Il Libro dei Re - Volume I/Introduzione/XII
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XII. Lodi dell’Emiro Nasr, fratello del Sultano.
(Ed. Calc. p. 10-11).
Primo fra questi è il fratel suo bennato,
Minor d’età, che non ha pari in quella
Dolcezza umana che l’adorna. Il saggio
675Che di Nasr animoso alla grandezza
Fedel servo si dice, all’ombra queta
Di quel signor dell’ampia terra tutta
Vive beato. Ed ei che padre un giorno
Ebbe Nasir-ed-din, trono ha lucente,
680Di cui la base è quale il serto fulgido
Delle Pleiadi in cielo. Ha valor grande
E consiglio e virtù d’uom saggio e accorto,
E i prenci tutti allietansi per lui,
Quanti son nella reggia. Anco il possente
685Signor di Tus è di tal schiera eletta,
Ei che in battaglia anche un leon conquide.
Oro a’ suoi servi ei dà quanto ei ne tocca
Da lieta sorte, chè la gloria sola
Ei chiede in terra e l’ha. La via che adduce
690All’Eterno, egli addita all’uman seme,
Prega che al loco suo resti il suo prence.
Oh! mai non resti senza la corona
Di questo re la terra! Eterno a noi
Resti e viva beato, e segga in trono
695E cinga il serto e sia robusto e forte
Della persona, sciolto dall’affanno
E dal dolor di sorte vincitrice!
Or io mi volgo al principiar dell’opra,
Al volume dei Re famosi un tempo.