvenimento di doi male avventurati amanti, i quali non molto tempo né con longo piacere per li regni d’amore caminando, l'uno con violenta e cruda morte fu di vita privato, e l’altra di sé medesima omicida devenendo volse volontariamente morire e accompagnare. Leggeraila dunque, o regia formosissima prole, con quella umanità che le magnanime donne sogliono le cose de poca qualità dai loro cordiali servitori pigliare; e nel leggere continuando te supplico abbi di cui avere se deve con carità compassione. Vale.


NARRAZIONE.


Secondo da un notevole Gaitano m’é stato ricontato, mostra che poco avanti la morte del re Lanzilao fu in Gaeta un leggiadro giovine chiamato Joanni da Piombino, il quale ancora che de molte virtù fosse accompagnato, nondimeno balestrato spesso da la fortuna sempre in povero stato dimorava; pure essendo molto esperto nell’arte marinaresca, anzi nella mercanzia, da più mercanti era adoperato, mettendogli de loro traffichi tra le mani, ora con un navilio, ora con un altro in più e diversi lochi e lontani e vicini el mandavano. Costui ancora che de umile sorte fosse, pur avendo l'animo gentile, tutta quella poca utilità che di soi molti affanni e travagli li toccava senza resparagno alcuno in adobbarse e farse polito de la persona andar la consumava; per la cui cagione e per li soi laudevoli costumi parea che ognuno per debito l’amasse. Ove [p. 409 modifica]avvenne che una giovene de nobile parentato e assai bella se innamorò ardentissimamente de questo Joanni, e non volendosi de niuna persona fidare, più tempi con grieve pena tale passione sostenne; nondimeno con gli tempi lei medesima con certe vie mostratele da amore gli fè intendere da lei essere unicamente amato: el che da Joanni cognosciuto, come a prudente deliberò come prima potesse e a la donna e a sé medesimo interamente satisfare, tenendosi tra tanti soi infortunii felicissimo per lo essere da tal damigella tanto amato. Dove a tanto bastò il provedimento de tutti doi che per via quasi impossibile se retrovorno insieme, e al loro desiderio diero intero e piacevole compimento: e come che in tale felicità poco tempo dimorassero, pur menavano la cosa con tanto discreto ordine che de loro furtivo amore niuno se ne accorse giammai. E benché lo essere insieme per loro discreta maniera rade volte li fosse interdetto, nondimeno o da soperchio amore o da cattivo augurio causato, sempre al departire l’uno il volto e ’l petto dell’altro de calde lacryme bagnava. Ora avvenne che il povero Joanni con poco piacere de la donna e meno suo fu costretto da soi maestri andare con certo cargo con uno navilio a Genoa; e da la donna tolto ultimo commiato entrò al suo camino; el quale essendo non molto de lungi da Ponza, la matina in sul fare del dì stando el navilio in calma fu assaltato combattuto e preso da certe fuste de Mori, e toltene quelle robe che de portarle loro era concesso con li pregioni insieme, affondato il legno, con l’altre prede fatte in Barbaria se ne retornorno, e tra gli altri miseri cattivi fu il disventurato Joanni per schiavo [p. 410 modifica]a un mercante tunisino venduto. La sconcia e amara novella in Gaeta venuta, quale fosse de la infelice giovene l'intrinseco dolore e occulto lacrymare, se alcuna donna da tale fiera passione fosse stata per alcun tempo afflitta sola lo potrà considerare: la pena sua fu sì acerba e intollerabile che poco più che nulla estimava il devenire de sé stessa voluntaria omicida; ma pur dato a le volte alquanto loco al dolore pensava, che se la fortuna per alcun tempo avesse al suo Joanni concesso lo essere rescosso, o per altro possibile accidente in Gaeta il retornare, e non trovatala viva, doppia saria stata dal canto di là la sua pena, e all’amante la indubitata morte causata. Da tale fredda speranza era de darse la morte retenuta; e saputo pur per lettere de mercanti come il suo Joanni era vivo, e in cattività in Tunisi detenuto, volentieri, se dal timore de soe brigate non li fosse stato interdetto, senz’altra consideratione vi serìa personalmente andata non solo a vederlo ma anco a trattare del suo recatto, attento che lei non sentea che persona alcuna per la salute sua se levasse. E in tale unico desiderio stando avvenne che a la casa de lei se abbattì una certa contagiosa febre de mala natura, offendendo le brigate de casa in maniera che in brievi dì tutti gli uomini de capo se morerno, che non altro che lei con alcuni altri piccoli fanciulli vi remasero. De che lei sola quasi vedendosi e libera, e senza avere de che più temere, deliberò mandare a effetto il suo antefatto pensiero, e senz’altra dimora in omo travestitasi, e a un paro de bùgie2 poste certe robette con ducento fiorini d’oro, a Napoli se [p. 411 modifica]ne venne, e ivi trovata una nave de’ Veneziani che carga di frutti in Tunisi andava, col patrone de quella se pose per fante a stare, e de Susanna Raimo Ranco se fece chiamare. E a convenevole tempo in Tunisi arrivati, fra pochi dì con grande arte non cognosciuta lei prese stretta domestichezza con certi mercanti genoesi, e per vie indirette del suo Joanni dimandando, e trovato dove e come dimorava, le fu