Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XLIV - Torcete pur il viso, e gli occhi ancora

XLIV - Torcete pur il viso, e gli occhi ancora

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XLIV - Torcete pur il viso, e gli occhi ancora
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XLIV.

Parla direttamente alla Mencia, che non si cura affatto di lui. Ormai il poeta non le domanda che la grazia di morir di passione al suo cospetto.


Torcete pur il viso, e gli occhi ancora
     Volgete altrove, acciò non miri mai
     Ver me girarsi que’ soavi rai,
     4Sì che di doglia lagrimando i’ mora.
Fuggite com’il vento irata ognora,
     E più crudel ch’un’aspra tigre assai,
     Prendete a gioia i miei tormenti, e guai,
     8E sia di vostra grazia in tutto fora.
Se ’n mezzo ’l cor l’immagin vostra porto,

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     Che giorno e notte sempre adoro, e veggio;
     11Perchè dinanzi a me, Donna, fuggire?
Ma se morir in tanta pena deggio,
     Almen ritrovi in Voi questo conforto.
     14Che mi veggiate innanzi a Voi morire.

Note

V. 1. Torcete pure il viso, e anche gli occhi volgete altrove, fate pure ch’io sia totalmente fuori delle vostre grazie! Accenti di sconsolato sarcasmo, che si tempera e s’accascia, in umile rassegnazione, nelle terzine.