Capitolo XVI

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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XVI
XV XVII
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CAPITOLO XVI.


Come li congiurati risposono a Catilina.


Poich’ebbono intese queste parole coloro, a quali abbondava assai male, nè bene aveano nè eziandio niuna altra buona speranza, avvegnachè assai paresse loro buono il muover briga, ma impertanto gran parte di loro addomandarono ch’egli proponesse loro i patti della battaglia: che guiderdoni avrebbono per lo combattere, o che speranza si potesse avere da ciascuna parte. Allora Catilina promise loro nuove tavole (a)1 2; anche promise loro l’avere de’ ricchi, i quali intendea di proscrivere (b)3; simigliantemente gli officii del comune, le signorie de’ templi, le molte rapine, e tutte altre cose, le quali per briga o per disordinanza4 di vincitori si tolgono. E disse come nella Spagna di qua (c)5 si era Pisone, in Mauritania (d)6 era P. Sizio Nucerino, ciascuno con sua oste, i quali erano partecipi del suo intendimento, e d’un volere con lui: anche come G. Antonio addomandava il consolato, il quale egli avendo7, avea ferma speranza d’avere sua compagnia in queste cose, perciocchè egli era molto suo domestico, e con lui d’ogni stretta amistà congiunto; e com’egli col detto Antonio, quando sarà consolo, ordinerebbe e comincerebbe la briga. Anche cominciò a dir male di ciascuno buono Romano, o ciascuno de’ suoi encomiando e nominando li confortava e ammonia: ad alcuno parlando della sua povertà; ad alcuno del desiderio ch’avesse delle cose; a molti del pericolo nel quale erano recati8; a molti altri parlando della vittoria di Silla, per la quale eglino aveano fatte assai prede e rapine. E, poichè Catilina vide che l’animo di ciascuno era acconcio al suo intendimento9, confortógli che di quello ch’egli avea [p. 28 modifica]lor detto avessono studio e cura: e in questo modo accomiatati si partirono.

Furono alcuni che dissono come Catilina, poich’ebbe fatta sua diceria, quand’egli chiamò a sacramento li popolari10 e compagni della sua malvagità, ch’egli ebbe in coppe sangue d’uomo mescolato con vino; e quando, dopo quella maladizione, tutti n’ebbono assaggiato, siccome si solea fare in certe sacrate solennità, allora Catilina aperse e dichiarò lo intendimento suo, e disse che ciò avea fatto perchè fra loro fossono più fedeli e fidati, essendo l’uno all’altro sapevoli di tanto male11. (a)12. Furono alcuni altri che credono che questo non fosse vero, e che questa novella e molte simili fossono state messe13 da certi uomini, per cagione di mitigare l’odio di molti nato contra Cicerone quand’egli fece punire certi de’ congiurati di Catilina, siccome qua di sotto14 si conterà da noi. (b)15 Questa cosa non è sufficientemente trovata16 secondo la grandezza del fatto.

Note

  1. (le quali si possono intendere tavole d’oro, ovvero altre tavole, pinte per alcuno ornamento).
  2. Allora Catilina promise loro nuove tavole) Si perdoni qui il buon frate Bartolommeo, e sol se ne accusi l’ignoranza de’ tempi in che egli vivea, della interpetratione che malamente ha egli data al novas tabulas che ha il latino. Tabutae novae erano appresso a’ Romani una legge, colla quale si abolivano i debiti; quel che i Greci diceano χρεῶν ἀποκοπάς, cioè l’abolizione de’ debiti.
  3. (cioè di condannare in tutti li loro beni).
  4. disordinanza è lo stesso che disordinamento, disordinazione, ma è meno usato.
  5. (cioè nelle contrade di Catalogna)
  6. (cioè nelle contrade di Marocco).
  7. G. Antonio addomandava il consolato, il quale egli avendo, ec.) Non vogliamo qui tacere, per ammaestramento de’ giovani, che questo periodo, per il pronome egli ripetuto più volte, riesce un po’ oscuro; e non si vuol però trarre di qui imitazione.
  8. del pericolo nel quale erano recati) Recare, oltre agli altri suoi significali, vale ancora ridurre, com’è stato qui usato dal nostro autore. E il Giambullari nella Storia d’Europa: Arrigo.... avendo lungamente guerreggiato con gli Schiavi suoi vicini, gli avea recati a quello, che non potevano più mantenersi nè difendersi da lui.
  9. era acconcio al suo intendimento) Acconcio qui vale disposto, favorevole; e con molta eleganza può adoperarci in questo sentimento. Lo stesso autore nel Giugurtino dice: Avendo Mario fatta questa diceria, poiché vide sospesi e acconci a lui gli animi del popolo, ec.
  10. quand’egli chiamò a sacramento li popolari ec.) Sacramento, oltre della sua propria significazione, vale anche giuramento, come è da intendere in questo luogo; e questa voce da chi bene il sappia fare potrebbe così forse anche oggi essere adoperata. Popolari è qui usato sustantivamente, e vale della setta e fazione del popolo, che dicesi anche popolano. Il Guicciardini disse: Dietro acquali correndo gli altri popolari, si fece per da città grande sollevazione.
  11. fra loro fossono più fedeli e fidati, essendo l’uno all’altro sapevoli di tanto male ) Si noti quel più fedeli e fidati, con cui si traduce il latino fidi magis. Fidato è più che Fedele, e l’ha qui aggiunto il traduttore per dar maggior forza. Ancora si noti quel sapevole, che è lo stesso che consapevole, ma meglio si userebbe oggi consapevole.
  12. (E puotesi intendere che questo ber sangue fosse comune loro legamento ad essere d’uno sangue insieme, ovvero a fare ogni crudeltà verso coloro che fossono loro contrarii)
  13. e che questa novella e molte simili fossono state messe ec.) Novella qui vale invenzione, cosa finta, inventata e non vera. Si noti anche che mettere par che qui sia usato per spargere; ed in questo sentimento non si ritrova nel Vocabolario della Crusca.
  14. siccome qua di sotto si conterà da noi) Qua di sotto, qua di dietro, e simili, sono modi antichi, che valgono qui appresso, qui avanti ec.
  15. (Dice Sallustio:)
  16. non è sufficientemente trovata ec.) Trovare qui sta in luogo di saper con certezza. Il Betti dubita non si abbia a leggere provata.