concesso di vederlo in miseria grandissima e de catene cargo per la città bastasando3 andare: la quale ancor che da dolore e compassione fosse afflitta, pur sopra ogni altra cosa le fu carissimo averlo vivo e sano trovato; e con acconcia maniera da tale cognoscenza e con amare lacryme tutti li loro accidenti narratisi, come che a Joanni unicamente piacesse vedere lì venuta la sua Susanna, e incomparabile a ogni altro indicasse el suo amore, nondimeno da la onesta e fiera gelosia molestato dubitava non lei dal patrone cognosciuta la avesse per altro che per fante de nave adoperata: per la cui e altre assai ragioni caramente la pregò che de retornarse presto in Gaeta contentasse el suo volere, che Iddio, e el suo provedimento con la speranza degli amici insieme averiano el suo scampo procurato. Susanna che de la portata moneta li avea notizia data, rispose che stesse de bon core che lei sperava prestissimo ponerlo in libertà; e non avendo più spazio d’essere insieme, con discreto ordine come se avea sopra di ciò da governare, se parterono. De che lei per non perder tempo, per mezzo d’un mercante genoese de soi novi cognosciuti, col moro patrone de Joanne a redimerlo sessanta doble [p. 412 modifica]se convenne; e andando in nave per pigliare i soi danari da la camera del patrone dove sicurissimi insino allora li avea tenuti, trovò che da un marinaro fuggito li denari, le bùgie, e ogni altra cosa le era stata robata. El che dolente a morte a summergerse in mare più volte fu vicina; dopo pur pensando che lei mancando, niuno per la salute del suo amante seria intervenuto, non essendole né roba né alcuna speranza remasta, come colei che ferventissimamente amava, de vendere sé medesima e del retrattone rescuotere Joanni per ultimo partito prese; e al genoese mercante retornata, tutta lamentevole e afflitta il suo nuovo infortunio gli recontò, e oltre a ciò la sua ferma e disperata deliberatione gli fè palese, sue favole componendo per qual cagione se movea ad usar tanta inaudita liberalità e carità verso el suo amico in captività trovato; e dopo più e più debatti, dal detto mercante al tesoriero del Re per sessanta doble se fè vendere, quali per lo mercante ricevute, subito amichevolmente ne ricomperò Joanni. Il quale in libertà posto, e saputo come la donna e per qual ragione si era lassata vendere, e dove e come era rimasta, doppio e intollerabile fu il suo acerbo e non mai udito dolore; e sapendo ottimamente che niuna quantità de tesoro averla bastato a ricuperarla da la casa del Re, da amore e da gratitudine con la perdita de tanto degna cosa insieme stimolato, deliberò, se cento morti se potesse recevere, tutte le volere prima che la soa Susanna in servitù lassare. E ancora che lui a bastanza sapesse la qualità de tutte le spiagge e lochi in Tunisi, pur cognoscea il paese sì male condizionato e de guardie provisto, che lui non possea [p. 413 modifica]pensare niuno modo possibile da riuscirli il suo disegno; nondimeno come a desperato e volonteroso di morire, con certi altri cristiani captivi accordatose, per vie quasi impossibili e inaudite ebbero una barca guarnita de quanto bisognava; e fuggitane la donna in una spiaggia lungi da Tunisi dove la concertata barca aveano lassata, se condussero, e in quella prestissimo imbarcatisi, per lo mare e vento che loro era favorevole verso Sicilia drizzaro loro camino; e avendone la notte e gran parte de l’altro dì con prosperità navigato, essendo poche miglia lontani a Trapani, trovaro da la loro prava fortuna essergli più dura anzi mortale battaglia apparecchiata. Però che discarcatoli un groppo addosso con tanta impetuosità de mare da fiera tramontana menata, che senza possere niuno argumento marinaresco adoperare per forza furono costretti a ritornare a li lassati mauritani liti, e andarene traversi a una spiaggia non molto lontana da Tunisi: e quivi come a cristiani fuggiti cognosciuti furono a salva mano represi e menati a Tunisi. Dei quali la fuga saputasi con la rapina insieme fatta de lo schiavo della casa del Re, subito Joanni come a latro fu appiccato; e Susanna in potere del suo patrone pervenuta, deliberò con certe verghe ignuda farela fustigare, come de fare a li fuggiti è loro usanza; e fatta dispogliare de contenente cognobbe quella esser femina; e le cose passate con le presenti insieme considerando, se maravigliò molto, e dopo che più volte del suo essere in vano l’ebbe dimandata, senza volerne a lo onore nè a la persona de lei offendere, dinanzi al Re la menò. Il quale di secreto più strettamente examinandola la indusse a compitamente dirgli chi era, e [p. 414 modifica]chi el morto amante, e per quale cagione venuta, e perchè comparatolo, e dopo fuggitisi, e quanto era dal principio de loro amore travenuto con un fiume de lacryme gli recontò. E ciò detto non senza grandissima ammiratione del Re, deliberò in tanto digno spettacolo voluntariamente con gran animo volere l'amante a la morte accompagnare, e tolto un coltello da lato a un moro in presentia del Re e d’altri mori e cristiani, per mezzo al petto ponendoselo dinanzi a piedi del Re se lassò chiamando il suo Joanni morta cadere.


