Capitolo XVII

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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XVII
XVI XVIII
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CAPITOLO XVII.


Come la congiurazione si cominciò a manifestare, e Cicerone fu fatto consolo.


Nella detta congiurazione fu Q. Curio, uomo assai ben nato1 ma di una gran reità e di malvagità; il quale li censori2 per sua vergogna e colpa aveano rimosso dal senato, (c)3. (d)4 Egli era non men vano che ardimentoso, nè sapea tacere male ch’egli avesse udito, nè le sue medesime iniquità nascondere: e per tutto non era nè in fare nè in dire niente [p. 29 modifica]appensato5. Egli avea peccato lungo tempo con una gentil donna6, ch’avea nome Fulvia, alla quale egli non piacendo quanto solea, perocch’era impoverito, e poteale meno dare egli un dì subitamente vantandosi, le cominciò a promettere e mari e monti7: ancora talor la minacciava con ferri nudi, s’ella non gli fosse soggetta; e in tutte cose le cominciò ad essere più feroce che non solea. Sicchè Fulvia, saputa la cagion di ciò per la sciocchezza di Curio, e inteso tal pericolo del comune, noi tenne segreto, ma disse a molti cittadini della congiurazione di Catilina, e del modo siccome udito avea, non dicendo da cui lo sapesse8. Per questa cosa furono li Romani studiosi9 che dovesse esser fatto consolo M. Tullio Cicerone: chè innanzi li nobili li portavano molta invidia, e credeano che l’officio del consolato fosse quasi macolato e avvilito se Tullio l’avesse, il quale, avvegnachè fosse molto valente uomo, era nuovo cittadino10 in Roma: ma, poichè venne il pericolo, tutta l’invidia e tutta la superbia andò da un lato. Sicchè, fatta la elezione, furono annunciati consoli11 M. Tullio e C. Antonio, del quale avea di sopra parlato Catilina com’egli sperava di lui12. Questo fatto di Cicerone, ch’era nunciato per consolo, fece prima spavento e paura alla compagnia de’ congiurati. Ma il furore di Catilina non si menomava, anzi ciascun dì brigava e facea più cose a ciò; e facea apparecchiare armi per Italia ne’ luoghi da ciò13, e molto di moneta sua e de’ suoi amici, quale avea accattata da loro14, mandava a Fiesole a uno ch’avea nome Maulio, il quale fu poi capitano della battaglia.

Note

  1. ben nato, che scrivesi anche bennato, vale di schiatta nobile, di buona stirpe.
  2. Qui abbiam posto censori con l’autorità del testo latino. Il volgarizzamento ha senatori.
  3. (Dessi qui intendere che l’officio de’ senatori era perpetuo a vita, nè non era niuno rimosso, se non per molta gran cagione.)
  4. (Ora dice Sallustio di Curio che).
  5. appensato) Vedi la nota I a pag. 18.
  6. gentildonna, cioè nobile donna. V. a p. 22 la nota 6.
  7. le cominciò a promettere e mari e monti) Prometter mari e monti val prometter molte e grandi cose, e talora di quelle che abbiano dell’impossibile a mantenersi: e in istil più famigliare dicesi anche prometter Roma e toma. Il Lasca nella nov. 8 dice. Però non restava di sollecitarla, promettendole Roma e toma, come se egli fosse il primo principe del mondo.
  8. non dicendo da cui lo sapesse: bel modo: cioè: non dicendo la persona da cui lo sapesse, non dicendo da chi lo sapesse.
  9. furono studiosi, s’ingegnarono, si studiarono. Studioso in questo luogo è quel che oggi dicono premuroso.
  10. nuovo cittadino) Il lat. ha homo novus; e così era detto da’ Romani colui che era il primo della sua famiglia a occupar nobili ufficii nella repubblica, come fu Cicerone.
  11. furono annunciati consoli ec.) Così traduce il latino consules declarantur: e annunciare in questo sentimento non è registrato nel Vocabolario della Crusca; chè qui sta per dichiarare, eleggere.
  12. del quale avea di sopra parlato Catilina com’egli sperava di lui ) Queste parole, forse per scorrezione di testi, sono aggiunte al latino, il quale non ha che: consules declarantur M. Tullius et C. Antonius.
  13. facea più cose a ciò; e facea apparecchiare armi per Italia ne’ luoghi da ciò) Si osservino questi due modi del parlar toscano eleganti e ricisi: a ciò e da ciò. A ciò vale a questo effetto,a questo fine; da ciò, che si usa come un aggiunto, atto, idoneo. Leggiamo nel Boccaccio: A me pare che Calandrino dica bene, ma non mi pare che questa sia ora da ciò.
  14. quale avea accattata da loro ) Vogliamo che si notino qui due rose: l’una è quel quale relativo adoperato senza articolo, che è modo da fuggirsi, comechè se ne rinvengano esempii nel trecento, ed in altri secoli ancora della nostra letteratura; e in secondo luogo il verbo accattare, il qual propriamente vale, come è qui adoperato, prendere in prestito per rendere: ed elegantemente si usa pure per mendicare, limosinare; e in amendue i casi si adopera tanto transitivamente, quanto intransitivamente, come si può scorgere da’ seguenti esempii. Nov. ant. 68. In questo tempo due ciechi stavano ad accattar limosina per loro vita presso alla città di Parigi. Annot. Vang. Conoscendo la gente ch’egli era quegli che stare soleva ad accattare alla porta.