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il catilinario 27

se voi non siete più apparecchiati a volere essere servi, ch’a volere essere signori.


CAPITOLO XVI.


Come li congiurati risposono a Catilina.


Poich’ebbono intese queste parole coloro, a quali abbondava assai male, nè bene aveano nè eziandio niuna altra buona speranza, avvegnachè assai paresse loro buono il muover briga, ma impertanto gran parte di loro addomandarono ch’egli proponesse loro i patti della battaglia: che guiderdoni avrebbono per lo combattere, o che speranza si potesse avere da ciascuna parte. Allora Catilina promise loro nuove tavole (a)1 2; anche promise loro l’avere de’ ricchi, i quali intendea di proscrivere (b)3; simigliantemente gli officii del comune, le signorie de’ templi, le molte rapine, e tutte altre cose, le quali per briga o per disordinanza4 di vincitori si tolgono. E disse come nella Spagna di qua (c)5 si era Pisone, in Mauritania (d)6 era P. Sizio Nucerino, ciascuno con sua oste, i quali erano partecipi del suo intendimento, e d’un volere con lui: anche come G. Antonio addomandava il consolato, il quale egli avendo7, avea ferma speranza d’avere sua compagnia in queste cose, perciocchè egli era molto suo domestico, e con lui d’ogni stretta amistà congiunto; e com’egli col detto Antonio, quando sarà consolo, ordinerebbe e comincerebbe la briga. Anche cominciò a dir male di ciascuno buono Romano, o ciascuno de’ suoi encomiando e nominando li confortava e ammonia: ad alcuno parlando della sua povertà; ad alcuno del desiderio ch’avesse delle cose; a molti del pericolo nel quale erano recati8; a molti altri parlando della vittoria di Silla, per la quale eglino aveano fatte assai prede e rapine. E, poichè Catilina vide che l’animo di ciascuno era acconcio al suo intendimento9, confortógli che di quello ch’egli avea

  1. (le quali si possono intendere tavole d’oro, ovvero altre tavole, pinte per alcuno ornamento).
  2. Allora Catilina promise loro nuove tavole) Si perdoni qui il buon frate Bartolommeo, e sol se ne accusi l’ignoranza de’ tempi in che egli vivea, della interpetratione che malamente ha egli data al novas tabulas che ha il latino. Tabutae novae erano appresso a’ Romani una legge, colla quale si abolivano i debiti; quel che i Greci diceano χρεῶν ἀποκοπάς, cioè l’abolizione de’ debiti.
  3. (cioè di condannare in tutti li loro beni).
  4. disordinanza è lo stesso che disordinamento, disordinazione, ma è meno usato.
  5. (cioè nelle contrade di Catalogna)
  6. (cioè nelle contrade di Marocco).
  7. G. Antonio addomandava il consolato, il quale egli avendo, ec.) Non vogliamo qui tacere, per ammaestramento de’ giovani, che questo periodo, per il pronome egli ripetuto più volte, riesce un po’ oscuro; e non si vuol però trarre di qui imitazione.
  8. del pericolo nel quale erano recati) Recare, oltre agli altri suoi significali, vale ancora ridurre, com’è stato qui usato dal nostro autore. E il Giambullari nella Storia d’Europa: Arrigo.... avendo lungamente guerreggiato con gli Schiavi suoi vicini, gli avea recati a quello, che non potevano più mantenersi nè difendersi da lui.
  9. era acconcio al suo intendimento) Acconcio qui vale disposto, favorevole; e con molta eleganza può adoperarci in questo sentimento. Lo stesso autore nel Giugurtino dice: Avendo Mario fatta questa diceria, poiché vide sospesi e acconci a lui gli animi del popolo, ec.