Capitolo XX

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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XX
XIX XXI
[p. 31 modifica]82,3,Alex brollo

CAPITOLO XX.


Come Catilina ordinava di combattere1 Roma.


Poichè il dì fu venuto dell’elezione, e nè la petizione di Catilina, nè guati ch’avea fatto al consolo ebbono luogo2, determinò di far guerra pubblica, e venire all’ultima prova di battaglia: perocchè quelle cose, ch’egli avea volute fare occulte, disconciamente erano avvenute3. Allora mandò C. Manlio a Fiesole e in quelle parti di Toscana; uno ch’avea

[p. 32 modifica]83,2,Alex brollonome Settimio, di Camerte (a)4, nella Marca d’Ancona (b)5; G. Giulio in Puglia: e altri mandò altrove, secondochè credette che ciascuno luogo bisognasse6. Egli medesimo in Roma molte cose studiava e brigava di fare: ponere aguati al consolo7 ordinar di mettere fuoco nella città; li luoghi acconci occupare, o guarnire d’armati8; e egli armato stava colla lancia appresso. Anche a’ suoi comandava, e confortava che di dì e di notte sempre fossono attesi e apparecchiati di potere accortamente e tosto venire9; di vegghiare; e che nè per sonno perdere nè per faticare stancassono. Alla per fine, poichè, provando e cercando molte vie, non gli venia fatto niuna cosa, una sera molto a notte fece richiamare li partecipi10 della congiurazione per M. Porzio Leca nominato di sopra. Quivi lamentandosi Catilina in molte guise della lor pigrizia, fece loro a sapere11 com’egli avea mandato Manlio alla12 moltitudine di gente, ch’apparecchiata avea per arme prendere13; e come avea mandati altri ad altri luoghi acconci, li quali comincerebbono la battaglia. Anche disse com’egli desiderava d’andare alla sua oste (c)14, se egli prima facesse morire Cicerone; e come il detto Cicerone co’ suoi consigli gli faceva molto di noja15. Di questa uccisione di Cicerone ritemendo16 e dubitando tutti gli altri, G. Cornelio cavaliere romano, di sopra nominato, promise di metterla in opera17, e con lui L. Vargonteo senatore. E, ordinato che in quella medesima notte, poco stando18, andassono con gente armata, e intrassono19 a Cicerone siccome a salutarlo, e poi subitamente, siccome non provveduto, co’ ferri trapassarlo; G. Curio, poichè intese quanto pericolo s’apparecchiava, tostamente per Fulvia fece sapere a Cicerone [p. 33 modifica]dello inganno detto di sopra. Sicchè coloro, quando vennono alla porta, essendo loro vietata l’entrata, per niente s’erano messi a far tal cosa20.

Note

    per mano,per le mani, o tra le mani checchessia, val proprio averlo in pronto, facile, o simili. E il Boccaccio nella nov. 66 disse: Era il più piacevole ed il più sollazzevole uom del mondo, e le più nuove novelle avea per le mani.

  1. combattere, tr., qui sta per dare assalto
  2. e nè la petitione di Catilina, nè guati ec. ebbono luogo) Facciamo qui notare che guato è voce antica da non usare, ed è lo stesso che agguato o aguato, cioè insidia; e quell’aver luogo, che qui sta per avere effetto, ed è bel modo di nostra lingua. Il Casa nelle Lett. disse: Piaccia loro che la volontà del cardinal Bembo abbia luogo, e che l’utile di esse (istorie) sia vostro.
  3. disconciamente erano avvenute) Disconciamente è lo stesso che sconciamente; e così traduce qui frate Bartolommeo le parola latine: aspera foedaque evenerant.
  4. (cioè di Camerata).
  5. (ch’allora si chiamava Piceno).
  6. secondochè credette che ciascuno luogo bisognasse ) Qui crediamo che manchi una parola, e potrebbe aversi il senso compiuto con aggiungerai solo un in, e dire: secondochè credette che in ciascuno luogo bisognasse.
  7. ponere aguati al consolo) Ponere è lo stesso che porre, il qual solo si usa oggi; e tale è avvenuto di taluni altri verbi, come conducere, dicere, e simili, a’ quali si son sostituiti condurre, dire, ec.: e ponere aguati qui sta per tendere aguati, insidie.
  8. armato sustantivamente vale uomo armato, ed è registrato nel vocabolario con un solo esempio, e questo vi potrebbe essere aggiunto, che è più spiccato e chiaro.
  9. anche a’ suoi comandava ec.) Non lasciamo di far notare che qui il traduttore, per scorrezione di testi certamente, ha un po’ confuso il senso del latino, che dice: ipse cum telo esse, item alios jubere; hortari uti semper intenti paratique essent; dies noctesque festinare, vigilare ec.
  10. Il latino ha principes.
  11. fece loro assapere) Assapere è lo stesso che sapere, e non se ne trova usato, che il solo infinito (chè non val altro, se non a sapere ), ed usasi ordinariamente col verbo fare. Così si legge nel Boccaccio: Mi son rattemperata, nè ho voluto fare nè dire cosa alcuna, che io nol vi facessi prima assapere.
  12. Scorti dal testo lat. abbiam creduto dover cambiare l’a del volgarizzamento in alla.
  13. apparecchiata avea per arme prendere ) Qui, per ammaestramento de’ giovani, non lasceremo di notare che la trasposizion delle parole è alquanto sforzata, e che mal termina quest’inciso con quel per arme prendere.
  14. (cioè a Manlio).
  15. noja qui dee intendersi molestia,nocumenti
  16. ritemere vale temer di nuovo, e talora semplicemente temere, come in questo luogo: e lo stesso è di molti altri verbi, come risapere, ritornare, ec.
  17. promise di metterla in opera) Mettere in opera una cosa vale effettuarla, metterla in esecuzione.
  18. poco stando è modo antico, ed è lo stesso che poco stante, cioè poco appresso, poco dopo.
  19. intrassono, per entrassero, chè anticamente si disse intrare per entrare.
  20. per niente s’erano messi a far tal cosa) Per niente qui vale invano. Ancora facciamo avvertire che mettersi elegantemente si usa per imprendere, com’è adoperato in questo luogo.