Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XXVII - Se 'l mio bel fuoco m'arde e agghiaccia in modo

XXVII - Se 'l mio bel fuoco m'arde e agghiaccia in modo

../XXVI - So ben che chiar vedete, ahi caso rio! ../XXVIII - Un dolce folgorar di duo begli occhi IncludiIntestazione 22 marzo 2024 100% Poesie

XXVII - Se 'l mio bel fuoco m'arde e agghiaccia in modo
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XXVII.

Arde — e gela — d’amore per la Mencia. Consueto gioco d’antitesi. Virtuosismo formale.

Se ’l mio bel fuoco m’arde, e agghiaccia in modo,
     Che scemar non si può non che smorzarsi,
     Ond’io sì dolcemente ed alsi, ed arsi,
     E gielo, ed ardo sì, che sempre i’ godo: 4
Volete al ghiaccio, e al fuoco i’ ponga modo,
     Com’Amor possa a voglia raffrenarsi:
     Nè vi par debba il tempo consumarsi

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     In lodar quella, ond’io me stesso lodo. 8
Ogni impossibil cosa prima fia,
     Ch’i’ non desidri, e cerchi, che per lei,
     Tutta si spenda questa vita mia. 11
Che s’io potessi far quanto vorrei,
     E Laura, e Bice il mondo già vedrìa
     Non esser degne d’agguagliar Costei. 14

Note

V. 1. Arde, agghiaccia e più sotto alsi latinismo per gelai et arsi, e ancora gielo e ardo, imagini tutte che dipendono da il mio bel fuoco e cioè da la Mencia.

V. 5. Ponga modo, trovi modo affinchè Amore possa essere frenato.

V. 8. Lodar, lodando lei, lodo anche me, poiché mi procuro gloria.

V. 10. Desidri, trisillabo, invece di desideri, per la esatta misura del verso, e anche per vezzo, come altrove vedelle, son. XXII, v. 8; vedei, Canzone LXI, v. 16; dividrà, mettrai ecc., sonetto LVIII, v. 4; v. 7.

V. 12. Quanto vorrei ma non ha — già lo disse — nè ingegno, nè stile da ciò.

V. 13. Vedrìa, vedrebbe che le donne cantate dal Petrarca e da Dante non sarebbero degne di star a paro con la Mencia.