MASUCCIO.


Avvenga che non senza grandissima compassione la maniera de tanti e sì orribili infortunii de quanti li tapinelli amanti furono balestrati non si possa considerare, pur me pare tempo del recordare de tante miserie omai uscire; e a questa quarta parte del lacrymare fine ponendo, con l'ultima piacevolezza se demostrerà un tratto catalano fatto a un povero geloso, il quale secondo il mio giudicio tutti gli recontati de piacere avanza.

  1. Beatrice d’Aragona figliuola di Re Ferdinando I, andò moglie a Mattia Corvino Re d’Ungheria, «Venuto il tempo che Donna Beatrice dovea andare al marito, si ordinò la sua coronazione avanti la chiesa dell’Incoronata, ove fu ordinato sontuosissimo teatro, e nella Domenica ai 15 di settembre 1476 ad ore venti vi venne il Re con vesti reali e corona in testa, accompagnato da primi suoi baroni: poco appresso vi giunse la figliuola Beatrice, la quale con gran solennità e pompa fu coronata regina d’Ungheria per mano del Cardinal di Napoli Oliviero Carafa accompagnato con altri Vescovi, e per segno di allegrezza fu buttata gran quantità di monete d’argento». Vedi Summonte, lib. V. che copia dal Giornale del Duca di Monteleone. Il re Mattia morì nel 1490, e Beatrice nello stesso anno fu moglie di Ladislao re d’Ungheria e di Boemia. Ma queste nozze furono sciolte: Beatrice tornò in Napoli nel 1501, dove mori nel 1508, e fu sepolta nella chiesa di S. Pietro Martire. V. Pref. al Codice Aragonese, Parte Seconda.
  2. Bùgie, ed. della gatta boglie, bolge, bisacce.
  3. bastasando, facendo il bastaso, portando su le spalle.